Capitolo 28

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Un giorno dopo...

"Come sta Angel?" Mi chiede Toby porgendomi una tazza di caffè.
"Come sta? Ha dormito bene. Si sta vestendo" risposi.
"Ha detto qualcosa?" Sì intromise Sally
"No"

Sospirammo.
Vidi la porta aprirsi ed Angel entrare.
Stringeva i pugni e le vibravano le braccia. I suoi occhi erano rossi come il sangue.
Si guardava intorno stando zitta.
Nessuno fiatava per evitare di combinare casini.

Si andò a sedere vicino a Slender ed afferrò una tazza di caffè.
Fu una colazione molto silenziosa. Nessuno parlava per evitare di far arrabbiare Angel.
Nina aveva la spalla ancora fasciata dopo quello che era successo l'altro ieri.

Angel uscì dalla cucina sbattendo la porta.

"È abbastanza nervosa" commentò Ej.
"Ci credo, dopo quello che Nina le ha detto" continuò acida Jane.
"Io onestamente sarei già impazzito" intervenii guardando Nina.
"Oh! Ma basta! Se quella tr*ia è stata trattata male dai suoi geni-" non riuscì a finire la frase che Lj le tappò la bocca.
"Senti carina, se nomini anche solo per sbaglio i genitori di chi sai tu giuro che non avrò pietà ad ucciderti e a torturarti" avvisò acido il clown.

Sentimmo la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi. Mi affacciai alla finestra e vidi Angel uscire.

"Seguila e stai attento che non faccia casini" consigliò Clockwork.
"Va bene"
"Stai attento" si preoccupò Jill.
"So badare a me stesso e so proteggermi" sbuffai.
"Angel è imprevedibile. Ed è un angelo" mi ricordò Slender.

Uscii di casa stando ben attento a non farmi vedere da Angel.
Si addentrò nel bosco camminando velocemente e guardandosi attorno.
L'aria fresca mattutina mi scompigliava un ciuffo di capelli. Sulle foglie si poteva intravedere la rugiada e il terreno umido emanava un profumo tipico della campagna.
Erano appena le 9 del mattino e la natura molto fitta mi riparava dai raggi del sole troppo forti.
Si sentiva il gorgeggiare dell'acqua del lago poco distante.

Vidi Angel fermarsi all'improvviso e girarsi.
Mi vide e rimase a fissarmi.
Un sorriso psicopatico le comparì in viso. Afferrò il coltello e si avvicinò a me.
Rimasi fermo immobile, raggelato.
Eravamo ormai a pochi passi ed Angel si fermò proprio davanti a me.
I nostri nasi si sfioravano talmente eravamo vicini.

Alzò il coltello in aria, in segno di voler prendere la mira.

All'improvviso il sorriso sparì e le sue pupille diventarono azzurre come il cristallo.

"Scappa" disse con l'orrore negli occhi.

Subito il sorriso tornò più pazzo di prima e i suoi occhi si dipinsero di rosso.

Iniziai a correre.
Mi arrampicai su un albero e mi sedetti su un ramo dove ero abbastanza nascosto
Vidi Angel mollare il coltello e cascare a terra in ginocchio.

"Non voglio ucciderlo!" Urlò tirandosi i capelli. "Non voglio! Lasciami in pace!"."NO TI PREGO! NON UCCIDERLO!"

Urlava e si tappava le orecchie.
La vidi alzarsi e afferrare il coltello. I suoi occhi erano di un color sangue.
Si guardò attorno e iniziò a correre in avanti. La vidi sparire in mezzo alla vegetazione.
Sospirai ormai certo di essere al sicuro.
Feci per girarmi per raggiungere il tronco e scendere, ma sentii un respiro freddo sul collo.
Molto lentamente mi girai e vidi Angel seduta vicino a me con un sorriso psicopatico.

"Jeff The Killer, GO TO SLEEP!" Urlò imitando il tono di voce che usavo io quando lo dicevo.

Misi le braccia davanti al viso, come per pararmi, ma lei si bloccò.

"FERMA! NON VOGLIO UCCIDERLO!" urlò piegando il braccio."NO! TI PREGO! NON FARLO!NON UCCIDERLO!" urlò.

Il suo braccio si stese verso la mia direzione.
La lama era a contatto con la stoffa della mia felpa. Lei stava ferma a fissare il coltello. All'improvviso il suo braccio si piegò e si traficcò il coltello nella spalla. Urlò di dolore.

Jeff The Killer //Amore sanguinario//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora