Solitudine

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Janet's p.o.v.

Dopo un tempo di dormita indefinito apro con fatica gli occhi, rivelando a me stessa il fatto che, vista la penombra nella stanza, sia già sera tardi.

La testa mi gira tantissimo, e ogni tanto ho anche la nausea, ma non avrei mai pensato di essere capace di dormire così tanto.

Solitamente quando ho la febbre rimango a lungo in una specie di dormi veglia, perché a causa dei dolori di stomaco non riesco mai ad addormentarmi, ma stranamente questa volta non è andata così.

Do vari colpi di tosse e poi, con le poche forze che mi restano, cerco di allungarmi verso il comodino per afferrare il cellulare. Riuscita nell'ardua impresa, sblocco il display e vedo qualcosa che mi fa sussultare.

Sono già le 19.30, e Yohan non si è ancora fatto vivo. Mi aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi e a darmi i compiti e ciò che avevano fatto oggi a scuola, eppure di lui non c'è ancora traccia. Non mi ha nemmeno chiamato o lasciato un messaggio.

Che si sia dimenticato? No, non può essere vero, anche perché non conosco persona più diligente di lui. Di solito, quando dice una cosa o fa una promessa, mantiene sempre la parola.

Quindi c'è solo una spiegazione a tutto questo.. deve essere incappato in una qualche situazione che gli ha impedito di venire qui. Altrimenti non mi avrebbe mai evitata di proposito, non avrebbe proprio alcuna ragione per farlo.

《Tesoro, ti sei svegliata? Come stai?》mia madre irrompe improvvisamente nella stanza, e mi sorride benevola.

《Un po' meglio, ma mi gira la testa..》mi lamento, socchiudendo gli occhi, in preda ad una delle numerose fitte di dolore che mi stanno colpendo da questa mattina.

《Oh, Janet, mi dispiace. Mi dispiace tanto. Ma vedrai che passerà, succede sempre così quando ci si ammala..》risponde mia madre sconsolata, sedendosi sul letto affianco a me e accarezzandomi la testa.

Non fa nemmeno in tempo a dire altro, che subito sentiamo il mio cellulare squillare rumoroso, e, guardando chi mi sta chiamando, mi accorgo con stupore che non è altri che Yohan. Rispondo velocemente, portandomi il cellulare alle orecchie doloranti.

《Yohan! Dove ti sei cacciato?》chiedo preoccupata, aspettando con ansia una sua risposta.

《Janet, sto arrivando da te proprio in questo momento. Perdonami, so che sarei dovuto venire prima, ma purtroppo sono stato trattenuto a scuola per colpa delle lezioni prolungate.. un vero strazio! Ma adesso sto arrivando, non preoccuparti!》risponde Yohan trafelato, riesco quasi a percepire un velo di agitazione nella sua voce.

Allora tutte le mie ipotesi erano vere: lui voleva venire qui, ma di fatto è stato bloccato da qualcuno o da qualcosa. E comunque mi spiegherà meglio tutto quando verrà qui. Al telefono non è il caso di indagare.

《D'accordo, allora... ti aspetto qui》sussurro, con voce roca, chiudendo la chiamata e fornendo spiegazioni a riguardo a mia madre.

《Ah, quel Yohan, è sempre così gentile con te! Ce l'avessi avuto io un amico del genere!》commenta mia madre con gli occhi al cielo, tirando un lungo sospiro.

《Già.. pensa che a volte sento come se fosse mio fratello, col passare del tempo stiamo diventando sempre più legati》ammetto con un sorriso sulle labbra, guardando mia madre che mi ascolta rapita.

《E Janet, dimmi.. come va con Gabriel? Siete ancora amici, voi due?》domanda poi bruscamente, lasciandomi senza parole, ma costringendomi anche a riflettere su una cosa: io credevo di essere la migliore amica anche di Gabriel, ai tempi prima della friendzone, ma era veramente così? Questo nostro rapporto, che è caduto subito a causa di un malinteso, era davvero così saldo? Sto proprio iniziando a dubitarne, e più il tempo passa, più sono insicura su ciò che provo per Gabriel adesso.

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