Quell'anno scolastico stava cominciando una merda, e già m'ero rotta le palle.
Innanzitutto, Lorenzo non mi cagava più. Cioè, mi cagava ancor meno di prima. Stava sempre con Diana, con Berto e con la tizia nuova che era arrivata da poco. E stava sempre su quel sito di merda pieno di maniaci. C'ero anch'io, in realtà: mi ero iscritta sperando di conoscere qualche ragazzo carino, ma quel posto era un puttanaio e non avevo concluso nulla. Poi avevo deciso di creare un altro profilo, falso, per divertirmi un po'. Non mi divertivo comunque.
Negli ultimi giorni, comunque, stavo tentando di dimenticarmi di Lore. Probabilmente io amavo lui e lui amava me, ma il rapporto era troppo danneggiato per tornare ad essere quello di prima, e quindi meglio amici come sempre e stop. Anche perché, se avessi deciso di tornare con lui, avrei dovuto confessargli tutta la questione di Berto e della foto, e non ne avevo proprio voglia.
Quel mattino di inizio ottobre mi ero svegliata con l'intenzione di partire da zero. Per la prima volta non provavo nulla di serio per Lorenzo, la voglia di vederlo - anche da lontano - stava iniziando a svanire. Era un buon segno, secondo me. Era sparita anche la voglia di farmelo? No, quella mai, ma... un passo alla volta, insomma.
In classe lui stava - ovviamente - col cellulare in mano, seduto accanto a Diana. Davanti a loro c'erano Roberto e Melania, o Melissa. Boh, quella tipa parlava talmente poco che ancora non riuscivo a memorizzare il suo nome.
«Ciao» dissi, un po' a tutti e quattro. Da quant'era che non parlavo con Diana? Era diventata più carina, dopo l'estate.
Roberto alzò per primo lo sguardò e, per un istante, assunse un'espressione persa in viso: ero certa che si stesse chiedendo come rispondere a quel saluto. Era sempre melodrammatico, che palle. Dimmi ciao e basta, fa' un sorriso e sta' zitto. Oppure fatti prendere dall'ansia e fatti sgamare dal tuo migliore amico, a te la scelta.
«Oh, ciao» disse infine. Lorenzo bloccò il cellulare e lo lasciò sul banco, poi alzò la testa e mi rivolse un sorriso.
Allora, va bene, le farfalle c'erano ancora. E' inutile negarlo, quel ragazzo mi faceva ancora effetto. Però boh, era un effetto minore, rispetto a prima. Suppongo che ad un certo punto ci si abitui all'assenza di qualcuno, per quanto la sua fosse stata tutta colpa mia.
Melania/Melissa mi guardò per un attimo, poi distolse lo sguardo e tornò a posare gli occhi sul quaderno che aveva davanti. Ma che studiava a fare? Tanto all'interrogazione di inglese non aveva spiccicato parola, e la prof aveva dovuto portarsela fuori, perché parlasse un po'. Alla fine aveva preso nove meno, d'accordo, un ottimo voto, ma era proprio necessaria tutta la sceneggiata annessa?
Comunque, per qualche secondo ci fu un silenzio imbarazzante, poi decisi di buttare un argomento a caso.
«Tutto bene? E' da un po' che non parlo con voi», dissi. Diana fece una smorfia guardando Berto davanti a lei: probabilmente sapeva che in realtà lui l'avevo visto neanche dieci giorni prima.
«Eh, sì, è da un po'. Tu come stai?» rispose Lorenzo. Aspettava un messaggio, e lo vedevo dal modo in cui guardava quel telefono ogni due per tre. Un messaggio di chi? Di sua madre? Di un'altra ragazza? Di me, su nonmoriresolo? In ogni caso, aveva già rimpiazzato Michela. Bello stronzo, perché giustamente quando la tua ragazza ti manda una foto mentre è a letto con un altro tu la lasci e basta, mica tenti di cambiare e di darle più attenzioni per far sì che non succeda più, no no. Ottimo ragionamento.
«Buongiorno, seduti che siamo già in ritardo» disse la prof di scienze mentre entrava in classe a passo spedito. Quanto mi sta sul cazzo questa, pensai. Neanche arrivava a trent'anni ed era ancora una bambina, passava le serate in discoteca e poi si lamentava con noi se eravamo indietro col programma. Ma cazzo ti lamenti, che arrivi sempre con venti minuti di ritardo? Porca.
«A dopo» sussurrai, e andai a sedermi vicino a Beatriz, dall'altro lato della classe.
«Hola, italiana!» mi disse sorridendo. Aveva un bell'accento spagnolo, lei. Io invece avevo un bell'accento incazzato, dopo aver capito che il gruppo di quei tre non mi voleva più nelle loro vite. Però io mi sentivo sola, alla fine mi mancavano un po' tutti. Lorenzo era un ragazzo meraviglioso, che fosse il mio fidanzato o no. Roberto era un simpaticone, ed era convinto che io fossi stata la sua prima volta. Diana invece... beh, Diana la consideravo uguale a me. Stavamo instaurando una bella amicizia qualche mese prima, poi invece era crollato tutto.
Melania armeggiava col cellulare, mentre la prof vacca spiegava. Era nascosta dietro il pilastro, seduta verso l'interno, quindi era praticamente invisibile. In realtà sarebbe stata invisibile anche seduta al primo banco centrale, ma quella mattina era ancora più seria e silenziosa del solito. Con chi si scriveva? Con Lorenzo, forse? No, che senso aveva? Cioè, erano seduti praticamente vicini. Però lei lo guardava in modo strano, adesso che ci pensavo. A volte gli rivolgeva lo sguardo e poi lo allontanava rapidamente, sicura che nessuno lo notasse. Ma io lo notavo, mia cara stramba. Michela nota tutto.
«Oh, Michi, guarda qua» mi chiamò Beatriz. Aveva aperto il profilo di Lorenzo su nonmoriresolo.
Rilessi le informazioni che già conoscevo a memoria:
Città: Milano
Data di nascita: 13 febbraio 1998
Sesso: Uomo
Mi piacciono: Donne
Bio: A volte la vita ci mette davanti a cose che non vorremmo vivere, eppure dobbiamo accettare questi eventi e cercare di trarre il meglio da ogni situazione. Mi ritengo un ragazzo maturo (per la mia età, almeno), e non sono qui per cercare moglie, né tantomeno per trovare una tipa da una botta e via. Più che altro mi annoiavo e, una sera, ho deciso di iscrivermi. Se vi va di fare quattro chiacchiere, io sono sempre disponibile. Ah, mi chiamo Lorenzo e ho diciassette anni! (A <3)
Sorrisi. Poi mi crollò un po' il mondo addosso. Un po', però. La settimana precedente mi sarei messa a piangere, dopo aver letto quella A, ma ora... boh, non mi dispiaceva più di tanto. Significava solo che lo stavo perdendo - o che magari l'avevo già perso completamente - ma di quello me n'ero resa conto da tempo. Mi dispiaceva tanto per il semplice fatto che mi rendevo conto di essere facilmente sostituibile. In fondo che cazzo avevo fatto di così grave? Se mi avesse amato davvero mi sarebbe rimasto accanto, sicuramente. Che palle. Però... però quella "A" ad un certo punto mi fece ben sperare, lo ammetto.
Collegai tutto.
A. Dovevo essere io.
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Dimmi che esisti
Teen FictionCosa succede quando non sai di chi sei innamorato? La storia di Lorenzo si intreccia a quella dei suoi migliori amici, Diana e Roberto, alla spasmodica ricerca di se stessi durante l'ultimo anno di liceo, impegnati tutti e tre a risolvere un mistero...