Reazione

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Yohan's p.o.v.

《Io ti amo》affermo deciso, fissando Janet in quei profondi pozzi neri e cercando di non scompormi alla sua visione, che riesce sempre a mandarmi lo stomaco in subbuglio.

Poi prendo un respiro profondo, riempiendomi i polmoni d'aria e chiudendo per un attimo gli occhi.

Finalmente ce l'ho fatta. Ho confessato tutto a Janet. Ho portato a termine questa missione, anche se non è stato affatto facile.

Ho dovuto serbare le mie sofferenze per parecchio tempo se adesso mi sento così sollevato e leggero, come liberato di un grosso fardello che mi gravava finora sulle spalle.

Però ne è valsa la pena. Accidenti se ne è valsa la pena. Adesso finalmente lei avrà chiari quelli che sono i miei sentimenti e potrà darmi una risposta.

Noto che Janet mi fissa assai allibita, e lo stesso fa Gabriel a pochi metri di distanza da noi, ma io, per smorzare la tensione e per convincere Janet che le sto dicendo la più assoluta verità, mi avvicino al suo viso e assaporo le sue labbra dolcemente, temendo quasi che questa ragazza così fragile si possa rompere da un momento all'altro sotto i miei occhi.

La sensazione è delle più inaspettate che potessi mai immaginarmi. Janet, basita da questa mia avventata azione, non dà segni di voler ricambiare il bacio, tuttavia io sto già salendo in paradiso grazie a questo contatto, grazie a queste magiche labbra della ragazza che amo.

《Janet, Yohan! Fermatevi, ora!》

Il grido autoritario di Gabriel mi risveglia dal mio incantamento, e fa ancora di più il suo effetto quando lui, con le sue due braccia robuste, ci stacca l'uno dall'altra imbufalito.

《Cosa pensavi di fare, eh?! Volevi fare ancora un po' il piccioncino insieme alla mia Janet?!》sbotta poi, rivolto a me, non riuscendo a contenere il suo impellente desiderio di mollarmi un forte ceffone.

《Ahia, c***o!》

È allora che, dopo aver urlato dal dolore, sono costretto ad alzarmi e a sfogare a mia volta su di lui tutto il rancore che provo nei suoi confronti, lanciandogli ben due calci e due schiaffi e bloccandolo al muro.

《Kang Yohan.. lurido bastardo.. devi morire...》boccheggia lui, col fiatone, non riuscendo a parlare per il dolore.

Lo fisso, e noto che effettivamente l'ho proprio ridotto male. Però ben gli sta, dopo tutto quello che ha fatto passare a me e a Janet non merita assolutamente la mia simpatia. Anzi, tutt'altro.

《Ragazzi! Ragazzi, basta! Smettetela!》

La voce angelica di Janet si fa finalmente sentire. Mi volto verso di lei, lentamente, togliendo la mia prepotente mano dal muro e constatando che la Janet che ha osservato tutta la scena è una Janet sconvolta, delusa.

《Perché...? Perché dovete sempre venire alle mani?》biascica poi, cominciando a piangere senza un apparente causa e dirigendosi verso entrambi a testa bassa.

I suoi passi sono lenti e insicuri ma, una volta arrivata al nostro cospetto, ci squadra con quei suoi occhi vispi come se fossimo degli alieni discesi sulla terra.

《Gabriel, Yohan... andatevene di qui. Adesso》ordina poi, indicandoci entrambi con un dito e accennando poi alla porta di camera sua.

《Janet.. ma io..》cerco di protestare, con il cuore che si è già frantumato in mille pezzi, nel tentativo di far dare a Janet una risposta degna della mia dichiarazione.

《Janet, Yohan non sa quello che ha appena fatto. Non farci caso》sentenzia allora Gabriel, interrompendomi, e facendo crescere nuovamente dentro di me l'impulso di picchiarlo, che sono costretto però a trattenere.

Problemi d'amore a SeoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora