Capitolo 59

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Volevo ricordarvi di andare a leggere anche l'altra FF che sto scrivendo sui Bremma. Si chiama:
Arriverà l'amore|Bremma
Dopo questo vi lascio al capitolo :)

Dopo mezz'ora uscì Alessio che venne verso di noi, aveva su la mascherima e quindi non riuscivo a vedere la sua espressione, ma non sembrava molto felice. Se la tolse e iniziò a parlare.

A:"allora..."

E:"ti prego dimmi che è andata bene"

A:"l'operazione ha funzionato, l'abbiamo rianimato parecchie volte, però siamo riusciti a salvarlo. Dobbiamo solo aspettare che si svegli per vedere come sta veramente" tutti sorridemmo.

E:"grazie grazie grazie" istintivamente mi alzai per abbracciarlo, ma caddi subito sulla sedia. Non mi ricordavo che non riuscivo a stare in piedi.

A:"dovresti andare a fare gli esami"

E:" Quando sarà tutto finito con Mattia, farò tutti gli esami e le visite che servono"

A:"ma..." lo interruppi.

E:"voglio aspettare il suo risveglio"

A:"ok fai come vuoi"

Aspettammo ancora, fermi su quelle maledette sedie.

E:"dottore..."

D:"si?"

E:"entro quanto si dovrebbe svegliare?"

D:"non c'è un tempo preciso, potrebbe svegliarsi tra qualche ora, come tra 2 giorni o 1 settimana"

E:"1 settimana?!"

D:"l'operazione è andata bene, sta a lui adesso prendere tutte le forze rimaste per aprire gli occhi"

E:"possiamo vederlo?"

D:"è meglio che riposi ancora un pò, l'operazione è stata abbastanza faticosa"

*****************

Passarono i giorni e Mattia non si era ancora svegliato.
Io ero sempre seduta su quella sedia, mi muovevo solo per andare in bagno e bere, non mangiavo neanche, avevo lo stomaco chiuso.
Volevo solo vederlo, anche per un secondo, volevo vedere i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli morbidi, le sue braccia tatuate, le sue dita piene di anelli e le unghie mangiucchiate dal nervoso. Mi mancava tutto di lui.

A:"hey"

E:"hey..."

A:"ti ho portato qualcosa da mangiare"

E:"non ho fame"

A:"non puoi non mangiare niente"

E:"sto bene così"

A:"cos'hai Emma? L'operazione è andata bene, dovresti essere felice"

E:"cazzo ma lo capisci che è ancora lì dentro, forse non si risveglierà più e io sono qui seduta su questa sedia e non posso neanche entrare per vederlo"

A:"facciamo così: io ti faccio entrare di nascosto, però promettimi che quando esci mangi"

E:"non ti prometto niente"

A:"dai vieni"

Mi portò davanti alla porta, si assicurò che non c'era nessuno e mi spinse dentro.

A:"hai massimo 15 minuti prima che arrivi qualcuno"

E:"ok...aspetta"

A:"dimmi"

E:"grazie"

Mi sorrise e andò via, mentre io rimasi lì con Mattia.
È pieno di fili dappertutto, ma io gli prendo solo la mano e la stringo forte.

E:"lo so che probabilmente tu non riesci a sentirmi però te lo voglio raccontare lo stesso.
Ho composto una canzone per te.
È da quando sono piccola che scrivo piccoli testi, lo sapeva solo mia mamma e mio fratello, le persone più importanti nella mia vita dopo di te.
Non l'ho mai detto a nessuno perchè non credo di avere una bella voce e avevo paura che gli altri mi avrebbero preso in giro. Mia mamma avrebbe voluto che andassi a lezione di canto, se avessimo avuto il denaro, ma con la malattia che ho avuto, le cure costavano un sacco di soldi.
Te lo sto raccontando perchè anche tu componi e in un modo o nell'altro mi capisci. Questa è la prima canzone che dedico a una persona in particolare, spero ti piaccia."

Quanti giorni hai senza sorridere
fuori sono guai ma dentro è malinconia
che ti fa compagnia

Se mi cercherai in questa corsa ad ostacoli
mi conoscerai perché cadremo vicini
sempre, ancora

E' arriverà l'amore in questo mondo
tutto l'amore che io ho per te
arriverà e ci metterà un secondo
ma durerà in eterno come il Big Bang

Quando arrivi tu avrò negli occhi la verità
mi riconoscerai in questa giungla di sguardi
in questa giungla

E' arriverà l'amore in questo mondo
tutto l'amore che io ho per te
arriverà e ci metterà un secondo
ma durerà in eterno come il Big Bang

Finii di cantare e mi allungai a dargli un bacio sulle labbra. Restai lì per qualche secondo e avrei giurato di sentir muovere anche le sue. Mi staccai immediatamente ma i suoi occhi erano ancora chiusi e la macchina che segnava i battiti iniziò a emanare forti rumori.
Non capivo cosa stesse succedendo, se stava per andarsene o si risvegliava.
Entrarono di corsa i medici chiedendomi cosa ci facevo lì, visto che era proibito, e mi spinsero fuori.
Urlai il suo nome, ma le mie grida furono soffocate da quella porta che ci separava fisicamente.

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