Capitolo 5

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Il 5 marzo 2020 è una giornata che non dimenticherò mai. Il mondo sembrava lentamente bloccarsi, come se l'aria fosse diventata più pesante. Le notizie alla radio e alla TV parlavano solo di una cosa: il virus. Strade deserte, scuole chiuse, un senso di incertezza crescente ovunque. Ma in quel caos, c'era una cosa che mi manteneva calma: Alberto.

Ebbene, dopo quel giorno, dove siamo rimasti chiusi, ci siamo visti tutti i giorni, siamo usciti siamo andati al cinema, abbiamo fatto tante passeggiate.

Quel pomeriggio, eravamo rimasti a casa mia. Ci siamo seduti sul divano, il sole che filtrava attraverso le finestre, illuminando il salotto con una luce dorata.

"Non posso credere che siamo qui... chiusi insieme," dissi, cercando di rompere il silenzio carico di tensione. Lo guardai, ma lui aveva quello sguardo penetrante che mi faceva sentire vulnerabile, come se potesse leggere ogni pensiero.

"Neanche io," rispose, sorridendo con quel suo sorriso disarmante. "Ma non posso dire che mi dispiaccia..."

Quelle parole mi colsero di sorpresa, anche se dentro di me le avevo già sospettate. Sentivo che lui provava qualcosa, ma sentirlo dirlo a voce alta era diverso.

"Non avrei mai immaginato che ti fossi innamorato di me dall'esibizione con Elettra... pensavo stessi guardando Elettra. Lei era la star."

"No," disse deciso, guardandomi dritto negli occhi. "Io guardavo solo te."

Per un attimo, rimasi senza parole. Le sue parole mi toccarono profondamente, più di quanto volessi ammettere. In quel momento, non era il cantante famoso che tutti ammiravano. Era solo Alberto, una persona vera che mi stava confessando qualcosa di importante.

Cercai di mantenere la calma. "E adesso? Cosa facciamo? Siamo chiusi in casa insieme, mentre fuori tutto si sta fermando." Cercai di sembrare tranquilla, ma dentro di me c'era un misto di emozioni che non riuscivo a decifrare.

Alberto mi guardò per un lungo momento, come se stesse riflettendo. "Beh, penso che potremmo iniziare imparando a conoscerci davvero. O almeno, possiamo provare. Che ne dici?" Fece una pausa, guardandomi con quel suo sorriso irresistibile. "Non ci conosciamo veramente."

Quelle parole mi toccarono ancora di più. Forse aveva ragione. C'erano così tante cose che non sapevamo l'uno dell'altro, e ora eravamo qui, senza distrazioni, con tutto il tempo del mondo a disposizione.

"Giusto. Forse potremmo iniziare da... non lo so, da cose semplici," dissi, cercando di alleggerire il momento. "Tipo, qual è il tuo dolce preferito?" Ridacchiai, cercando di mantenere l'atmosfera leggera.

"Lasciali stare i dolci classici," rispose lui, con un sorriso malizioso. "Io sono fissato con la granita e la brioche col tuppo. So che ora è troppo freddo, ma io sono fissato!"

"Ah, la granita! Mi piace troppo anche a me!" dissi, curiosa.

"È il mio comfort food, ti giuro!" continuò lui, con un entusiasmo contagioso.

"Dai, appena è estate la mangiamo," proposi, immaginando già il momento.

"Ma cheee! Si può mangiare anche ora, ma purtroppo siamo chiusi," ribatté, facendo una smorfia divertente.

"Allora facciamo così: se sopravviviamo a questo periodo, cioè se la nostra relazione sopravvive, appena usciamo andremo a fare una passeggiata a Messina. Così mi fai vedere la tua città e ci prendiamo la granita," suggerii, sentendo un brivido di eccitazione all'idea di esplorare insieme.

"Affare fatto!" rispose, il suo sguardo che brillava di entusiasmo. Ci stringemmo la mano. "Non vedo l'ora di mostrarti i posti migliori e di mangiare la granita."

"Quindi... siamo davvero bloccati qui," dissi a mezza voce. "Non possiamo uscire, mi fa strano."

Alberto si avvicinò, il suo tono era calmo e rassicurante. "Già. Ma forse non è una cosa così terribile. Magari possiamo approfittare di questo momento."

Lo guardai, cercando di capire cosa stesse pensando. "Approfittare? In che senso?" chiesi, anche se dentro di me avevo già intuito.

Alberto si avvicinò ancora un po', il suo volto ora vicinissimo al mio. "Nel senso che... potremmo davvero capire cosa c'è tra di noi."

Le sue parole mi colpirono come una scossa elettrica. Prima che potessi rispondere, sentii le sue labbra sfiorare le mie. Era un bacio lento, dolce, eppure pieno di emozione. Tutto ciò che avevamo cercato di reprimere esplose in quel momento. Risposi al suo bacio senza esitazione, lasciandomi andare completamente.

Quando ci separammo, i nostri occhi si incrociarono, e sentii che non avevamo più bisogno di parole.

"Ti desideravo da tanto," sussurrò lui, con la voce bassa e profonda. "Non ho mai smesso di pensarti da quella sera al teatro."

Lo guardai, ancora senza parole, ma con un sorriso che parlava per me. "Nemmeno io," ammisi finalmente. "Non sapevo se avrei mai avuto il coraggio di dirtelo."

Alberto mi prese la mano e la strinse. "Ora siamo qui, e non c'è niente che ci possa fermare."

Ci sistemammo di nuovo sul divano, vicini, le mani intrecciate. La sensazione di sicurezza e complicità era tangibile. Non sapevamo cosa succederà nei giorni seguenti, né quanto durerà questo lockdown. Ma una cosa era certa: noi due, in questo momento, eravamo esattamente dove volevamo essere.

Accendemmo un film, avvolti in una coperta calda, ma io continuavo a sentirmi un po' freddolina. Alberto, invece, sembrava non avere problemi: dormiva a petto nudo, la sua pelle calda e rassicurante mi faceva sentire protetta. Mi strinsi più a lui, cercando di condividere il suo calore mentre le immagini sullo schermo scorrevano.

"Sei sicura di non voler toglierti qualche strato?" chiese lui, con un sorriso malizioso, notando come la mia faccia si nascondesse nel cuscino.

"No, no, voglio stare sotto questa coperta con te," risposi, ridendo mentre affondavo la testa nel suo abbraccio.

"Ma dai, ci sono così tante coperte qui," disse, allungando una mano per sistemare la coperta attorno a me. "Posso anche offrirti una maglietta."

"E tu come farai?" domandai, con un sorriso malizioso.

"Non preoccuparti per me," rispose, facendo spallucce. "Ho sempre caldo."

"Ma come fai? Io ho sempre freddo," dissi, ridendo. "A meno che tu non sia disposto a scaldarmi con i tuoi abbracci."

"È esattamente quello che ho in mente," disse, spostando le braccia attorno a me e tirandomi più vicino. La sua pelle calda mi avvolse, e la sensazione di sicurezza era indescrivibile.

Mentre il film proseguiva, mi accorsi che ci perdevamo nei nostri pensieri. "Hai mai pensato a come sarà la nostra vita dopo tutto questo?" chiesi, guardando il suo profilo illuminato dalla luce dello schermo.

"Ogni giorno," rispose Alberto, il suo sguardo che si fece serio. "A volte mi preoccupo, ma credo che tutto andrà per il meglio. L'importante è che ci siamo noi due."

"È vero," concordai. "È strano pensare a quanto ci sia cambiato tutto. Solo qualche settimana fa, la vita era così diversa."

"Ricordi la nostra prima volta insieme?" chiese lui, facendo un sorriso nostalgico. "Tutto è successo così in fretta, eppure sembra un'eternità fa."

"Sì, era così surreale," risposi, ridendo. "E adesso eccoci qui, chiusi in casa, a guardare un film e a parlare del nostro futuro. Non avrei mai pensato che un periodo del genere ci avvicinasse così tanto."

"È tutto merito della granita e della brioche col tuppo," scherzò, facendomi ridere. "Ma a parte gli scherzi, credo che questo lockdown ci abbia dato l'opportunità di conoscerci

"Sì," concordo. "E anche che possiamo affrontare qualsiasi cosa insieme."

Lo guardo negli occhi, vedendo il riflesso delle mie stesse emozioni. In quel momento, capisco che siamo destinati a vivere questa avventura insieme, affrontando qualunque cosa la vita ci riservi. Non sapevo cosa ci aspettava, ma con Alberto al mio fianco, ero pronta ad affrontare qualsiasi sfida.

Destini IncrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora