"Stai bene?" chiese in tono preoccupato Harry. Il tono gentile e la voce familiare non aiutarono la situazione di Louis, che tentava disperatamente di riprendere il controllo del proprio corpo. Si schiarì la voce e posò il bicchiere, passandosi la lingua sulle labbra e sentendosi andare a fuoco. Il suo turno era quasi finito, era un giorno feriale ed il locale era semivuoto. Presto, sarebbe stato al sicuro nel suo appartamento. Doveva solo calmarsi e dimenticarsi dell'uomo di fronte a lui, che lo fissava con uno sguardo possessivo e un'espressione intensa. "T-tra poco, finisco di lavorare" mormorò il barista, stringendo le mani sui pantaloni e affondando le unghie sulle proprie gambe per impedirsi di dire qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire. Harry assottigliò lo sguardo e si protese sul bancone, la bocca carnosa che si schiudeva sensuale, mentre sussurrava con voce roca: "Mi stai chiedendo, di farti compagnia?". Louis si irrigidì, ma scosse la testa, ottenendo esattamente la reazione che si aspettava. "Quando ti faccio una domanda, voglio una risposta chiara, ricordi?" il tono adesso era fermo, autoritario. L'erezione tra le gambe di Louis ebbe un sussulto, sapeva che si stava mettendo nei guai ma era frustrato, bisognoso di attenzioni. "Scusa" mormorò, con voce fioca. "Non ho sentito, Lou" fu la replica sprezzante di Harry. Il barista fu percorso tra un tremito, visibilmente soddisfatto l'altro uomo lo pressò: "Guardami in faccia e scusati come si deve, se non vuoi che ti trascini su questo bancone e ti ricordi le buone maniere". Louis boccheggiò, completamente duro e senza fiato, il pensiero di essere denudato e punito di fronte a tutti gli fece andare il sangue al cervello. Arrossì al pensiero, senza riuscire a formulare una frase. "Sto aspettando" insistette la voce gelida di Harry, un sorrisetto malizioso sul viso. "Scusa" disse di nuovo, alzando la voce e facendo sollevare un sopracciglio all'altro uomo, le grosse mani che si poggiavano sul bancone, gli anelli che tintinnavano minacciosi. "Non è sufficiente, Lou. Riprova, prima che ti prenda per i capelli e ti faccia mettere in ginocchio, davanti a me" lo minacciò con voce ferma, sapendo esattamente cosa stava facendo. I suoi occhi erano fissi in quelli del barista, gli sarebbe bastato chiedergli di smettere e si sarebbe di nuovo tirato indietro, ma non era quello che Louis voleva. Immagini di se stesso in ginocchio, mentre gli dava piacere con la bocca o sdraiato sulle sue gambe, mentre lo puniva per il suo comportamento, lo resero un ammasso di eccitazione e confusione. Prese un respiro profondo, si avvicinò al bancone e si chinò verso di lui, tenendo però lo sguardo basso: "Ti chiedo scusa", fece una pausa prima di aggiungere senza fiato: "Padrone".
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Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)
FanfictionAVVISO Avvertenze/Warnings: scene di sesso esplicito, violenza, abusi, dominio/sottomissione, BDSM, kitten kink, torture fisiche e psicologiche. Trama Harry avrebbe fatto qualunque cosa, per soddisfare i propri desideri. Louis, doveva dei soldi all...