«Cosa vuol dire che è in aeroporto?»
Garrett aveva smesso di respirare esattamente pochi istanti prima, quando sua madre era rientrata in casa con la spesa abbracciata addosso e aveva aspettato di scaricare tutto a terra per dargli la notizia.
Le parole fino a quel momento erano state poche e la sua testa era ancora incatenata alle prime, gli era stato impossibile ascoltarne altre.
"Tamara se ne è andata. È in aeroporto."
La madre di Garrett lasciò tutto a terra e camminò fino al divano dove era seduto il figlio. «Ho trovato sua madre e sua nonna al supermercato, erano così spaesate. Ha deciso tutto all'ultimo secondo, senza dar loro modo di metabolizzarlo. Oh Garrett ma perché, che è successo?».
Altre parole di cui lui aveva colto poco e niente.
"Ha deciso tutto all'ultimo secondo."
Fissò il pavimento dove i suoi piedi avevano iniziato a battere nervosamente e i suoi pugni a stringersi sopra alle ginocchia.
Tammy se n'era andata?
Se era in aeroporto in quel momento, doveva essere partita presto questa mattina. L'unico era quello di Lebanon e distava almeno quattro ore da qui.
Doveva essere salita su un treno, Garrett se la immaginò con una grossa valigia mentre attraversava la piazza cittadina e aspettava su una panchina di salire sulla carrozza.All'improvviso la rabbia non fece che continuare a crescere.
Fissò sua madre, ma non la vedeva davvero. «Dove sta andando?».
Lei strinse la labbra e posò una mano sopra a quella del figlio, come se ne comprendesse la reazione. «Miami, Florida. Ha vinto una borsa di studio per un'accademia, sua madre ha detto che hanno un ottimo programma di fotografia».
Florida.
«Ha diciotto anni e si sta trasferendo dall'altra parte del paese. È una mossa da sconsiderati». Balzò in piedi, spedito verso l'uscita.
«Garrett...», tentò di fermarlo la madre, sollevandosi qualche istante dopo.
Ma lui aveva già afferrato il suo giubbotto dalla parete e si era ormai sbattuto la porta di casa alle spalle.
Fuori era freddo, ma non lo sentiva. Come avrebbe potuto farlo quando lei se ne stava andando, anzi se n'era ormai andata, senza avvertirlo?
Perché avrebbe dovuto farlo giusto? Avvertirlo, insomma. Non poteva essere chiaro solo a lui, non poteva averlo sentito solo lui per tutto quel tempo.
Stava camminando ma non sapeva bene dove. Gli balenò in testa l'idea di andare in aeroporto, ma non sarebbe mai arrivato in tempo.
Afferrò il suo telefono dalla tasca dei pantaloni e scorse in fretta il registro delle chiamate.
Non c'era nulla.
Anche i messaggi erano vuoti, non che si parlassero con cadenza regolare via sms o per telefono, ma dannazione in quel caso avrebbe dovuto esserci qualcosa.
Sapeva che se ne sarebbe andata un giorno, perché in qualche modo sembrava stare stretta in quel posto, ma non pensava sarebbe stato così.
Insomma, non si erano mai baciati, erano stati a pochi centimetri così tante volte, ma solo per litigare, solo per ringhiarsi addosso o per provocarsi.
Ma a Garrett era sembrato che loro volessero farlo, che lo desiderassero solo per avere la scusa di stare vicini.Non c'era mai stata una dichiarazione da parte di nessuno dei due, nemmeno un accenno, ma per lui era tutto così tanto chiaro.
Tutte quelle cose da veri innamorati non contavano per loro, non quando avevano fatto così tante altre cose. Erano cresciuti insieme, si erano cercati con gli occhi nei corridoi della scuola e con i piedi sotto al tavolo di ogni festa, fingendo di darsi calci. Erano sempre l'uno nelle parole dell'altra, per quanto pungenti potessero essere. Si erano sfidati ad ogni sorta di gioco, qualsiasi fosse il numero di partecipanti loro erano sempre nei due schieramenti opposti pronti a farsi guerra.
Garrett era lì quando Tammy è nata.
Erano insieme il primo giorno di scuola, perché Tammy era primina e anche di fine anno, perciò era stata ammessa nella sua stessa classe. Non conoscevano nessun altro ancora e si erano seduti vicini, anche se lei aveva provato a temperare il dito di lui mentre non guardava.
Lo stesso valeva per la scuola media e per il liceo. In quest'ultimo, ormai Tammy si rifiutava categoricamente di sedersi vicino a lui, ma quando entrò in aula il primo giorno e vide che Garrett era già lì dentro, in qualche modo parve sollevata.Senza rendersene conto avevano sempre fatto tutto insieme.
Fino a quel momento.
Garrett non si sentiva solo confuso o arrabbiato.
Si sentiva tradito.Non era solo innamorato di lei. Tammy era la sua migliore amica e la sua miglior nemica allo stesso tempo e il fatto che lei non gli avesse dato modo di dirglielo, gli faceva venire voglia di rompere tutto.
Si erano accompagnati in ogni loro anno di vita, non c'era giorno in cui Garrett non avesse visto Tammy o viceversa, trovando le scuse più stupide. Erano diciotto anni che si spalleggiavano senza rendersene conto, che c'erano l'un l'altro quando ne avevano bisogno.
Possibile che lei non lo avesse mai notato?
Il suo telefono vibrò nel suo palmo, quasi non ricordò di averlo ancora.
Lo fece illuminare in fretta con il cuore in gola, ma era solo un nuovo messaggio di Dylan.
DYLAN: Tamara se ne va? Che accidenti le è preso? Tu stai bene?
Non ricordava di averlo mai spento così velocemente.
Che razza di domanda era stai bene?
Nel tempo successivo che lui impiegò per raggiungere la stazione di Whitefield, il suo telefono vibrò parecchie altre volte e ogni volta la sua rabbia montò sempre di più.
Tutte quelle persone si sentivano in dovere di scrivergli e lei era l'unica che non se ne era resa conto?
Non aveva idea di quanto tempo passò sulla panchina della stazione, in attesa che Tammy ci ripensasse e si rendesse conto di essersi dimenticata qualcosa, di essersi dimenticata lui.
Immaginava il momento in cui l'avrebbe vista scendere dalla carrozza, quell'enorme valigia in mano e l'espressione triste.
Lui sarebbe stato lì.
Le sarebbe corso incontro, l'avrebbe odiata per qualche minuto per non avergli detto nulla di cosa volesse fare e poi l'avrebbe stretta a sé.
Le avrebbe detto che era pazzo di lei e che era una stupida a non essersene mai resa conto.Nel frattempo teneva vicino a sé il telefono.
Ma questo non si illuminò mai col suo nome, né quel giorno né negli otto anni successivi.
Man mano diventò sempre più buio e nessun altro treno raggiunse lì il capolinea.Il suo cuore però lo fece.
_❆ . ❆ ༄ ❆ ❄️ ❆ ༄ ❆ . ❆_
Buon anno a tutti!! Che sia pieno di salute, felicità, sogni e belle cose♥️
Intanto noi siamo a -2 capitoli alla fine👀
In questo capitolo volevo portarvi nella testa di Garrett a quel famoso "8 anni prima..." dove già si capivano molte cose🫶🏻- Jackye :)🩵❄️
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La sciarpa che salvò (incasinò) il Natale.
ChickLitTammy non odia il Natale. Tammy è la diretta discendente del Grinch, suo nonno in persona, che le ha insegnato come fingere entusiasmo di fronte alle sminuenti domande del resto dei parenti e tutto quello che sa su come scartare un paio di mutandoni...