Cap 18: Allucinazioni

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Mi sveglio con un buonissimo profumo di menta- e qualcosa che assomiglia molto alla cannella- nelle narici. Respiro profondamente, con un sorriso stampato sul volto, mentre mi stringo di più alla persona accanto a me. --Ben svegliato lupacchiotto-- mormora Harry accarezzandomi la schiena --Mh-- riesco solo a dire, mentre mi godo quelle carezze così rilassanti --Hai fame? Ormai l'ora di pranzo è passata, ma Anne potrebbe prepararti qualcosa-- sussurra al mio orecchio. Improvvisamente i ricordi di oggi mi passano velocemente davanti, incluso il Tg con la notizia di... oddio. --H-ho... ho ucciso un uomo-- dico tirando su con il naso, mentre il ragazzo accanto a me si irrigidisce per un secondo --Cosa?-- chiede. Alzo la testa e incontro il suo sguardo, perdendomici un attimo, per poi abbassarlo di nuovo, incapace di sostenere la delusione e la paura nei suoi occhi. --N-non... m-mi dispiace... c'era la luna piena e non... non sapevo cosa stavo facendo-- dico voce tremante. Lui si alza dal divano e se ne va, lasciandomi un senso di vuoto proprio nel petto, e il calore che sentivo fino a pochi secondi fa, scompare insieme a lui. Non mi posso permettere di piangere un'altra volta, no. Io non sono debole. Mi alzo ancora tremante dal divano, e cammino lentamente verso camera mia, sentendo che a ogni passo potrei cadere e rompermi in mille pezzi. Mi si forma un nodo nello stomaco, e un senso di nausea mi pervade. L'unica cosa che posso fare è sedermi sul letto. Tengo lo sguardo sul pavimento, mentre mi tengo una mano sulla pancia, finché improvvisamente compaiono due gambe. Sussulto dallo spavento, e alzo la testa, sperando di incontrare gli occhi verdi di Harry, ma scopro che è solo Zayn. --Come stai?-- mi chiede. Io riduco gli occhi a fessure --Bene-- mento. Il ragazzo mi abbraccia, e io dopo poco ricambio. Di colpo sento l'odore di menta e cannella che mi piace tanto. Faccio qualche passo indietro, sciogliendomi dall'abbracio, ritrovandomi Harry davanti --Non è colpa tua, Lou-- mi sussurra mentre mi avvicino alla ricerca di un qualche contatto fisico. Harry sembra un fantasma; Quando allungo le mani verso di lui per toccarlo, queste ci passano attraverso --Non è colpa tua, non è colpa tua. I tuoi genitori, quell'uomo, non è colpa tua-- continua a dire alzando leggermente la voce. Mi avvicino ancora un po' cercando di afferrarlo, ma la sua immagine si dissolve. Potrei giurare di aver visto mia madre e mio padre, per qualche secondo, nel posto in cui si trovava il "corpo" di Harry. Tutto torna al suo posto, e io mi ritrovo seduto sul mio letto, a fissare il punto in cui si trovava lui. Mi alzo e vado a fare la doccia, per poi mettermi il pigiama, che in questo momento è il mio migliore amico. Infilo un paio di calze nere e vado nella stanza piena di libri. Magari leggere un buon libro mi farà distrarre. Passo l'indice sulle copertine polverose dei libri su una parte di libreria. Improvvisamente prendo una specie di scossa, toccando il dorso di un vecchio libro- che assomiglia a un manuale- rosso. In nero c'è scritto Demonologia. Lo ignoro e ne prendo uno a caso, verde e nero, che sembra molto più carino. Torno in camera mia e mi sdraio sul letto, con il libro in mano. C'è scritto in grande "Magia nera".
Dopo capitoli e capitoli di incantesimi in lingue sconosciute, e dopo essermi girato e rigirato nel letto, in cerca di una posizione comoda adatta alla lettura, mi decido a chiudere il libro. Qualcuno bussa alla porta, e io sto per dire "avanti", quando ricordo di aver chiuso a chiave. Vado ad aprire, e mi trovo davanti Anne con una scatola di pizza e una bottiglietta di coca cola. --Harry mi ha detto che non saresti scesa, che te l'ha letto nella mente e... e così ti ho portato qualcosa-- dice mentre io prendo quello che ha in mano e lo appoggio sulla scrivania. La guardo e le sorrido --Grazie, Anne, sei stata molto gentile con me fin da quando sono arrivata-- dico. Lei mi sorride e poi esce dalla stanza. Finisco di mangiare e faccio una doccia, prima di andare a letto.

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Esco dalla porta di casa, ed Harry mi aspetta accanto alla sua moto, per accompagnarmi a scuola. Decido di andare a piedi, perché lui potrebbe mettersi a parlare di ieri. Lo sorpasso, incamminandomi verso l'edificio delle torture, ma lui mi blocca la strada, posizionandosi davanti a me, e alzando le mani in segno di resa --Voglio solo portarti a scuola. Di quel... fatto di ieri ne parliamo appena finiscono le lezioni.-- annuisco senza spicciare parola e salgo sulla moto, infilandomi il casco rosa, mentre lui fa lo stesso con il suo nero. Mi aggrappo a lui, ma stavolta non è per sentirlo vicino, è per non cadere dalla moto, che sfreccia velocemente tra il traffico. Scendo dal motorino e lascio a Harry il mio casco, correndo poi nella scuola.

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Adesso sono fuori da scuola. Finalmente la campanella è suonata e io posso tornare a casa. Per un attimo mi dimentico di tutto. Mi dimentico di Harry, di Zayn, di tutto quello che è accaduto in questi giorni. Ma poi, vedendo lui, tutto mi passa davanti agli occhi come in flashback. Mi avvicino a Harry mentre mi torturo le dita per il nervosismo. --Credo dovremmo parlare-- dice calmo. Troppo calmo per i miei gusti. --Mi dispiace per quello che è successo ieri. Non volevo andarmene così, solo che... io non mi aspettavo che tu potessi fare qualcosa del genere, e ora...-- alzo la mano, zittendolo di colpo. Il suo sguardo brucia come il fuoco, ma stavolta non è un calore positivo. Sento la delusione e la paura nella sua voce. Non riesco nemmeno a incontrare i suoi occhi, perché so che leggerei queste emozioni anche lì dentro, e farebbe male. Tanto male. Chiudo gli occhi per un secondo, e li riapro quando ho la forza di aprire bocca. Non so perché, ma decido di continuare la frase per lui, quella che per colpa mia ha lasciato in sospeso. Prendo un respiro profondo e scuoto la testa.
--... E ora mi odi. Ma è okay, mi odio anch'io-- sussurro con voce tremante, spostando lo sguardo ovunque tranne che su di lui, perché so che se lo guardassi, non riuscirei più a distogliere lo sguardo. So che se lo guardassi, mi perderei nei suoi occhi e farei crollare il muro, che sto ancora provando a costruire, tra di noi. Sento i miei occhi diventare scuri, quasi neri, come succede quando sto male. Ma non quando sto male fisicamente, il mio è più di questo. Il mio dolore si espande nel petto, all'altezza del cuore, e non fa che peggiorare quando mi rendo conto che probabilmente mi odia. Sento la sua mano alzarmi il viso, facendo scontrare i miei occhi con i suoi, decisamente più belli, e con l'altra asciuga le lacrime che non mi ero resa conto di versare. --Non potrei mai odiarti. Potrei provarci, anche fino alla fine dei miei giorni- che sono ancora molti, sai, sono uno stregone, noi viviamo più a lungo degli umani- ma non è questo il punto-- mi lascio scappare un piccolo risolino e lo incito a continuare --È che potrei provarci tutta la vita, ma non ci riuscirei comunque. E adesso dirò qualcosa che potrebbe rovinare tutto, o forse no. Louis Tomlinson, credo di essermi innamorato di te-- il mio cuore perde un battito, e l'unica cosa a cui riesco a pensare è lui. Harry Harry Harry HARRY, lo ripeto come un mantra, mentre il mio sguardo si sposta sulle sue labbra. Unisco la mia bocca alla sua, senza pensarci troppo, ed è come se il mio cuore riprendesse improvvisamente a battere.

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