Capitolo 1

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Era una fredda sera di febbraio, e l'atmosfera frenetica del Festival di Sanremo riempiva ogni angolo dietro le quinte. I corridoi erano affollati di tecnici che correvano, artisti in attesa e giornalisti con microfoni pronti a catturare ogni parola. I miei occhi azzurri riflettevano il tumulto interiore, mentre Ornella, la mia partner in crime, la mia roccia, mi stringeva la mano. Anche lei era una ballerina, ma la sua fama era cresciuta grazie a "Ballando con le stelle". Indossavamo i nostri cappotti leggeri, ma sentivo che il freddo esterno era niente rispetto al peso che portavo dentro. Camminavo tra la folla, ma la mia mente era altrove, in bilico tra due mondi. Domani mattina, qui fuori, sarebbe toccato a noi esibirci. La tensione si mescolava all'eccitazione mentre ripassavo mentalmente la coreografia che avevo preparato per Elodie con "Andromeda", Levante con "Tikibombom", e soprattutto per Elettra Lamborghini con "Musica (e il resto scompare)". Era un sogno che si avverava: ballare con lei, una delle mie idole.

Ogni passo che facevo sembrava pesare di più, e il battito del mio cuore si faceva sempre più forte. Gli applausi e le voci del pubblico risuonavano nella mia testa, ma la vera sfida era dentro di me. Come avrei affrontato questo momento senza Ignazio? La sua assenza pesava sul mio cuore, rendendo tutto più difficile. Mi aggrappai alla mano di Ornella, traendo forza dalla sua presenza e dal suo incoraggiamento.

"Siamo pronte," disse lei, con un sorriso che cercava di sciogliere la mia ansia. "Non dimenticare, siamo qui per divertirci!"

"Lo so, ma..." iniziò a rispondere, ma le parole si fermarono in gola. Mi sforzai di sorridere, ma nel profondo, la preoccupazione cresceva. Sapevo che avrei dovuto dare il massimo, non solo per me stessa, ma anche per lui. Domani avrei danzato con il cuore, sperando che lui potesse sentirne l'eco.

Ignazio, mio marito, era dall'altra parte del mondo. Non riuscivo a smettere di pensare a come il nostro rapporto fosse cambiato nel tempo. Era come se fossimo due estranei, intrappolati in un gioco che non avevamo scelto. Da quando era partito per il tour, i pochi momenti in cui riuscivamo a sentirci al telefono erano caratterizzati da silenzi imbarazzanti. Non volevo disturbarlo con il peso del mio stress per il festival, mentre lui era impegnato in due mesi di concerti.

Rientrata in hotel, mi misi il pigiama. Pian piano che i cantanti si esibivano, notai Giordana e Alberto, entrambi freschi usciti da "Amici". Alberto, con il suo sorriso contagioso e gli occhi scuri, mi aveva sempre lasciato un'inquietudine che non riuscivo a comprendere... Ma quella sera era strana: cosa stava succedendo dentro di me?

"Hai parlato con Ignazio? Anche perché siete molto distanti... perché non gli parli?" mi chiese Ornella, riportandomi alla realtà.

"Appena torniamo a casa, partirò per l'America," risposi con un sospiro.

"Hai deciso cosa fare?" mi domandò, preoccupata.

"Credo che sia meglio che ci lasciamo. La situazione è cambiata radicalmente e non si può far sopravvivere qualcosa se non ci sono più le basi," spiegai, sentendo un peso sollevarsi.

"Fai bene," commenta, abbracciandomi.

Finito il festival, ci addormentiamo quasi subito, stanche del viaggio e molto emozionate per ciò che sarebbe accaduto il giorno successivo. Anche perché, un po' famosa lo ero grazie al matrimonio e al cognome che portavo.

Il giorno seguente, il sole splendeva alto su Sanremo, illuminando ogni angolo della città e rendendo il Festival ancora più vivace e colorato. Il palco era pronto, un piccolo palcoscenico realizzato fuori dal teatro. Il battito del mio cuore si sincronizzava con il ritmo della musica che risuonava nell'aria. La folla, al di là del sipario, iniziava a riempire il teatro, le voci dei fan si mescolavano ai fruscii delle preparazioni. Ma io mi sentivo come se fossi intrappolata in una bolla di silenzio, separata dal mondo che mi circondava. Mentre mi preparavo nel backstage, il trucco e i costumi sembravano diventare un secondo piano rispetto alle mie turbolenze interiori. Le mie amiche erano pronte, ma la vera danza stava avvenendo nella mia mente. Avevo sempre sognato di esibirmi in un evento così prestigioso.

Controllo il telefono sperando in un messaggio da Ignazio, ma nulla. Sapevo che in quel momento stava dormendo, ma un messaggio sarebbe stato un piccolo conforto.

Era il mio turno: il primo ballo era con Elettra. Indossavo una tuta rossa aderente, con una gonna corta e sexy. Iniziai a ballare, lasciando che la musica mi guidasse. Ogni movimento era una liberazione, un modo per esprimere ciò che portavo dentro. Io ed Elettra, la cui presenza vibrante e sicura era contagiosa, ci scambiavamo sguardi, sentendo una sintonia unica. Questo ballo necessita di una femminilità eccessiva, quindi dovevo concentrarmi e soprattutto divertirmi. Quando finì, il pubblico esplose in applausi e io ed Elettra ci abbracciammo, grate per l'esperienza.

"Bravissima!" mi disse con entusiasmo.

"Grazie mille, tu sei la queen qui,"

"Noi siamo le queen" mi abbraccia e lei raggiunge il suo staff

Continuai con le altre esibizioni, sentendo un misto di adrenalina e ansia. Quando finimmo, tornammo all'hotel, pronte per un altro giorno simile a quello di oggi per i prossimi quattro giorni consecutivi, ma sapevo che sicuramente ci sarebbero stati momenti unici da vivere.

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