Cap 21: Il sogno pt.2

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--Louis-- una voce, un sussurro mi risuona in testa, ma non gli presto attenzione. Tengo lo sguardo fisso su quel ragazzo. Quel ragazzo che mi ha rovinato la vita. Quel ragazzo che mi ha rubato il cuore. --Louis-- adesso suona come un urlo, che mi costringe a tappare le orecchie. Non voglio svegliarmi, no. Se mi sveglio dovrò tornare da lui. --Amore-- apro gli occhi e mi tiro velocemente a sedere. Respiro a fatica, e non riesco a muovere la gamba destra. Per un po' non riesco a mettere a fuoco né a capire cosa è accaduto, ma poi guardo lui e ricordo. --Ciao Lou, finalmente ti sei svegliato...-- inizia Harry con un sorriso stampato in volto, ma io lo interrompo subito --Vattene-- gli urlo contro, facendo scomparire quel sorriso di cui ero innamorata. --Hey, amore, ho fatto qualcosa di sbagliato?-- sussurra con uno sguardo da cane bastonato. Di primo impatto vorrei abbracciarlo, baciarlo, dirgli di sorridere perché amo quando lo fa, ma poi ricordo quello che ha fatto, e vorrei solo mandarlo via e non farlo più tornare. --Vai. Via. Adesso. Non ti voglio più vedere-- dico acido ignorando il dolore dipinto nei suoi occhi, misto alla confusione. --Non so cosa ti ho fatto, ma ti prego non mandarmi via. So che se lo farai non ci sarà più nessun "noi", e io non voglio questo, io ti amo-- sussurra con la voce rotta. I miei occhi si addolciscono, per un istante, e lui sembra pensare di avere ancora una speranza, ma poi mi irrigidisco di nuovo, mentre la sua risata malvagia mi rimbomba nelle orecchie. Chiudo gli occhi e respiro profondamente, per evitare che altre stupide lacrime mi righino il volto. Li riapro e solo adesso mi accorgo che la sua mano stringe la mia. La ritraggo immediatamente e una fitta alla gamba mi fa girare la testa. Ora capisco cosa faceva: stava alleviando il mio dolore, che è diventato molto più forte senza di lui. Ma non riprenderò la sua mano. Farebbe più male del dolore che provo in questo momento. --Okay Louis, me ne andrò, ma lascia che ti prenda la mano per un po', non riesco a vederti soffrire in questo modo-- sussurra allungando la sua mano verso la mia. --Non dire che non mi vuoi veder soffrire, non farlo! Vattene, ti prego! Solo... esci da quella porta e starò meglio-- gli ringhio contro mentre vedo delle lacrime formarsi nei suoi occhioni verdi. --Prima dimmi che ti ho fatto, per favore!-- mi prega stringendo i pugni --Come se tu non lo sapessi... Mi hai rovinato la vita, ecco cosa! E colpa tua se io sono questo! È colpa tua se sono un mostro!-- urlo, con molta rabbia nella mia voce. Lui spalanca gli occhi e poi abbassa lo sguardo --T-ti posso spiegare, io...-- lo zittisco con un segno con la mano e poi gli dico quelle parole che fanno tanto male a me quanto a lui --È finita. Non ti voglio più vedere-- lui annuisce tristemente e esce dalla porta di camera mia. Un senso di sollievo mi pervade, che però viene subito sostituito da dolore. Tanto tanto dolore all'altezza del petto. All'improvviso Zayn compare davanti a me. Quando è entrato? --Non ora Zayn, voglio stare solo-- gli dico facendogli un piccolo sorriso, come per chiedergli scusa. Lui scuote la testa e mi sorride --Sono qui per darti delle risposte alle tue... beh, alle tue domande-- dice. Socchiudo gli occhi guardandolo diffidente --Chi era la terza persona? Oltre a Taylor e Harry, intendo.-- lo vedo deglutire, mentre cerca le parole con cui rispondermi. --Non lo so, probabilmente... Billy, sí. Quell'idiota di Billy. Probabilmente era lui-- balbetta toccando si le labbra, segno che sta mentendo. Wow, mi sento come il tizio di Lie to me! --Sicuro... E perché Taylor lanciava quelle sfere?-- chiedo. Ovviamente non mi interessa davvero, e forse la risposta è che, semplicemente, voleva uccidermi. --Non lo so perché ti tirava quelle sfere nere, se devo essere sincero. Ma credo per disintegrarti come ha fatto con il lavandino-- ridacchia nervosamente. Un attimo... non gli ho mai detto che le sfere sono nere, né gli ho parlato del lavandino... mi nasconde qualcosa, di sicuro. Che fosse lui la terza persona?! --Continuiamo un altra volta, io... devo andare-- sussurra mentre cammina verso la porta e se ne va. Dopo qualche minuto entra Gemma sulla sua sedia a rotelle. Le sorrido e lei fa lo stesso --Come stai?-- chiediamo contemporaneamente. Lei ridacchia e si avvicina al mio letto, porgendomi il vassoio che non avevo visto, che prima era posizionato sulle sue gambe --Ho chiesto a mamma se potevo portarti io la colazione, mi sembravi simpatico!-- dice ignorando la domanda che le ho fatto. Mentre mangio, io e lei parliamo un po', e scopro che non siamo tanto differenti. A parte per il fatto che io sono, beh, un licantropo e un ragazzo. Mi racconta anche che c'è un ragazzo che le piace, che ha conosciuto all'ospedale. È davvero una ragazza simpatica e... forte. Se io fossi stato al suo posto non sarei riuscita a sorridere- come fa lei- a questo punto. --Così tu oggi hai saltato scuola-- ride Gemma. --Uhm, credo anche Zayn e... t-tuo fratello, l'abbiano saltata-- sussurro abbassando lo sguardo, mentre il sorriso scompare dal mio volto. --A proposito, che è successo tra te e Haz? Lui si è chiuso in camera e non vuole parlare con nessuno, e tu... tu non riesci neanche a pronunciare il suo nome-- mi guarda tristemente. Dovrei dirle che è successo? Non so cosa sa, quindi meglio di no. --Non ho molta voglia di parlarne, mi dispiace-- lei annuisce e poi va verso la porta --Devo andare da mamma. Ci vediamo dopo, Lou!-- fa un piccolo sorriso e esce, non prima di spiegarmi che dovrò usare le stampelle, che adesso sono appoggiate al muro accanto al mio letto. Decido di fare i compiti, visto che non sono andato a scuola e sono molto indietro. E poi dovrò tenermi occupata in qualche modo, no?
Dopo un po' di matematica mi stufo. Mh, ho voglia di qualcosa di dolce. Cammino lentamente fino in cucina, dove non trovo nessuno. Direi, meglio così!
Appoggio una stampella accanto a me e mi allungo verso la credenza. La apro, ma sono troppo basso per arrivare ai biscotti (no, sono solo i biscotti troppo in alto, in realtà). Dannazione! Mi metto in punta di piede, perché l'altro non riesco a muoverlo, e cerco di arrivare a quelle delizie al cioccolato. Niente. --Aspetta, ti aiuto-- sussurra una voce. Oh perfetto, ci mancava solo questo. Sento una mano poggiarmisi sul fianco, e vedo un braccio afferrare il pacchetto e porgermelo --Grazie-- sussurro allontanandomi il più possibile da lui e aprendolo. Mangio qualche biscotto sotto il suo sguardo e a un certo punto mi stufo. --Vuoi?-- dico irritato porgendogliene uno. Lui scuote la testa e sorride --Mi piace guardarti-- poco dopo averlo detto abbassa lo sguardo, come rendendosi conto di quello che ha appena detto, e se ne va. Il dolore che non mi ero accorta fosse sparito, ritorna. Ed è più forte di prima.

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