CAPITOLO 20

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"No, non voglio vederti e sicuramente non voglio tornare a casa. Sto bene, non mi serve niente" disse in tono secco e a voce alta Harry, palesemente irritato. "Certo, certo, sono un poco di buono, pervertito, ricattatore e ladro. Buona giornata anche a te, mamma". Senza aggiungere altro, riattaccò e sbuffò. Si passò una mano tra i capelli e si alzò dal letto bruscamente, senza neppure guardare verso Louis, rimasto immobile per tutto il tempo. A piedi nudi e con passi pesanti, Harry di diresse verso il bagno e chiuse la porta con un rumore secco. Ne riemerse pochi minuti dopo, sbarbato e lavato, con indosso solo i boxer. Si avvicinò a un armadio e lo aprì per prendere un completo blu scuro che indossò con gesti nervosi, insieme a una camicia panna. Louis seguì ogni gesto, preoccupato dal pessimo umore dell'altro. Una volta pronto, si rivolse bruscamente al più grande, fissandolo con uno sguardo minaccioso: "Devo uscire per lavoro. Alzati vai a lavarti e depilarti. Quando torno, fatti trovare al tuo posto e pronto per la tua punizione". Louis si limitò ad annuire, Harry aggiunse prima di uscire: "Non serve che indossi la coda, te la metterò io più tardi".

Come ordinato, Louis si chiuse in bagno e si fece una lunga doccia, si depilò completamente e indossò un paio di mutandine nere pulite che trovò già pronte su un ripiano vicino alla doccia. Cercò di restare calmo, ma il pensiero della punizione lo spaventava. Una volta finito, tornò in camera e si diresse verso il materassino sul pavimento, indossando con cura le orecchie e rannicchiandosi come pensava avrebbe fatto un gatto. Doveva compiacere Harry, si disse fissando il guinzaglio appoggiato su un mobile. Doveva essere bravo ed ubbidiente, così il suo padrone lo avrebbe portato fuori con sé, concedendogli la sua occasione per fuggire. Rimase svegliò, con gli occhi socchiusi. Aveva fame ma probabilmente il digiuno doveva far parte della punizione, visto che Harry non gli aveva fatto portare nulla da mangiare. Dopo un tempo indefinito, probabilmente un paio d'ore, il padrone rientrò in camera e chiuse la porta con un colpo violento. Sembrava, ancora di pessimo umore. Louis rimase immobile, accoccolato sul materassino, in attesa. Con gesti nervosi, Harry si liberò della giacca e sbottonò la camicia, borbottando qualcosa tra sé. Poi, si voltò per fissare l'altro e gli rivolse un sorrisetto, annuendo e passandosi la lingua sulle labbra: "Ecco qui, il mio bel gattino". Si avvicinò e si chinò per fissarlo più da vicino, allungando una mano e carezzandogli la schiena nuda. "Sei pronto, micetto mio, per la tua punizione?".

Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora