Cap. 31 - Garrett. È arte moderna, mamma.

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27 Dicembre...

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Tammy non aveva mai visto "Mamma ho perso l'aereo" prima di oggi. E avendo come nonna la signora Iolanda, paladina del Natale, la cosa non ha potuto che sembrarmi assurda e terribilmente sbagliata.

Per questo lo stiamo guardando proprio adesso, stravaccati sul divano di casa dei suoi, mentre loro sono in negozio e la neve continua a fioccare ininterrotta fuori dalla finestra.

Credo sia questo l'unico motivo che stia trattenendo Tammy dal lanciarsi via da casa sua e scappare, piuttosto che guardare un film natalizio insieme a me, quando il Natale sta già diventando un ricordo nella sua testa.

Infila la mano nella ciotola dei pop-corn che abbiamo preparato, riempiendosi la bocca. «Quindi se lo sono davvero dimenticati a casa?», domanda incredula aggrottando la fronte.

Annuisco, allungando una mano verso la ciotola di cui detiene ormai il monopolio.

Lei si volta verso di me con aria sbigottita. «E i ladri? Sono il duo di criminali peggiore che abbia mai visto! Andiamo, quello si è preso un ferro da stiro in faccia!».

Ridacchio, continuando a guardare lo schermo, dove il film ormai si avvicina sempre più alla fine.

«Credo che avrei rinunciato ad entrare nella casa subito dopo la maniglia rovente», commento io.

Tammy fa spallucce. «Sono ostinati, bisogna concederglielo». Si infila un'altra generosa manciata di pop-corn in bocca, facendomi sorridere. «Non immagino la faccia della madre quando vedrà il disastro che ha combinato Kevin».

«È arte moderna, mamma», lo scimmiotto avvicinandomi a lei con finta faccia innocente.

Tammy scoppia a ridere facendo cadere qualche pop-corn giù dalla ciotola e getta la testa indietro, sulla spalliera del divano.

È così bella e spensierata che mi perdo a guardarla come spesso mi capita di fare. Mi incanta, quando parla, quando ride, persino quando non fa assolutamente nulla.

Nel momento in cui risolleva la testa sta ancora ridacchiando, i suoi occhi sorridono mentre si volta verso di me e inclina la testa di lato, come a voler cercare di intuire i miei pensieri.

Non li vuole davvero sapere.

Poi però, i suoi occhi si tingono di un'altra sfumatura, come se avesse capito, il suo sorriso si affievolisce un po' e lo sguardo si sposta sulla mia bocca per poi tornare in fretta sui miei occhi.

«A cosa pensi?», mi chiede.

«A cose inappropriate da fare sul divano dei tuoi genitori».

Tamara mi fissa ancora per qualche secondo, prendendosi il labbro tra i denti e adesso sono io a voler sapere a cosa stia pensando.

Sposta la ciotola di pop-corn sul tavolino di fronte, per sedermisi poi in grembo. Le mie mani si spostano istintivamente sui suoi fianchi, mentre lei si abbassa fino al mio volto. «Be', io invece vorrei proprio che tu mi stessi toccando in modo inappropriato adesso».

Spingo i fianchi verso l'alto per andare incontro ai suoi e sorrido quando lei trattiene un gemito. «Tuo fratello?».

«Da mia nonna».

«Megan e Bruce?»

«Trekking. Per smaltire tutto il cibo di questi giorni».

«Quindi non c'è nessuno a casa», desumo guardandola già con un accenno di sorriso.

La sciarpa che salvò (incasinò) il Natale.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora