Capitolo 43

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Un'altra coltellata. Sarà la 30esima che do al cadavere di questo ragazzo ubriaco.
Avrò ucciso si e no 25 persone.
Erano le 6 del mattino e decisi di tornare alla villa.
Ero piena di sangue, anche i capelli erano macchiati di esso.
Raggiunsi la villa e saplancai la porta.

"Dove sei sta-wow" Offenderman mi fissò allibito.
"Sono stata ad uccidere se non si vede" sbuffai andando verso la camera mia e di Jeff.

Entrai e lo trovai sveglio che fissava il soffitto.

"Angel! Dove sei stata? Mi hai fatto preoccupare" mi disse lui venendomi incontro.
"Sono andata ad uccidere...vado a farmi una doccia" ringhiai entrando nel bagno.

Forse ero stata troppo dura. Non avrei dovuto rispondergli così.
Però non dovevo neanche essere dolce, o mi avrebbe abbracciato e io sarei scoppiata.
Mi infilai sotto la doccia lasciando che l'acqua scorresse sul mio corpo.
Mi rivestii stando ben attenta a coprire i tagli sul braccio destro.
Mi guardai allo specchio.

Debole. Sei debole e orrenda.

Avrei voluto dare il premio Nobel a quella vocina, perché aveva ragione.

Non è vero Angel. Sei forte. Tu sei forte, hai soportato tutto questo per 18 anni. Tu sei forte e bellissima.

Da quando in qua mi dici queste cose?

Te le dice solo perchè vuole mettersi contro di me... ascolta a me. Io dico la verità, lei le bugie.

Ma cosa frenetici!? Sono la coscienza! Io dico la verità! Sei tu il bugiardo!

Onestamente darei ragione alla vocina.

Angel, non farti convolgere. Dillo agli altri cosa ti ha fatto Simone.

No! Non devi! Scoppieresti a piangere dando prova che sei debole.

Si renderà ancora più debole se Simone la9toccherà, dimostrando di non sapersi difendere.

Non importa. L'importante è che gli altri non sappiano nulla.

Ha ragione la vocina.

No Angel! Stai sbagliando! Ascoltami e vai a dire tutto a Slender!

No!

BASTA.

Uscii dal bagno e trovai Jeff a petto nudo seduto sul letto. Mi stava squadrando dall'alto in basso.

"Dove sei stata ieri?" Chiese con voce rauca.
"Da nessuna parte" risposi fredda uscendo dalla stanza sbattendo la porta.

Jeff's POV

Non capivo il suo comportamento. Che diamine le prendeva?
Infilai la felpa e le scarpe, raggiungendo la cucina.
Trovai Angel seduta a tavola che tamburellava le dita sul legno.
Più in là c'erano Offenderman, Splendorman, Slenderman, Trenderman e Simone.

Nessuno fiatava.
I 4 fratelli si scambiavano "occhiate" di intesa, parlando solo con i movimenti.
Simone puntava gli occhi su Angel, fissandola incessantemente, mentre lei manteneva lo sguardo sul punto dove le sue dita toccavano il tavolo.
La tensione era palpabile, mentre una strana emozione si faceva largo negli occhi di Angel.
Era impossibile capire cosa provasse per il semplice fatto che sapeva usare bene il suo scudo e sapeva tappare il buco della serratura di cui vi ho tanto parlato.

Jeff The Killer //Amore sanguinario//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora