Una volta arrivati all'appartamento di Thomas, la prima cosa che Newt fa è trascinare l'altro ragazzo in bagno.
È già stato qui prima, un paio di volte in tutto, ma l'appartamento è piccolo e lo conosce.«Metti la mano sotto l'acqua fredda, su.» dice Newt a Thomas dopo aver aperto il rubinetto del lavandino.
Thomas fa come gli dice, mentre un'espressione di dolore gli compare in viso una volta messa la mano ferita sotto il getto d'acqua.
«Okay, hai un kit del pronto soccorso?» gli chiede il biondo.
Thomas indica lo sportello del mobiletto che sta di fronte al gabinetto.
Newt si affretta a tirar fuori la piccola scatola, prendendo l'acqua ossigenata e il rotolo di garza.Chiude poi il rubinetto e getta dell'acqua ossigenata sulle nocche spaccate. Thomas non si lamenta, sebbene bruci abbastanza.
«Ti serve del ghiaccio.» dice poi Newt, analizzando meglio la mano di Thomas.
Il sangue ha smesso di uscire, ma le nocche stanno diventando viola.
«Andiamo in cucina.» dice semplicemente Thomas, lasciando il bagno.
Non avendo ghiaccio, tira fuori dal congelatore una busta di verdure e la pioggia sulla mano.
«Fa' piano.» lo rimprovera Newt, vedendo con quanta poca gentilezza il ragazzo compia il gesto.
Prende la busta dalle mani di Thomas e la appoggia nuovamente sulla sua mano, ma con delicatezza.
Rimangono in quella posizione per qualche minuto: seduti uno di fronte all'altro al tavolo della cucina, Newt che tiene la mano di Thomas tra le sue mentre vi tiene premuta sopra la fredda busta, nel tentativo di ridurre il gonfiore e dare sollievo al ragazzo.
«Okay. Fa tanto male se la tocco?» gli chiede, posando sul tavolo la busta e massaggiando con più delicatezza possibile la mano di Thomas.
Il moro scuote la testa, ma sussulta appena Newt preme con un po' più di forza su un punto.
«Scusa, scusa.» si affetta a dire Newt.
«Mi avevi detto che tua madre fosse una dottoressa, non ci pensavo più.» parla finalmente Thomas, constatando la naturalezza con la quale il ragazzo gli medica la mano.
Newt gli sorride. Aveva imparato molte cose dalla madre nel corso degli anni, e medicare questo tipo di ferite era una di quelle.
«Parlami, per favore.» gli dice Newt dopo altri attimi di silenzio, mentre gli fascia finalmente la mano con la garza.
Vuole sapere cosa sia successo tra Thomas e suo padre, ma non sa se il ragazzo sia disposto a parlarne.
«Non c'è molto da dire. Credo tu abbia capito quello fosse mio padre. È uno stronzo pezzo di merda. Mi dispiace che tu abbia dovuto incontrarlo.» dice velocemente, con lo sguardo rivolto verso il basso.
Newt non dice nulla, lo guarda e basta. Quando Thomas alza lo sguardo e incontra i suoi occhi, lascia andare un sospiro e continua a parlare.
«Non ha mai approvato le mie scelte di vita. Il fatto che non sia andato all'università, che abbia scelto di fare il tatuatore, o che sia coperto di tatuaggi. Non gli è mai piaciuto, abbiamo sempre litigato per queste cose.»
A Newt sembra già una cosa assurda, e Thomas ha appena iniziato a raccontare. Sa che quello che seguirà sarà molto peggio.
«Già non lo sopportavo allora. Poi un giorno, quando avevo diciotto anni, è rientrato a casa dal lavoro prima del previsto e mi ha trovato a casa con un ragazzo. Ci ha visti... insieme. È andato su tutte le furie.» al ricordo, il viso di Thomas si incupisce.
STAI LEGGENDO
Six Months [Newtmas]
Fiksi Penggemar«Woah, okay, almeno smettila di fissarmi in questo modo o potrei fraintendere!» Non solo è fastidioso, pensa Newt, ma è pure sfacciato. «Non ti sto fissando. E non mi hai chiesto un accendino poco fa? Mi sembra che tu ne abbia uno.» dice Newt indica...