Cap 8: Sconosciuti

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Scaccio questa preoccupazione dalla testa. Magari non se n'è semplicemente accorta! Faccio la doccia e mi metto il pigiama. Tanto oggi non ho intenzione di uscire, quindi che senso avrebbe mettermi vestiti puliti? Vado un po' su Facebook e noto richieste d'amicizia da persone che nemmeno conosco. Una mi colpisce particolarmente: Zayb Malik. Accetto senza pensarci e blocco il telefono. Scendo in cucina e mi siedo sul bancone a guardare Anne cucinare. --Da quanto tempo lavori per i miei genitori?-- chiedo curioso. Lei si gira e mi sorride prima di tornare a mettere il cioccolato tra le due parti di pandispagna. --Da circa un anno-- risponde non guardandomi negli occhi, troppo concentrata sul suo lavoro. --E ti diverte?-- so già la risposta. A chi piacerebbe lavorare per due spocchiosi ricconi? --In realtà non molto-- mi sorride e poi mette la torta in fondo, per poi mettersi davanti a me --Però i signori Williams pagano molto bene e, qualche mese fa, hanno diagnosticato a mia figlia un tumore. Devo pagare delle cure molto costose, così sono costretta a lavorare qui-- ha un espressione triste mentre lo dice e a me si stringe il cuore. Mi avvicino e la abbraccio d'istinto. Sentivo fosse la cosa giusta da fare quindi ho semplicemente agito senza pensare. Anne si irrigidisce, ma poi ricambia l'abbraccio. Parliamo per un po' mentre io mangio la torta che mi ha preparato, finché suona il campanello. --Vado io-- dico prima che Anne mi preceda. Un ragazzo alto con gli occhi verdi. Lo squadro dalla testa ai piedi e poi alzo un sopracciglio, confusa --E tu sei...?-- chiedo perplesso. Lui mi porge la mano che io non stringo, così la ritira velocemente --Harry, il figlio di Anne-- si presenta. Lo guardo di nuovo da capo a piedi e finalmente trovo qualche somiglianza. I capelli sono castani, come quelli della madre tranne per il fatto che il ragazzo li ha ricci, e stessa cosa per gli occhi. --Ehm... posso entrare?-- chiede timidamente. Mi scanso e lui si dirige in cucina, come se sapesse già dove si trovasse Anne, e io lo seguo. --Anne, non mi avevi detto di avere un figlio-- dico indicando il ragazzo di cui non ricordo il nome, parlando prima che lo faccia lui --Ho tre figli, in realtà: Harry, il più grande, il ragazzo che hai davanti, Gemma, la mia figliola di quindici anni, quella malata di tumore, e infine Leo, il più piccolo, di sei anni-- mi spiega lei mentre io annuisco, capendo immediatamente. Quindi lui si chiama Harry, eh? Non mi interessa più di tanto. --Mamma, sono venuto a parlarti di Gems-- dice serio il ragazzo, rifilandomi poi un'occhiataccia --È casa sua, tesoro, può ascoltare-- sussurra Anne al figlio. Lui annuisce seccato --Il fatto è che... sta peggiorando, Ma'. I dottori non sono per niente incoraggianti-- mormora con voce tremolante. Mi viene voglia di stringerlo forte e dirgli che andrà tutto bene! Mi trattengo solo perché non lo conosco ancora bene e perché non mi sembra il caso. Anne diventa improvvisamente triste e la malinconia si riuscirebbe a fiutare anche da chilometri... decido di entrare in camera mia, ma subito dopo qualcuno bussa alla porta. Che vogliono tutti, oggi? Apro svogliatamente e con gran sorpresa vedo Hanry o... che ne so io! --Mi chiamo Harry-- dice a bassa voce. Ma mi sta leggendo nel pensiero? --Non te l'ho chiesto-- rispondo freddo. Lui apre la bocca per parlare ma la richiude subito. Chissà cosa voleva dire... --Perché sei qui?-- chiedo dopo un lunghissimo silenzio imbarazzante --V-visto che abbiamo iniziato col piede sbagliato, v-volevo ricominciare da capo. Piacere, io mi chiamo Harry-- mi tende la mano che stavolta stringo. --Io sono Louis-- dico alzando gli occhi al cielo e staccando la mia mano dalla sua presa sudaticcia.

Wolf [Larry Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora