Capitolo 64

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POV VIRGINIA
Da quel giorno la malinconia in me non fa altro che crescere, anche se Lucia fa del suo meglio per tirarmi su. Secondo lei dovrei tornare a ballare, perché sarebbe per me uno sfogo ed un momento di felicità. Io però continuo ad oppormi, perché non posso parlare di "felicità" senza Cristian. Senza di lui non posso essere felice, neanche la danza sarebbe in grado di farlo.
Come se non bastasse ho incontrato un altro paio di ragazze che facevano parte del gruppetto di Eleonora, e ovviamente non hanno fatto altro che ricordarmi tutto ciò che mi hanno fatto passare. È stato il mio incubo, e metaforicamente é come se stessi rifacendo lo stesso brutto sogno ogni notte, é come essere tornata a due/tre anni fa, quando la mia vita non era altro che un susseguirsi di provocazioni ed insulti, di solitudine e tristezza, solo tristezza.
Ormai sto in casa, un po' per paura di incontrare Eleonora e compagnia bella, un po' perché non saprei dove andare o cosa fare. Non mangio praticamente più, non ho mai fame. Sono spesso debole e i miei sono preoccupati, ma a me non importa. Cosa importa, cosa importa essere in forze quando l'unica cosa che fai è stare sdraiata sul letto, sola, senza le persone che più ami al mondo?
Questa sera, come ormai capita spesso, decido di non andare a tavola e rimango nella mia camera. I miei, stranamente, non fanno storie. Forse si stanno arrendendo al fatto che ormai non c'è più niente da fare.
Invece, dopo un pó, sento bussare alla porta e sento la voce di mia madre dire:
MammaVirgi: "Posso entrare?"
V: "Entra."
Quando la vedo entrare ha un'espressione diversa dal solito. Ormai tutte le volte che parla con me ha il volto avvilito e imbronciato, invece adesso sembra particolarmente energica ed entusiasta.
MammaVirgi: "Allora come ti senti?"
Ma che domande sono? Sa benissimo come sto; sto esattamente come stavo ieri, l'altro ieri e come staró domani.
V: "Ma che domande sono? Secondo te?"
MammaVirgi: "Non sei agitata?"
V: "Mamma ma che cosa..."
MammaVirgi: "Mica tutti i giorni una ragazza compie 18 anni!"
V: "Ma cosa..."
E poi realizzo. Domani è il mio compleanno, domani compio 18 anni, domani divento maggiorenne.
V: "Ah, già"
MammaVirgi: "Ma tesoro non sei emozionata? Diciotto anni, ti rendi conto? Mi ricordo io ai miei diciotto anni, ero così in ansia, così felice, mi sentivo così..."
La interrompo subito:
V: "Mamma, i miei diciotto anni non saranno come i tuoi."
La gioia scompare dal suo volto. Mi dispiace provocarle tutto questo dispiacere ma io non ci posso fare niente; questa è la pura realtà.
MammaVirgi: "Ma tesoro sono diciot..."
V: "Mamma non me ne importa niente. Io non mi ricordavo neanche che fosse domani il mio compleanno. Nella situazione in cui sono ora non me ne frega niente dei diciotto anni, proprio niente."
MammaVirgi: "Ma..."
V: "Niente "ma" mamma. È così e punto"
Detto questo la vedo dirigersi verso la porta con aria afflitta, di chi ha capito che non c'è più niente da fare.
Ormai sola nella mia camera mi avvicino cauta alla finestra, e per la terza volta in vita mia mi metto a guardare le stelle. Domani compio diciotto anni. Ma le cose che mi vengono in mente pensando a questo giorno non sono il fatto di diventare maggiorenne, di essere totalmente considerata un'adulta o di sentirmi libera. Tutt'altro, io se penso a domani penso che è un anno esatto da quel giorno in montagna con lui, un anno esatto da che ci siamo detti "ti amo" guardandoci negli occhi, un anno esatto dalla nostra prima volta. Se penso a domani penso che non sarò con lui, penso che non sarò con chi più amo in un giorno così importante. E alla luce di questo, ne deduco che non sarà un giorno così importante.
Ho sempre sognato i 18 anni, ma adesso non me ne importa più niente.
Rivolgo gli occhi al cielo stellato ancora una volta, pensando che è lo stesso cielo che forse sta guardando anche lui.

POV CRISTIAN
La mia vita non ha un senso se non c'è lei. Non riesco più a fare niente, non riesco più a essere felice. Sto ballando malissimo, e soprattutto sto vivendo malissimo. Preferirei averla qua e litigarci, magari anche non parlarci. Ma non poterla neanche vedere, non poter neanche intravedere quei suoi occhioni, il non poter neanche sentire il suo profumo, mi distrugge.
Ho notizie di lei tramite Francesca, che di tanto in tanto chiama i suoi e si fa raccontare. Ultimamente però io e Fra siamo molto preoccupati. Mi ha raccontato che se n'era andata di casa, e sono stato in pensiero per un pomeriggio intero. Poi la sera per fortuna mi ha detto che era tornata e ho potuto tirare un sospiro di sollevo. Secondo Francesca c'è qualcosa però che i genitori non vogliono dirle, perché stanno sempre molto vaghi, e io sono molto preoccupato, oltre al fatto che mi manca. Mi manca da morire.
Domani è un giorno importante, è il suo giorno importante. E io devo fare qualcosa, non posso accettare di non esserle accanto in questo giorno. Così non ci penso due volte e compongo il numero di Francesca. Sono agitato ma allo stesso tempo un brivido di euforia mi percorre lungo la schiena.
F: "Cri?"
C: "Fra, noi domani andiamo a Palermo."

ANGOLO AUTRICE: Eccomi con il 64. Cosa ne pensate? Continua a piacervi la mia storia? Fatemi sapere, è molto importante per me sapere cosa ne pensate. Un bacio a tutte😘

Io credo nel destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora