Capitolo 38

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POV VIRGINIA
V: "Ciao!"
C: "C...ciao!"
Parla con aria confusa, smarrita, come se non capisse bene qualcosa. Non è che sta cercando un modo carino per non far capire che non gli piaccio? Iniziano a venirmi le paranoie, ma in questi due anni ho imparato a mascherare le cose ed è proprio ciò di cui ho bisogno adesso. Così cerco di parlare con finta aria disinvolta
V: "Allora come stai? La schiena è a posto dopo aver dormito per terra?"
Rido per mascherare quello che sarebbe un sorriso imbarazzatissimo. Ride anche lui, oddio che sorriso smagliante, vivo, rassicurante. In questo momento stiamo ridendo tutti e due, la mia è una falsa risata, la sua non so... Sta di fatto che continuiamo a fissarci negli occhi. Ma io non lo capisco. Lui ha due occhi perfetti, da favola ma i miei sono dei semplici occhi marroni, non capisco il perché lui li guardi così... così come io guardo io suoi. Okey, devo smetterla di immaginarmi le cose; non c'è un motivo preciso per cui mi sta fissando gli occhi, semplicemente è un ragazzo educato che quando parla con una persona la guarda negli occhi. La situazione sta diventando parecchio imbarazzante ma io non so proprio cosa dire. Per fortuna ci pensa lui
C: "Tu vai da qualche parte per il ponte?"
V: "Nono, rimango qui a Trecastagni. Tu invece?"
C: "Io vado a Napoli dal cugino di mia madre, ci troviamo li con tutta la famiglia"
V: "Wow e quando parti?"
C: "Domani mattina e sto via fino alla fine del ponte"
V: "Capito"
Quindi avrò ben 5 giorni per stare un po' da sola, forse anche Fra parte. Da un lato sono contenta di non vederlo, servirà per non pensarci, ma dall'altro lato mi chiedo: "Come farò a non incrociare quegli occhi per 5 giorni?"
Intenta come sono a fare considerazioni che mai avrei pensato di fare non mi rendo conto che è calato un silenzio ancor più imbarazzante di prima. Fortunatamente è ancora Cristian a romperlo
C: "Allora... Chi sono quelli della tua classe?"
Mi guardo un attimo in giro, scusa perfetta per prendermi una pausa dallo sguardo fisso in quel paio di occhi verdi, e indico un gruppetto di ragazzi a Cri
V: "Li ce ne sono alcuni, gli altri non mi sembra siano ancora arrivati"
C: "E Francesca?"
V: "Ehm siamo arrivate insieme, poi è scappata. Probabilmente aveva appuntamento da qualche parte con il tizio"
Io e Cri ci guardiamo un secondo e sta volta scoppiamo a ridere sul serio.
C: "Eh brava la nostra Fra!"
V: "Pensa che non mi aveva raccontato niente!"
C: "Perché tu glielo racconti quando ti piace qualcuno o quando ti sei messa con un ragazzo?"
Oddio ma che razza di domande sono?
V: "Ehm veramente non ce n'è mai stato il bisogno, non mi è mai successo"
C: "Non sei mai stata con qualcuno?"
V: "Ehm... No"
C: "Ehi tranquilla non è mica una cosa di cui bisogna vergognarsi, anzi! Ma ci sarà stato qualche ragazzo che ti è piaciuto no?"
No Cristian. O per meglio dire, c'è ORA un ragazzo che mi piace. Ma lo ho a malapena ammesso a me stessa, figurati dirlo a Fra... Figurati dirlo a TE!
V: "Mah...veramente..."
Fortunatamente veniamo interrotte dalla rappresentante della mia classe, in questo momento la sto benedicendo.
Rappresentante: "Oh ciao Virgi che bello che sei venuta" e mi abbraccia. Ma se non mi ha mai neanche rivolto la parola? Adesso così dal nulla viene e mi abbraccia come se fossimo amiche strette? Qua c'è qualcosa che puzza.
Rappresentante: "Oh ma chi é questo bel ragazzo? Perché non me lo presenti"
Eccola, la solita gatta morta. Ma che cosa vuole, non può andarsene dalle sue amichette e lasciarci stare?
V: "Ehm... Si lui è..."
C: "Piacere io sono Cristian"
Le dice dandole la mano
Rappresentante: "Il piacere è mio, Lidia"
Questa stretta di mano mi sta facendo salire i nervi, e mi sta dando molto molto fastidio. Vederlo che le sorride mi inizia a far uscire il fumo dalle orecchie... Ma cosa pretendo? Mica è di mia proprietà.
L: "D'accordo, io vado ma se
AVETE bisogno SAPETE dove trovarmi"
Dice indicando un tavolo. Ha parlato al plurale, ma lo ha fatto guardando fisso Cristian, il che rende il messaggio diretto a lui. Che nervi!
C: "Ei, che hai?"
V: "Io? Niente"
Cristian mi guarda con uno sguardo di chi la sa lunga
V: "Oh niente, é solo che quella ragazza non mi sta simpatica"
C: "Ma a te non sta simpatico nessuno" ironizza lui
C: "Comunque neanche a me"
Mi rilasso, quest'ultima cosa che ha detto mi ha fatto calmare improvvisamente. Sono molto più tranquilla.
V: "Dai andiamo un po a ballare" e lo trascino.
La musica parte, è tutta disco, fortunatamente niente lenti o cose del genere. Quando ballo, anche in discoteca, è l'unica situazione in cui non mi vergogno e non mi curo minimamente della gente che mi sta intorno. Così mi scateno come tutti gli altri. Dopo un pó non vedo più Cristian, in tutto quel casino ci siamo allontanati. Lo intravedo parlare con alcuni ragazzi, probabilmente della sua età, e mi stupisco di come faccia in fretta ad ambientarsi. Passa il tempo e io mi sto divertendo, però sono un po in tensione perché non lo vedo più. "Sarà andato in bagno" penso. Dopo un po finalmente lo vedo che si incammina da solo verso il cortile. Ma è successo qualcosa? Cerco di farmi strada tra la marea di ragazzi e ragazze che ballano, ma essendo dal lato opposto della sala ci metto un po' ad arrivare alla porta che da sul cortile. Esco e non vedo nessuno. Il cortile è molto carino, con alberi e panchine in marmo bianco, ci sono parecchie siepi e mi inoltro un po fino a che non lo vedo seduto su una panchina nascosta da una di queste folte siepi. Prendo coraggio e mi avvicino
V: "Ei... Posso?"
C: "Certo"
V: "Come mai qua tutto solo?"
C: "Niente mi sentivo un po a disagio"
V: "Tu? A disagio?"
C: "Si sai... Mi vergogno a stare in mezzo ad una sala e ballare davanti a tutta quella gente che non conosco. Diciamo che la discoteca non fa per me ecco"
V: "Ei ma allora perché sei venuto? Mica mi offendevo se non accettavi eh"
Cristian abbassa la testa, ma non mi é sfuggito il fatto che è arrossito. Ma perché? Ho detto qualcosa che possa averlo messo in imbarazzo? Cerco di rimediare sviando un po'
V: "Comunque di che ti dovresti vergognare scusa? Sei un ballerino eccezionale, sei bello, che vuoi di più?"
OH CAZZO VIRGINIA COSA HAI DETTO! Se volevo migliorare la situazione beh, l'ho peggiorata mille volte di più. Sono sorpresa, troppo sorpresa, che abbia lasciato uscire dalla mia bocca queste parole, ma mi è venuto istintivamente. Anche lui è sorpreso, e allo stesso tempo imbarazzatissimo.
C: "Oh ehm... Grazie"
V: "Figurati"
Distogliamo entrambi lo sguardo. Faccio finta di essere particolarmente interessata da quell'alberello dai fiori bianchi. Mi concentro su essi, li esamino petalo per petalo con la vista, ma in fondo so che mi sono cacciata in un bel vicolo cieco. E ora come ne esco? Dopo un tempo che sembra infinito nel quale entrambi "ammiriamo" il panorama, evitando categoricamente di guardare l'altro, Cristian se ne esce con un affermazione del tutto inaspettata
C: "E comunque anche tu sei una ballerina eccezionale"
Scende una goccia d'acqua; sta iniziando a piovere. Mi costringo a guardarlo negli occhi e vedo che lui fa lo stesso. Mi perdo in quei suoi occhi verdi, e mi accorgo che stanno avendo effetto calamita, perché senza neanche rendermene conto ci stiamo avvicinando entrambi pericolosamente. Il mio sguardo si sposta lentamente dai suoi occhi alle sue guance, leggermente rigate dalla pioggia;poi al suo naso, dal quale pende una gocciolina; e infine alle sue labbra, sulle quali mi soffermo. Sta aumentando il desiderio in me, ora siamo troppo vicini, troppo. Lui rompe di nuovo il silenzio, ma è come se volesse continuare la frase interrotta poco fa
C: "...e poi sei semplicemente bellissima"
Oddio, lo ha detto. E poi, senza averne completa coscienza sul momento, con la pioggia che aumenta, mi ritrovo le sue labbra sulle mie. Ho una paura assurda, non ho mai baciato nessuno; ho paura di sbagliare, di deluderlo, di fargli schifo. Nel frattempo sono scossa dai brividi e da una sorta di solletico allo stomaco; chiamiamole farfalle. Tutti questi pensieri passano in un attimo nella mia testa, perché dopo un secondo lui si scosta in fretta, si alza e dice
C: "Allora buon ponte... C..ciao"
Io rimango la, con lo sguardo rivolto alla sua sagoma che si allontana, gli occhi offuscati dalla pioggia ormai violenta. Ho sbagliato qualcosa, lo sapevo. Non ho saputo baciarlo, e lui se ne è accorto subito. Inizio a piangere, mi sento piccola, impotente e profondamente sbagliata. Anche quando ormai di lui non si vede più niente, rimango lì, sotto la pioggia, bagnata fradicia, con mille pensieri e le lacrime che mi scorrono sul viso

ANGOLO AUTRICE: Ragazze eccomi di nuovo. E "bacio" fu (?) Ci ho messo un po a scrivere questo capitolo, è il più lungo che io abbia mai scritto; spero non vi abbia deluso. Vi ringrazio tantissimo per i commenti ricevuti, siete tutte fantastiche😘

Io credo nel destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora