Primo Giorno Di Scuola

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-sogno-
Sono davanti a una strada circondata da una selva nera non riuscivo a vedere niente e con mia grande paura iniziai a correre. Correvo più veloce di un lampo non curante di dove io mettessi i piedi o dove stessi andando. Quello che volevo era solo uscire da questo stupido incubo. Odiavo il buio, odiavo sentirmi sola, odiavo non sapere dove fossi. Piangevo, piangevo e allo stesso momento correvo in corso di soccorsi, ma ad un tratto mi sentii bloccare. Qualcuno era davanti a me e non lo vedevo? O era solo un albero. Mi prese la mano e...
-fine sogno-
Mi svegliai di soprassalto, non era la prima volta che facevo quel sogno. Mi misi a sedere nel letto mi stropicciai gli occhi e guardai per dieci minuti il vuoto assoluto non so cosa volevo trovarci, aspettavo qualche segno di umanità. Sentii bussare alla porta, voce ancora stanca dissi -Chi è?- una voce familiare mi rispose dall'altra parte della porta - chi vuoi che sia stupida, alzati ti devi preparare!- Era mio fratello Leo un ragazzo molto dolce certo quando non era con me. Mi alzai, guardai il telefono per vedere se c'erano notifiche, ma niente. Aprii la porta e andai in bagno per lavarmi il viso e i denti. Riandai in camera e aprii l'armadio... Avevo un sacco di vestiti ed era per questo che ci mettevo tanto a decidermi, ma alla fine trovai dei jeans e la felpa degli AC-DC. Andai giù a fare colazione e ci trovai Ares la mia migliore amica che mi prese per una mano e mi tirò dicendo - dai dormigliona è tardi!- mi presi in fretta la brioche sul tavolo e andammo velocemente a scuola. Era il mio primo giorno di scuola in quella città ed ero senz'altro emozionata e tutt'insieme terrorizzata. Ares era più pratica di me a fare amicizie era una chiacchierona ed alcune volta si prendeva in giro da sola dicendosi che era logorroica, io ero tutt'altro ero timida, impacciata e balbettavo quando parlavo agli sconosciuti. Entrammo in velocità a scuola io sempre tirata da Ares. Io guardavo la strada dietro perchè dovevo scusarmi con i passanti che strattonavamo fuori dal marciapiede. Ad un certo punto mi scontrai con un'altra persona e caddi per terra un po' stranita. Sentii una voce maschile che mi disse - Ehi attenta- non feci in tempo a scusarmi che Ares mi riprese la mano e mi strattono fino alla scuola. Mi guardai in dietro per dire scusa a quel povero ragazzo, ma con poco successo, Ares correva più di prima.
Dopo un po' di corsa siamo arrivate a scuola e come nostro solito fare anche nelle altre città corremmo in classe e ci sedemmo vicine. Finita la scuola uscimmo fuori ad aspettare mio fratello che ci doveva accompagnare a casa nel mentre io parlavo con Ares. Ad un certo punto mi sentii picchiettare sulla spalla, credevo fosse un gioco infantile quello che ti picchiettano sulla spalla e invece erano dall'altra parte allora feci finta di niente. Mi sentii delle voci maschili alle mie spalle, allora mi accorsi che quello di prima non era per niente uno scherzo infantile. Mi girai e vidi sei ragazzi davanti io feci un sorrisetto e un ragazzo si mise a parlare, era un ragazzo piuttosto alto e magro, aveva i capelli color mogano e il ciuffo biondo e gli occhi castani. Con un sorrisetto malizioso mi disse- Ora non solo ti scontri contro le persone, ma ora non rispondi neanche- i suoi amici si misero a ridere. Io balbettai - beh.. Io ... Cioè...-  Ares venne in mio soccorso -Beh non voleva farlo apposta eravamo in ritardo per le lezioni- io annuii con la testa bassa. -Ma te non ha la voce per parlare!?- mi chiese sempre con quel sorrisetto che mi fa venire i brividi poi mi chiese -Come ti chiami?- Intanto arrivò mio fratello. Ares mi prese la mano e mi tirò e disse - Michela, lei so chiama Michela- ed entrammo in macchina. Sospirai con la faccia da scocciata e mio fratello mi disse -Chi era quello?- io lo guardai con mezzo sorrisetto - Nessuno andiamo a casa..!-
 

La terapia dei sogni! /Francesco Viti/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora