Sono passati due giorni e Newt non si è ancora deciso a chiamare Thomas.
Non riesce a non pensare Mike, è duro ammetterlo, ma Newt è ancora innamorato di lui, nonostante gli abbia spezzato il cuore.Si rigira il cellulare tra le mani da ormai venti minuti, indeciso sul da farsi. Chiamare Mike o chiamare Thomas? O magari chiamare Minho e lamentarsi della sua vita?
Opta per la terza opzione.«Newt mi hai veramente fracassato le palle, amico. Se mi hai chiamato per dirmi che ancora non hai avuto il coraggio di chiamare Thomas giuro che ti meno!» Sbotta poco gentilmente Minho appena risponde alla chiamata.
«Wow, beh, ciao anche a te, amico!» Dice Newt infastidito leggermente dalle parole dell'amico.
Sa che Minho ha ragione e che sta diventando davvero patetico, però vorrebbe un po' di comprensione, ha pur sempre il cuore spezzato!Negli ultimi due giorni si è sentito come una di quelle ragazzine alle prese con la prima delusione amorosa: ha passato i pomeriggi a guardare Dirty Dancing, Ghost e altri films romantici strappalacrime ingozzandosi di gelato alla vaniglia.
E non c'è stato bisogno di sentirselo dire da Minho che era patetico e deprimente, lo aveva capito da solo.
Guardare quei films gli aveva fatto capire quanto Mike gli mancasse e si era sentito anche peggio.
Come poteva sentire la mancanza di un simile stronzo?«Senti Newt, mi dispiace, ma te l'ho detto! Dimentica. Quello. Stronzo. Chiama. Thomas.» Dice Minho in modo automatico, ormai avrà ripetuto quelle parole almeno un centinaio di volte.
«Minho non ci riesco, mi manca Mike!» dice Newt con un tono lamentoso. È sicuro che Minho stia gettando gli occhi al cielo.
«Oh porco spino, come devo fare con te? Capisco che hai il cuore spezzato, ma così tu non supererai mai la cosa. Vuoi vedere Mike? Gli vuoi parlare? Chiamalo, se pensi che in qualche modo risolverai le cose e andrai avanti! Ma non chiamarmi poi per dirmi che sei più depresso di prima o, peggio ancora, che l'hai perdonato e state di nuovo insieme! Perché sgozzo prima lui e poi te! E adesso scusa, ma vado a mangiare un camion di polpette al sugo, ho fame! Passo e chiudo!»
E dopo quel fiume di parole, Minho chiude la conversazione senza dare possibilità a Newt di rispondere, come al suo solito.
Newt sbuffa e sprofonda la testa nel cuscino, rimanendo in quella posizione per cinque minuti abbondanti.«D'accordo Newt, ce la puoi fare!» Si dice improvvisamente, scattando in piedi.
«Adesso lo chiamo. Ho deciso. Lo chiamo! Ho detto che lo chiamo e lo chiamerò, lo farò proprio ora! Guarda, lo sto facendo!»
Probabilmente sta diventando matto, parla solo, gesticolando come un pazzo. Sua madre si affaccia nella sua camera.
«Newt, tesoro, stai bene?» Chiede con un'espressione preoccupata in viso.«Come? Oh sì, tutto okay, non preoccuparti ma'!»
Le sorride Newt, poi sua madre si allontana guardando suo figlio con aria stranita. Sicuramente anche lei sta pensando che è pazzo.Newt inizia a comporre un numero al cellulare. Quello di Mike.
Sta per premere il tasto di chiamata quando ci ripensa all'ultimo secondo.
Si dirige verso la sua scrivania, più disordinata che mai ultimamente, e cerca il foglietto sul quale Thomas gli ha lasciato il suo numero.
Lo trova sotto una vaschetta di gelato, lo prende e lo fissa per una manciata di secondi. Poi prende un respiro profondo e compone il numero.
Porta il cellulare all'orecchio. Squilla.
Squilla. Squilla. Continua a squillare e Newt sta per avere un attacco cardiaco. Sta per rinunciare, quando al sesto squillo, sente qualcuno rispondere.«Pronto?» La voce non è particolarmente squillante, ma non sembra neanche molto scazzata, il che è positivo, ragiona Newt.
"P-pronto, Thomas? Sono Newt, ti ricordi?" Dio, è talmente impacciato che si prenderebbe a manate da solo.
«Ragazzino, finalmente! Pensavo non chiamassi più! Pensavo di averti traumatizzato l'altra sera dicendo di volerti sbattere sul retro nel locale!» Ride divertito.
A Newt sale la pressione tutta d'un colpo, inizia a sentire caldo.
Quasi non pensava più a quelle parole, e pensava sinceramente che neanche Thomas ci pensasse più.«Cavolo, ti ho davvero traumatizzato!" Continua Thomas, non ricevendo più risposta da Newt. Quest'ultimo si riprende, cancellando quelle dannate immagini dalla sua mente.
«Non mi hai traumatizzato, mi hai preso per un verginello?» Dice il biondo stizzito, pentendosi subito delle sue parole.
«Beh, non lo sei? Hai tutta l'aria di esserlo, ragazzino.» Newt può giurare che Thomas sta sogghignando anche se non può vederlo e inizia ad innervosirsi.
«Mi dispiace deluderti, ma non lo sono. E non chiamarmi più ragazzino, mi infastidisce.» Dice, sapendo però di comportarsi davvero come tale. Ecco che la voglia di prendersi a manate torna.
«Oh, non mi deludi affatto. È anche meglio che tu non lo sia, ragazzino.» marca l'ultima parola per infastidire Newt, ma questo non ci fa caso, troppo impegnato a pensare al fatto che la discussione è sfociata in meno di due secondi nell'ambito sessuale.
In particolare, sulla sua vita sessuale.«Scommetto che sei talmente in imbarazzo che il tuo viso è diventato tutto rosso.» continua Thomas, ridendo leggermente. Ha una bella risata.
«Cosa? Ti sbagli, non è assolutamente vero!» Risponde Newt mentre raggiunge il suo bagno per guardarsi allo specchio, constatando effettivamente di essere più rosso di un pomodoro.
«Come vuoi, ragazzino. Allora, visto che mi hai chiamato, c'è qualcosa che vuoi chiedermi?»
Newt scommette che Thomas ha un sorrisetto sghembo stampato in faccia.«Si, beh, insomma..s-sei libero una sera? Insomma, c'è una sera in cui non lavori? E magari si, ecco, ti va di uscire a prendere una birra da qualche parte o magari non lo so, vuoi fare altro? Oddio, sto entrando nel panico. Sono talmente patetico!»
Si sbatte una mano sul viso e si maledice mentalmente. Perché non riesce a parlare in modo normale con Thomas? È ovvio che il ragazzo in questione lo prenda per un povero verginello sfigato!
Mente è intento a sbattere la testa contro il muro, Newt sente Thomas ridacchiare.«Non capisco davvero perché io ti renda così nervoso, ma è divertente quando entri nel pallone. Comunque stasera non lavoro, che ne dici se ci vediamo dove ci siamo incontrati la prima volta, sotto il London Eye?» Propone Thomas.
«Uh, molto romantico, il posto del nostro primo incontro. Ti sei già innamorato di me?» Newt riesce a fare ridere Thomas, e questa volta non per il suo essere troppo impacciato. Sorride e si rilassa.
«No, ragazzino, io non sono uno che si innamora. Sono più uno che fa innamorare, direi. Adesso devo chiudere, ci vediamo stasera alle otto dove ti ho detto. A dopo, ragazzino.»
Newt sorride come un ebete e poi ricambia il saluto.
«Va bene, Tommy. A più tardi.»Quando chiude la chiamata ha ancora uno stupido sorriso stampato in faccia. Sorriso che svanisce e si tramuta in leggero panico quando realizza che in meno di quattro ore vedrà Thomas.
Allora fa l'unica cosa che gli viene in mente di fare.
Compone un numero al cellulare.«Pronto, Minho!! Mi serve aiuto!!»
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Hello everybody!
Chiedo perdono, questo capitolo è stato un parto ed è pure uscito male. Giuro che il prossimo sarà migliore!
Scusate ancora il ritardo, ma tra scuola, problemi vari e zero ispirazione non sono riuscita a far nulla.
Btw, spero che il capitolo non vi faccia cagare quanto fa cagare me.
Pace e bene a tutti. I'm out! 🌹
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Six Months [Newtmas]
Fanfic«Woah, okay, almeno smettila di fissarmi in questo modo o potrei fraintendere!» Non solo è fastidioso, pensa Newt, ma è pure sfacciato. «Non ti sto fissando. E non mi hai chiesto un accendino poco fa? Mi sembra che tu ne abbia uno.» dice Newt indica...