CAPITOLO 28

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Presto, le dita che premeva sul lato del plug, divennero tre e Louis sentì una scossa di dolore e piacere percorrerlo. Ansimava, gli occhi chiusi per cercare di combattere le lacrime e la testa piegata in avanti. Le gambe gli tremavano, per lo sforzo di mantenere la posizione imposta da Harry e il collo gli doleva, per la tensione della catena, fissata al collare. "Guarda come prendi bene le mie dita, gattino" mormorò con voce roca il padrone, muovendo la mano sempre più velocemente: "Presto sarai pronto per prendere il mio cazzo, vero? Te lo metterò dentro insieme al plug, ti farò sentire così pieno micetto". Scuotendo la testa, Louis cercò di ritrarsi, ma la mano sul fianco si premette con maggiore forza per tenerlo, segnando la pelle liscia e facendolo singhiozzare pietosamente. Si morse un labbro per non dire nulla, consapevole che parlare gli avrebbe comportato una punizione. "Smettila" lo rimproverò Harry in tono canzonatorio, la voce che tremava per l'eccitazione: "Non fingere che non ti piaccia, piccola troia, lo vedo come il tuo cazzetto gocciola, tra le tue gambe". Louis arrossì a quelle parole, cercando di chiudere le gambe per nascondere la propria, dolorosa, erezione. Era consapevole degli umori che stavano inumidendo il materasso sotto di lui e la vergogna si mischiava con la paura, il senso di impotenza e la rabbia. Il cuore gli batteva forte, gli mancava il respiro mentre tentava di frenare i singhiozzi, che gli scuotevano il corpo. Ritraendo la mano con cui gli stava tormentando la prostata, Harry afferrò il proprio membro, spingendo il bacino in avanti e facendo strusciare la punta contro il buchetto ancora occupato dal plug. "Voglio rovinarti, gattino, ti allargherò e ti riempirò così bene, perché sei la mia puttana e niente altro. Mi appartieni, ricordarlo" puntualizzò il padrone, spingendosi per cominciare a penetrarlo, facendo scivolare il pene lubrificato affianco al plug. Louis si irrigidì ed urlò all'intrusione, aggrappandosi alle lenzuola mentre le ginocchia gli cedevano e il suo corpo precipitava contro il materasso. Con un verso di fastidio, Harry afferrò un cuscino e lo sollevò di forza, infilandoglielo sotto i fianchi per farlo nuovamente sollevare. "Piccolo debole, kitten" mormorò, in tono di scherno: "Devi impegnarti di più per ubbidire, temo che sarò costretto a punirti di nuovo". Louis protestò qualcosa di intellegibile, il viso schiacciato contro il materasso. Ormai, era talmente stanco e dolorante da non riuscire più a ragionare lucidamente.

Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora