Cap 3

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Mi sveglio di colpo, con la fronte sudata, e mi accorgo che stò stringendo con forza delle lenzuola che non riconosco. Ah, già, sono dai miei "nuovi genitori". Ma questa comunque non è la cosa che mi preoccupa di più; I miei artigli- che spuntano solo rare volte- hanno bucato il vomitevole copriletto candido. Mi ricordo cosa ho imparato nei miei anni di pratica per scacciare via quella parte letale di me, e inizio a respirare profondamente. Dopo qualche minuto gli artigli scompaiono e sono di nuove calmo e rilassato. Cavolo, oggi devo andare a scuola! Loro non sanno che il giorno in cui c'è la luna piena sono facilmente irritabile. E quando io sono irritabile, rischio di trasformarmi appena qualcuno mi dà fastidio. Mi alzo svogliatamente dal letto e noto che mia madre mi ha preparato lo zaino e i vestiti da indossare. Perfetto. Li prendo dalla sedia su cui sono appoggiati e mi faccio una calda doccia. Mi asciugo i capelli e poi mi metto quelle cose che mia madre chiama vestiti, ma che trovo troppo eccessivi per la scuola e per me: Dei skinny jeans neri, una t-shirt bianca con scritto in nero "Live a creative life", delle vans rosse e una giacca in pelle nera. Mi stò iniziando a chiedere se questi sono milanisti o altro... Scendo a far colazione e trovo Anne che cucina i pancakes. Io adoro i pancakes! Me li cucinava mia madre quando ero piccolo... Mi siedo a tavola e saluto Anne, che mi mette davanti un piatto con un enorme pila di pancakes con su lo sciroppo d'acero, e un bicchiere di succo d'arancia. Se sarà così tutte le mattine diventerò un bisonte! Mangio tutto velocemente e poi prendo il mio zaino. --Jeremy, il nostro autista, ti accompagnerà a scuola-- mi dice mia madre sbucando fuori dal nulla. Annuisco e saluto, poi esco fuori e vedo un signore pelato con dei baffi a manubrio, vestito in giacca e cravatta, davanti ad una macchina da ricconi nera. --Salve signorino Louis-- Ha la R moscia ed una voce fastidiosa. Mi apre la portiera e io entro velocemente in macchina. Perché mi chiamano tutti "signorino"? È irritante. Mi parla, ma io non lo ascolto. Guardo fuori dal finestrino. Arriviamo davanti a un grosso edificio giallo con tantissimi ragazzi e ragazze intorno. Scendo quando Jeremy mi apre la portiera e lo saluto. Non ho per niente voglia di "imparare" o, come dicono gli umani, "socializzare". Anche se sono mezzo lupo, non mi piace stare in branco. Cammino verso la porta e un ragazzo stupido mi va addosso facendomi cadere --Ma stà un pò attento!-- gli urlo arrabbiato. Lui sorride e mi porge la mano. La afferro e mi tiro su guardandolo male. Perché sorride? --Cosa ti ridi?-- lui continua a sorridere e abbassa lo sguardo. Quanto sono strani questi umani... --Scusa io, ehm, sono inciampato-- sussurra rivolgendo i suoi occhi marroni nei miei. Scuoto la testa sbuffando e incrocio le braccia --Dovresti stare più attento a dove metti i piedi-- guardo sul foglio che mi ha dato Jeremy in che classe devo andare alla prima ora e vedo che devo andare a Storia. Ho sempre odiato storia. --Senti, puoi dirmi dov'è l'aula di storia?-- chiedo cercando di essere più gentile che posso. Lui annuisce e mi prende la mano, trascinandomi nella scuola. Sento del calore espandersi dalla mia mano fino ad arrivare in ogni singola parte del corpo, fermandosi nel petto. Lo seguo trascinando un pò i piedi. Passiamo dal mio armadietto e poi dal suo, che non sono poi tanto lontani, e infine ci fermiamo davanti ad un'aula che suppongo sia quella di storia. Mi lascia la mano e improvvisamente il calore scompare e viene sostituito da freddo, tanto freddo. --Non sò come ti chiami-- dico incrociando le braccia --Zayn-- sorride e poi alza un sopracciglio --sono Louis-- rispondo mentre un timido sorriso si forma sulle mie labbra.

Wolf [Larry Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora