2. London Eye

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Newt passa la giornata a letto. Non dorme, ma non ha voglia di uscire dalla sua stanza; sua madre continua a bussare alla porta ogni dieci minuti per chiedergli se ha bisogno di qualcosa, se ha fame, se vuole compagnia. Ma è chiaro che il ragazzo non vuole nulla, neanche sembra sentire la voce della madre che per l'ennesima volta gli chiede se vuole mangiare.

Sono le sei del pomeriggio quando Newt decide di alzarsi dal letto. Non si è ancora lavato da quando è tornato e ha vomitato due volte, quindi decide di trascinarsi verso il bagno e darsi una pulita.

Rimane sotto la doccia per circa un'ora, quando esce sua madre lo chiama per la cena. Newt non ha fame.

Si veste in fretta mettendo su le prime cose che trova e poi si avvia velocemente fuori di casa, ignorando, ancora una volta, la madre che preoccupata gli chiede di non fare idiozie.

Newt cammina senza una meta, proprio come la notte precedente, e dopo un'ora circa si trova sotto il London Eye.
É uno dei suoi posti preferiti, eppure lui non ci è mai salito su quella ruota.
Si siede su una delle panchine lì difronte e rimane con lo sguardo fisso sulla ruota, avendo in testa però solamente l'immagine di Mike con quel tipo.

Improvvisamente sente qualcuno sedersi accanto lui, talmente vicino che il suo ginocchio destro tocca quello dello sconosciuto accanto. Newt sposta lo sguardo dal ginocchio al viso dello sconosciuto, e si trova davanti ad un paio di grandi occhi color nocciola.

È un ragazzo, avrà circa la sua età, pensa Newt, ed è decisamente bello. Tiene una sigaretta spenta tra le labbra e sta ricambiando lo sguardo di Newt.

«Hai da accendere?» chiede con un sorriso sghembo, la sigaretta ancora penzolante tra le labbra.

Newt si limita a fare "no" con la testa e poi distoglie finalmente lo sguardo dal ragazzo, riportandolo sulla ruota.

«Sali?» parla di nuovo il ragazzo sconosciuto. Newt posa lo sguardo nuovamente su di lui.

«Dico, sulla ruota. Sali? Continui a fissarla come se volessi farlo ma non hai il coraggio.»

Adesso la sigaretta ce l'ha tra le dita e ci sta giocherellando, poi se la sistema dietro l'orecchio sinistro.

«Ma parli o no?» Chiede ancora il ragazzo, notando che Newt si limita semplicemente a guardarlo senza dire una parola. Newt si riprende dal suo stato di trance e finalmente si decide a rispondere.

«Soffro di vertigini.» Dice semplicemente.

«Stronzate.» risponde il ragazzo moro accanto a lui, con quel sorrisetto sghembo ancora sulle labbra.

«Come scusa?» Newt non crede di capire.

«Ho detto che sono stronzate. Non soffri di vertigini, sei solo un cagasotto.»

Newt è sbalordito. Questo tipo si siede accanto a lui -tra l'altro molto, troppo vicino- e sputa sentenze senza neanche conoscerlo.

«Tu non mi conosci neanche!» Sbotta Newt, alzandosi di scatto dalla panchina.
Il moro rimane seduto a guardarlo dal basso, ridacchiando.

«Okay, ragazzino, non ti scaldare. E sì, hai ragione, non ti conosco. Ma mi piacerebbe farlo.»

Sta forse ammiccando? L'ha chiamato ragazzino?
Newt adesso è davvero infastidito.

«Prima di tutto, avremmo circa la stessa età, quindi non chiamarmi ragazzino. Secondo, non ci tengo a fare la tua conscenza.»

Il moro, per tutta risposta, continua a ridacchiare. Poi si alza dalla panchina, piazzandosi di fronte a Newt, che si prende un altro momento per osservarlo: è più alto di lui di qualche centimetro, porta una giacca in jeans sopra una maglia nera e degli skinny neri decisamente troppo skinny.

Lo vede infilare una mano nella tasca della giacca e uscire un accendino con cui accende la sigaretta -che ha portato di nuovo tra le labbra.

«Woah, okay, almeno smettila di fissarmi in questo modo o potrei fraintendere!»

Non solo è fastidioso, pensa Newt, ma è pure sfacciato.

«Non ti sto fissando. E non mi hai chiesto un accendino poco fa? Mi sembra che tu ne abbia uno.» Dice Newt indicando l'oggetto in discussione, che adesso il ragazzo difronte a lui sta rimettendo nella tasca.

«Era un modo per attaccare bottone, ragazzino.» Risponde ovvio il moro.
«Comunque, sono Thomas» continua poi, porgendo la mano destra.

«Beh, il tuo modo di attaccare bottone fa schifo, Tommy.»

Quelle parole gli escono con più acidità del dovuto, soprattutto il nomignolo che ha usato nella speranza di infastidire il ragazzo moro almeno un po'
Ma è evidente che il tentativo fallisce quando Thomas continua a ridacchiare, ignorando le parole dell'altro. Poi continua.

«Allora, vuoi uscire con me?»

Chiede sicuro di sé, buttando poi la sigaretta a terra per poi schiacciarla con un piede.

Newt è incredulo. Si "conoscono" si e no da cinque minuti e lui gli chiede di uscire?

«No che non esco con te! » risponde secco, la voce di un'ottava più alta del solito. E così dicendo, gira le spalle al ragazzo e inizia a dirigersi verso casa a passo svelto.

Forse non è stata una buona idea uscire.

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Hello everybody!
Chapter two e Thomas!!
Questo capitolo mi piace ma non mi piace (giusto perché non ho senso) però boh, sto elaborando il personaggio di Tommy e vedremo che ne esce fuori (nulla di buono, me lo sento)
Btwwww nulla da aggiungere, mi dileguo 🌷

Six Months [Newtmas]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora