Cap. 26 - Tammy. Vai e lanciati tra le braccia del Dio greco.

567 35 5
                                    

Sei giorni a Natale...

_❆ . ❆ ❆ ❄️ ❆ ❆ . ❆_

«Ho baciato Garrett Allan».

«Come sarebbe a dire che hai baciato Garrett Allan???», urla la voce di Ava, la mia migliore amica, dall'altro capo del telefono. La sento mentre fa sbattere l'anta di quello che deve essere il suo armadio. «Quel Garrett Allan? Quello del New Hampshire, quello con cui sei cresciuta insieme e al quale hai dato il tormento?».

Mi siedo a gambe incrociate sul letto di camera mia. «Io non gli ho dato il tormento. Lui l'ha dato a me».

«Secondo me siete ad un solido pari merito».

Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.

Solo il ricordo dell'altra sera mi provoca un formicolio allo stomaco e mi tocca coprirmi la faccia con le mani.

Ho baciato Garrett Allan.

Ho baciato Garrett, ho baciato Garrett, ho baciato Garrett.

«Ma ti ha baciato lui o l'hai baciato tu?»

«Non lo so, ha importanza?»

«Vitale importanza».

Mi prendo il labbro inferiore tra i denti, mentre rivivo nella mia testa la scena.

Il bussare alla porta. La cena che viene consegnata in camera. Io che sbatto la testa contro il legno dell'entrata per cercare di darmi un tono perché stavo letteralmente bruciando. E poi la lingua di Garrett nella mia bocca ed io che mi struscio disgustosamente addosso a lui mugolando.

Stringo le labbra. «Credo di averlo fatto io. Ma lui erano giorni che mi minacciava di farlo».

«Giorni?»

«Anche settimane forse».

Si sente uno schianto e spero che non sia volata a terra. «Ommioddio Tammy, settimane! Ma quando vi siete baciati?».

«Due giorni fa».

«Due giorn- Perché accidenti hai aspettato tutto questo tempo a chiamarmi?», sbotta alla fine e la immagino mentre mi guarda male da capo a piedi, come fa sempre.

«Ero nel panico», mi giustifico strattonandomi i capelli, perché lo sono anche adesso.

«Aspetta, ha Instagram?», prima che possa risponderle che non ne ho idea, perché anni fa mi sono auto-imposta di non stalkerarlo sui social, si sente il suo dito picchiettare frettolosamente sullo schermo e poi di colpo il silenzio. «Porca zozz-».

«Ava!»

«Di che accidenti ti lamenti? Hai limonato con un Dio greco! Ed è pure simpatico».

La mia curiosità vince sull'autocontrollo e metto la mia amica in vivavoce, cominciando a digitare il suo nome su Instagram.

«Garrett non è simpatico. È una spina nel fianco». Sento una voce urlarmi nella testa bugiarda bugiarda bugiarda.

Dalla foto profilo lo individuo come terzo suggerito nella barra delle ricerche e il mio dito aleggia qualche millimetro sopra prima di toccarlo.

«Dalle cose che mi hai raccontato mi sembrava parecchio simpatico. Ed è comunque un Dio greco».

«Non sei affatto d'aiuto».

Il profilo social di Garrett mi si mostra sotto agli occhi e sento lo stomaco sprofondare.

Porca zozza davvero.

La sciarpa che salvò (incasinò) il Natale.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora