Capitolo 12

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Alberto

È presto quando saliamo in macchina, la strada è tranquilla, e il cielo si tinge di rosa per l'alba. Melina è accanto a me, con una mano poggiata dolcemente sulla pancia, dove cresce la nostra bambina, anche se non sappiamo ancora il sesso siamo sicuri che sia una femmina. La osservo mentre guarda fuori dal finestrino, persa nei suoi pensieri, e mi sento sereno. La giornata di oggi è dedicata alla famiglia, senza stress o impegni, solo noi e i miei.

Arriviamo a casa dei miei genitori quando il sole è ormai alto. Mamma ci accoglie sulla porta con un grande sorriso e un abbraccio caloroso. "Finalmente siete qui!" esclama. Entriamo in casa, dove tutto profuma di caffè appena fatto e di biscotti caldi. Melina si siede subito al tavolo della cucina con mamma, che inizia a raccontarle delle ultime novità. Io e papà approfittiamo del bel tempo per sistemare alcune cose fuori. Intanto, sento in sottofondo le risate delle due donne, un suono che riempie la casa di vita.

A pranzo siamo tutti riuniti intorno al tavolo, pranziamo nel balcone. La conversazione è vivace e scorre naturale. Si parla di tutto: del futuro arrivo della bambina, dei miei progetti musicali e di come Melina si senta sempre più a suo agio con la gravidanza. Osservo i suoi occhi brillare mentre condivide i suoi pensieri con i miei, e mi rendo conto di quanto io sia fortunato ad averla nella mia vita.

Attraverso il salotto, dove Melina e mia sorella sono impegnate in una conversazione piena di risate, mi dirigo verso il vecchio pianoforte. È lo stesso strumento su cui ho passato ore da bambino, imparando le prime note e sognando di portare la mia musica nel mondo.

Mi siedo, faccio scivolare le mani sulla superficie liscia dei tasti e lascio che il suono prenda vita. Una melodia semplice, intima, inizia a riempire la stanza. Non è una canzone nuova; è qualcosa che ho dentro da anni, un pezzo che non ho mai scritto ma che vive nei miei ricordi, legato a questa casa, alla mia infanzia.

Melina si accorge del suono e si avvicina, appoggiandosi alla porta. Non dice nulla, ma il suo sguardo mi raggiunge come una carezza. Sento il suo sorriso, anche se non la guardo direttamente. Continuo a suonare, lasciando che le note parlino per me.

Quando si avvicina e si siede accanto a me sulla panca, alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi. "Ti piace?" chiedo, cercando una conferma nel suo sguardo.

"Molto," mi sorride

Poi, senza preavviso, Melina si avvicina di più, appoggia la testa sulla mia spalla e si chiude in silenzio, lasciandomi suonare. Le sue mani sfiorano piano le mie, un gesto lieve, che sembra dire più di mille parole.

Il battito del mio cuore accelera, non per la musica, ma per il calore che sento vicino a lei. Mi fermo un attimo, e nel silenzio che segue, sento solo il respiro di Melina. Mi volto lentamente verso di lei, e prima che possa dire qualcosa, le sue labbra si avvicinano alle mie in un bacio che non ha bisogno di parole. È un bacio lento, senza fretta, come se il mondo si fosse fermato intorno a noi, lasciandoci nel nostro angolo di pace.

Melina alza lo sguardo verso di me, e per un attimo i suoi occhi si riempiono di tenerezza. "Pensi mai a quanto cambierà la nostra vita?" mi prende la mano per portarla nella pancia

"Sì," rispondo senza esitazioni. "E non vedo l'ora. Ogni giorno con lei è un regalo. Sarà bellissimo vederla crescere, scoprire il mondo con lei, come abbiamo fatto noi due."

Il suo sorriso si allarga, e per un attimo siamo di nuovo soli, non importa dove siamo o chi ci circonda. Solo noi tre, come una famiglia che si sta formando giorno dopo giorno.

Melina riapoggia la testa sulla mia spalla. Sospira dolcemente, come se anche lei stesse riflettendo su tutto ciò che abbiamo passato e che ci aspetta.

Destini IncrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora