Capitolo 5

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POV VIRGINIA
Apro gli occhi e vedo la luce entrare dalla finestra. Scendo per fare colazione e non trovo nessuno. Meglio così. Quando poi arrivo in cucina trovo sul tavolo un vassoio con una super colazione e un biglietto di mia madre: "Buon primo giorno di scuola amore mio". Ma non l'hanno ancora capito che ormai con queste gentilezze non mi conquistano? Mangio controvoglia la colazione e mi dirigo verso la mia nuova scuola. Preferirei entrare con Francesca, fare finta di niente e non essere notata, ma la preside ha insistito per farmi entrare poco dopo l'inizio della lezione, in modo da avere tutti gli occhi puntati addosso. Che cosa bella no? Non è che sono timida, sono diffidente.
Raggiungo la preside in presidenza e mi scorta verso la mia nuova classe. Mi annuncia: "Buongiorno ragazzi, da oggi avrete una nuova compagna di classe, si chiama Virginia. Aiutatela ad ambientarsi per favore." Questa frase mi da la nausea, è la stessa che aveva usato la preside della scuola di Palermo, e poi sappiamo come é andata. Francesca lo nota subito cosí interviene in mio aiuto: "Non si preoccupi, è la mia migliore amica quindi Virgi muoviti e vieni vicino a me". Sorrido, la adoro.
Finiscono le lezioni e io e Fra andiamo verso casa insieme
F: "Allora oggi inizi i corsi?"
V: "Si, sono un po agitata, ma niente mi fermerà"
F: "Con questa determinazione andrai lontano lo sai? Sono fiera di te. Ci vediamo dopo la lezione, ce l'abbiamo allo stesso orario. E non fare troppo l'asociale okey?"
V: "Non ti prometto niente. A dopo"
Arriva l'orario della lezione e mia madre mi porta in macchina alla scuola. Sono arrivata appena in tempo e dato che mi devo ancora cambiare rischio di arrivare in ritardo in sala. Così esco dallo spogliatoio in tutta fretta, con i capelli tutti spettinati, le mollette per farmi lo chignon e le scarpette in mano.
Cammino veloce e ad un certo punto qualcuno mi viene addosso e mi fa cadere tutto di mano. Io sbuffo e mi affretto a raccoglierli, questo qualcuno si abbassa e tenta di aiutarmi chiedendomi scusa, ma io lo scanso via: "Lascia stare" dico con il mio solito tono brusco, e nel dirlo alzo gli occhi e lo vedo. È un ragazzo, credo sia più grande di me, ed é facilmente distinguibile dagli altri per i suoi occhi verdi. Lui mi guarda storto e chiede gentilmente: "sei sicura che non hai bisogno di una mano? Sei nuova, forse hai bisogno di sapere dove è la tua sala..."
"Ti ho detto di lasciare perdere, faccio da sola." dico fermamente
"Okey, stai calma." Così dicendo se ne va e non posso fare altro che pensare che sto qui mi sta già sui nervi. Ma quanto ci vuole a capire che non ho bisogno di aiuto e che non voglio essere aiutata? Mah, certa gente

ANGOLO AUTRICE: Scusatemi tanto, ho avuto qualche problema e non sono riuscita ad aggiornare. Che ne dite? Vi sta piacendo? Fatemi sapere 😘

Io credo nel destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora