Cap. 28 - Garrett. E perché io devo fare l'idiota su una capanna?

551 36 4
                                    

Il giorno della Vigilia di Natale...

_❆ . ❆ ❆ ❄️ ❆ ❆ . ❆_

La nonna di Tammy dirige i lavori anche da sopra una carrozzina, che io stesso sto spingendo.

Il suo medico, che poi sarei io, le ha concesso le dimissioni proprio oggi, il giorno della Vigilia di Natale, perché sapeva quanto ci tenesse a passarla a casa con la sua famiglia e non da sola su un letto d'ospedale.

Il fatto che adesso sia pomeriggio inoltrato e lei si trovi all'esterno e con me, dev'essermi sfuggito da qualche parte.

«Maria non può avere addosso un pumino d'oca, devi levartelo!», ordina alla donna incaricata di quel ruolo nel presepe vivente, mostrandosi incattivita.

«Ma fanno meno cinque gradi!», si lamenta lei allargando le braccia.

«Beh, mettiti due magliette termiche sotto. E vedi di nasconderle bene, non devo neppure intravederle».

Poi schiocca le dita come se fossi ai suoi servizi, indicandomi poco più lontano, dove vicino ad un banchetto di verdure si trovano i Re Magi, che stanno chiacchierando animatamente.

La madre di Tammy mi ha chiamato questa mattina chiedendomi se più tardi potevo accompagnare Iolanda qua. Voleva a tutti i costi assicurarsi che tutto procedesse a dovere prima di stasera, ma lei e il marito lavoravano e Tammy stava facendo gli ultimi regali in centro, perciò nessuno poteva stare con lei.

Ho accettato senza pensarci due volte, perchè questa donna è sempre stata la mia seconda preferita in quella famiglia e stare con lei può solo farmi ridere.

Spingo la sua carrozzina fino ai piedi dei tre Re Magi e lei si schiarisce la voce, attirando la loro attenzione.

Si girano di scatto, indossano colorate tuniche che gli arrivano fino ai piedi e tre copricapo della medesima tonalità. Sono tre omuncoli vestiti come se fosse carnevale, il che ai miei occhi li rende terribilmente buffi.

Devo concentrarmi molto sui respiri per non scoppiare a ridere.

«Voi che doni avete preparato?», chiede loro altezzosa, sollevando un filo il mento.

«Oro finto», risponde il primo sollevando degli oggetti dorati.

«Incenso», dice il secondo facendo oscillare nell'aria l'ampolla, che mi porta a tossire e a coprirmi il naso, quasi intossicato.

«Canditi!», esclama il terzo, con un ampio sorriso e un cestello tra le mani.

Iolanda sgrana gli occhi, sporgendosi meglio sulla carrozzina per mettere a fuoco il contenuto. «Canditi???».

«Non abbiamo trovato la mirra e questi ci somigliavano», si giustifica con un'alzata di spalle. Poi tutti e tre camminano via, come a darsi alla fuga prima di subire l'ira impellente di Iolanda.

Lei fa tanto d'occhi, ma si ricompone in fretta scuotendo la testa e colpendosi con la mano la fronte.

Facciamo un ultimo giro dell'angolo cittadino in cui è stato allestito il presepe vivente, per assicurarci che tutto sia apposto. Qualcuno sta finendo di sistemare ora la capanna di Giuseppe e Maria, spargendo della paglia per terra e valutando se la culla in legno che hanno costruito sia abbastanza stabile per uno dei pochi neonati disponibili al momento a Whitefield.

La famiglia è stata particolarmente contenta di offrirlo come protagonista della storia, sentendosi probabilmente dei vip in paese.

Una donna armata di ago e filo, seduta dentro ad una baracca fatta in legno e pesanti coperte, ritocca gli ultimi dettagli sui costumi della gente, appuntando sciarpe alle donne come se fossero copricapi per il freddo, e corde sulle teste degli uomini, per abbellirne i cappelli.

La sciarpa che salvò (incasinò) il Natale.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora