Capitolo 28

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A maggio, quando il calore del sole primaverile si mescola a una leggera brezza, la nostra casa si riempie di una pace insolita. Le bambine sono a dormire dai nonni, e io e Ignazio finalmente abbiamo il tempo di sederci e parlare, senza fretta, senza interruzioni.

Ci sediamo sul divano, vicini ma con uno spazio sottile tra noi, quasi a simboleggiare la distanza emotiva che cerchiamo di colmare. Io tengo tra le mani una tazza di tè ormai fredda, lui gioca con il bordo del bicchiere che ha davanti. È un momento di sospensione, come se entrambi stessimo cercando il coraggio di iniziare.

"Igna," comincio con voce bassa, ma decisa. Mi giro verso di lui, le mie mani tremano leggermente. "Voglio parlarti di noi... e di quello che è successo."

Lui solleva lo sguardo, e nei suoi occhi c'è un misto di apprensione e amore. "Dimmi tutto," dice, appoggiandosi allo schienale del divano.

Respiro a fondo, cercando di organizzare i pensieri. "Io ti amo, davvero. Ma non possiamo continuare così, a fingere che certe cose non siano accadute. Abbiamo attraversato momenti difficili, e so che entrambi abbiamo sbagliato. Però voglio che questa sia l'ultima volta che ci troviamo a dover riparare qualcosa."

Ignazio mi osserva attentamente, come se stesse pesando ogni mia parola. "Cosa intendi?" chiede, la sua voce è calma, ma posso percepire un filo di tensione.

"Intendo che dobbiamo fare una promessa," dico, prendendogli la mano. "Se mai arriveremo al punto in cui uno di noi proverà qualcosa per un'altra persona, o sentirà che la nostra storia non funziona più, ce lo diremo subito. Senza nasconderci, senza ferirci ulteriormente. Ci lasceremo, ma con rispetto, senza rancore."

Le mie parole restano sospese nell'aria per un attimo. Il suo viso si contrae in una leggera espressione di sorpresa, ma non c'è rabbia, solo riflessione. Poi annuisce, lentamente. "Capisco quello che stai dicendo," dice, la sua voce è più morbida ora. "E hai ragione. Non voglio che ci troviamo mai più in una situazione come quella che abbiamo vissuto. Se arriverà quel momento, voglio affrontarlo insieme a te, con maturità."

Un peso enorme si solleva dal mio petto, e per un attimo sento le lacrime pungermi gli occhi. "Grazie, Ignazio," sussurro. "Non è facile dire queste cose, ma penso che sia necessario."

Lui sorride, stringendo la mia mano tra le sue. "Sai, Melina, io ti amo davvero. E non voglio mai perderti. Se questa promessa può aiutarci a essere più forti, allora la faccio con tutto il cuore."

In quel momento, qualcosa cambia tra noi. È come se avessimo costruito un ponte sopra le crepe del passato, trovando un modo per andare avanti insieme. Restiamo lì, seduti sul divano, a parlare di tutto quello che abbiamo vissuto e dei nostri sogni per il futuro.

Quando finalmente ci alziamo per andare a letto, mi sento più leggera. So che questa promessa non garantisce che non avremo mai più problemi, ma ci dà una base di fiducia e onestà su cui costruire. E per la prima volta dopo tanto tempo, sento che siamo davvero sulla stessa lunghezza d'onda.

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