Perdente

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Yohan's p.o.v.

《Buttati! Buttati! Buttati! Buttati! Buttati!》

Questo eco così vicino eppure così lontano colpisce le mie orecchie e anche il mio cuore, facendomi provare un senso di umiliazione così forte mai provato prima.

《Yohan, hai perso la sfida, e ora come stabilito devi buttarti in acqua!》

La voce di Ahn Mi Ran si distingue per volume dalle altre, facendo sfumare i miei pensieri e tornare alla realtà.

Guardo di slancio tutti i presenti, che mi hanno praticamente accerchiato ovunque, e tiro un respiro profondo.

Mi avvicino sempre di più a bordo piscina, chiudendo gli occhi, finché qualcosa non mi obbliga a fermarmi.

《Fermo! Tu non ti butterai, Yohan》

Sento una decisa stretta al mio polso, e riconosco anche la voce che ha parlato: è Janet.

I nostri sguardi si incrociano per qualche misero secondo, ma riesco chiaramente a percepire umiliazione anche nei suoi, di occhi. Il fatto di essere stata trascinata via da Gabriel è stato inaspettato, d'altronde io non sono riuscito ad evitarlo e ho brutalmente perso.

《No, Janet, è una cosa che devo fare. Le regole sono queste》le sussurro di rimando, contemplando il suo sguardo già velato di lacrime.

Non voglio che provino pena per me, nè lei, nè tutti gli altri che sono qui stasera. E non posso nemmeno lasciarmi difendere da una femmina, altrimenti mi riderebbero tutti alle spalle.

Mentre Janet sta per parlarmi di nuovo, scuoto la testa e la scanso leggermente per passare.

《Buttati! Buttati! Buttati!》

Sento ancora le grida della folla premere su di me, sono insistenti, non vedono l'ora di assistere a quello che sarà uno spettacolo pietoso.

Devo buttarmi in questa piscina, non ho altra scelta.

Sto per lasciarmi andare nell'acqua limpida della piscina che brilla alla luce della luna, quando Janet si affianca nuovamente a me e assume in volto un'espressione decisa.

《Se ti butti tu, mi butterò anch'io》

Queste parole mi colpiscono dritto al cuore, facendomi voltare direttamente verso di lei.

Non sa quanto le sono riconoscente in questo momento, tuttavia non posso darlo a vedere. Non devo darlo a vedere.

《Ma che dici, Janet? Spostati una buona volta, e lasciami fare. Prima finirà questo inferno, prima potrò-》

Non faccio in tempo a finire la frase, che sento la sua mano intrecciarsi nella mia e trascinarmi negli abissi della piscina.

Il momento della caduta è un attimo, seguito dalle immediate risa ed esultazioni della folla, dopodiché io e Janet spariamo dentro l'acqua, lontano per qualche secondo da tutto e da tutti.

Un brivido di freddo percorre la mia schiena, e non posso fare a meno di sentirmi sorpreso, in questo momento.

Janet Jang mi ha buttato in acqua, e si è poi veramente buttata con me. Ha accettato la mia sconfitta, anzi mi ha addirittura aiutato a superarla assieme a lei.

La sua mano è ancora stretta nella mia, e mi infonde sicurezza, coraggio.

Dove l'ho trovata una persona del genere? Cosa ho fatto per avere con me una così brava ragazza come Janet?

Ma soprattutto, perché lei fa tutto questo per me, se non sono altro che un semplice amico?

Forse mi sto montando troppo la testa? Forse è solo la mia immaginazione che ha preso la tangente e se n'è andata dove più le piace?

Problemi d'amore a SeoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora