CAPITOLO 33

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"Kitten Lou, proprietà di Harry Styles" recitava l'incisione. Louis non era riuscito a gettarlo via. "Cosa non va, in me?" si chiese, ad alta voce. A volte immaginava di rivolgersi a un terapista, cosa che non avrebbe mai fatto perché era impensabile confessare ad uno sconosciuto quello che aveva vissuto nella breve permanenza con il suo ex padrone. Provava quindi, a inventare possibili risposte logiche, alle domande che gli vorticavano nella testa. "Perché, ho tenuto il collare?" Si chiedeva. Possibili risposte: "Ti piaceva averlo al collo", "La scritta ti fa eccitare", "Ti manca Harry". Erano tutte assurde, quindi si domandava: "Cosa è cambiato in me, che mi fa provare quasi fastidio al contatto con una ragazza attraente come Dana?". Risposte possibili: "Sei gay", "Sei diventato impotente", "Ti manca Harry". Irritato dai suoi stessi ragionamenti, Louis lanciò sul letto il collare e scosse la testa. Anche se non aveva cenato, il suo stomaco era chiuso. Era stanco, ma non voleva mettersi a dormire perché ogni notte il suo sonno era popolato di strani sogni, da cui si risvegliava con un'erezione che metteva in dubbio la risposta "Sei diventato impotente" e sembrava confermare quella "Sei gay", poiché i suoi sogni erano popolati dal corpo muscoloso e forte di un uomo, cui si rifiutava di dare un volto e un nome.

Il giorno dopo, si presentò a lavoro con il viso stanco e gli occhi rossi di sonno. "Hey, Lou, piccolo, hai ancora mal di testa?" gli chiese Dana, quando arrivò poco dopo di lui per sedersi alla cassa. Louis scrollò le spalle, mettendosi a lavoro. Quattro ore dopo, era prevista la pausa pranzo e il giovane la accolse con un sospiro di sollievo. Il suo lavoro era stancante e ripetitivo, inoltre le continue domande di Dana gli stavano causando un vero mal di testa. Appena arrivò l'ora della pausa, si affrettò quindi a marciare verso la porta annunciando che sarebbe andato a mangiare qualcosa ed uscendo all'esterno senza neppure togliersi la divisa.

Una volta fuori, si appoggiò al muro e si accese una sigaretta. Aveva ripreso a fumare, subito dopo essere fuggito dalla Villa di Harry. Prese una boccata, ignorando dei passi che si avvicinavano dato che il marciapiede di fronte al supermercato era sempre molto trafficato. "Fumare non ti fa bene, piccolo Lou" pronunciò una voce che ben conosceva, Louis impallidì e voltò il capo di scatto, per sincerarsi di non essere in preda alle allucinazioni.

Kitten per forza - Larry Kink Fanfiction (Non adatta a un pubblico sensibile)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora