CAPITOLO 40

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TRE SETTIMANE DOPO

"Due Bloody Mary, al tavolo quattro!" urlò uno dei ragazzi addetti ai tavoli, consegnandogli un foglietto con l'ordine. Louis sorrise, impilandolo con gli altri e iniziando a preparare i cocktails. Indossava una candida camicia su i pantaloni neri, la fascia elastica che sottolineava il punto vita. Non pensava che si sarebbe trovato così bene, a lavorare come barman. Dopo due settimane di intenso training, da ormai sette giorni aveva iniziato a lavorare in autonomia, stupito da come gli riuscisse facile e piacevole. Il turno serale era perfetto, dato che iniziava alle cinque del pomeriggio e terminava all'una di notte, lasciandogli il giorno libero e abbastanza ore per riposare di notte. Era consapevole di averlo ottenuto per intercessione di Harry, ma non aveva intenzione di protestare per tanto poco. Come gli aveva detto tre settimane prima, l'uomo gli aveva trovato un buon lavoro ed un posto decente in cui stare. Era stata la sua condizione, per lasciarlo andare. Il giovane Styles era uno dei proprietari del club, di cui aveva acquisito parte delle quote, in modi che era meglio non sapere. Comunque, lo aveva presentato ai responsabili della gestione e gli aveva fatto ottenere, a un affitto modico, l'appartamento al piano di sopra. Non era lussuoso, ma comodo e pulito. Il club era una via di mezzo tra un pub e un bar paninoteca, situato al centro di Londra, molto moderno e frequentato bene. Gli avventori erano giovani coppie, studenti universitari ma anche famiglie e uomini d'affari. Era aperto 24/7 e i dipendenti lavoravano su turni. C'era il turno mattutino dall'una alle nove, il turno di metà giornata dalle nove alle cinque e poi quello serale, quello fisso di Louis che lavorava cinque giorni su sette con un weekend libero al mese. Oltre alla caffetteria e ai drinks, il club offriva piatti semplici, un vasto assortimento di birre e panini caldi e freddi. I prezzi erano nella media, l'ambiente tranquillo, il personale professionale e sempre sorridente. La paga buona. Louis non poteva lamentarsi, probabilmente non era mai stato tanto sereno in tutta la sua vita. I colleghi erano cordiali, ma distaccati, come imponeva la direzione. Non erano permesse frequentazioni private o relazioni tra dipendenti, per non mettere a rischio l'armonia sul posto di lavoro. Quindi, tra loro si limitavano a scambiarsi saluti e qualche battuta nei tempi morti. Anche con i clienti, dovevano mantenere le distanze e segnalare, agli addetti alla sicurezza, eventuali comportamenti scorretti o avances indesiderate.

Dopo la sua prima settimana, Louis era molto soddisfatto. Dopo il lavoro, mangiava un sandwich o un hamburger, faceva una doccia e dormiva fino all'ora di pranzo. Se aveva voglia, si cucinava qualcosa, altrimenti ordinava qualcosa o usciva per una passeggiata fermandosi in qualche vicino ristorante. Il pomeriggio, guardava la tv o leggeva, tre volte a settimana frequentava una palestra per tenersi in forma. Dopo la chiacchierata in limousine, aveva intravisto Harry solo un paio di volte, mentre attraversava il locale, per raggiungere l'ufficio della Direzione. Si erano scambiati un semplice gesto di saluto, come due vecchi amici o due conoscenti. Ma i loro occhi erano rimasti incatenati per lunghi istanti, come scambiandosi un messaggio che solo loro potevano capire.

Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora