Epilogo di Janet, Gabriel, Yohan e Joy

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*7 anni dopo*

Janet's p.o.v.

《Buongiorno, mogliettina》

Mi chiamo Janet Jang, ho 22 anni, e vorrei tanto maledire questa persona che sta osando svegliarmi a quest'ora del mattino.

《Ancora un altro po', mamma..》borbotto, riavvolgendomi fra le coperte.

《Oh, Janet, avanti, non scherzare! Piuttosto, siamo in ritardo per la visita medica!》risponde di nuovo la voce di cui ora ho finalmente decifrato l'emittente.

A queste parole scatto seduta e caccio un urlo così potente come se non ci fosse un domani, poi, alzatami in fretta e furia, corro in bagno a prepararmi inciampando ovunque.

《Cazzarola... a che ora è la visita?》urlo nel modo più comprensibile che mi riesce da dentro il bagno, mentre mi lavo i denti.

《Alle 9.30.. e adesso sono già le 9.15! Muoviti!》risponde Yohan dalla camera, mentre sento che armeggia con i vari vestiti per cambiarsi a sua volta.

Non appena riesco nella mia ardua impresa di cambiarmi ridotta in questo stato, addento due cracker velocemente, usciamo di casa e infine, insieme a Yohan, mi infilo in macchina per partire in direzione dell'ospedale.

***

Yohan's p.o.v.

《La crescita del bambino procede del tutto bene, proprio come previsto》afferma il dottore con un sorriso smagliante stampato in volto.

Nostro figlio sta bene. È sano come un pesce. E nascerà fra meno di quattro mesi.

Janet strizza gli occhi dalla gioia per non lacrimare, e io le giungo subito in soccorso accarezzandole il volto ed abbracciandola.

《Inoltre sono felice di comunicarvi che... si tratta di un bel maschietto! Congratulazioni!》aggiunge poi battendo le mani, quasi fosse più contento lui di noi.

A queste parole sento il cuore allargarmisi sempre di più dalla felicità, e non posso far altro che avvinghiarmi a Janet ancora di più per poi poterla baciare e abbracciare a più non posso.

Non credo di essere mai stato così felice in tutta la mia vita come lo sono ora.

Sarò padre. Sarò veramente padre.

Protendo poi d'istinto una mano verso la pancia di Janet e, una volta accarezzatala, parlo sottovoce al suo orecchio:

《Ho già in mente un nome》

Janet annuisce al limite della contentezza, leggendomi nel pensiero e non potendo poi fare a meno di continuare a sorridere come mai prima abbia fatto.

***

Janet's p.o.v.

*Quattro mesi dopo*

《Forza, signorina Janet! C'è quasi! Spinga solo un po' di più!》

Sto facendo uno sforzo immane per partorire, il sudore mi cola lungo il viso da ormai due lunghe ore e mi sento completamente disidratata. Ma so che, una volta finito questo sforzo, ne sarà valsa sicuramente la pena.

Sarò madre, avrò un figlio.

Insomma, quale gioia più grande può esistere per un essere umano?

Io credo nessuna.

《Forza, un altro po', un altro po', signorina Janet!》mi incita nuovamente l'ostetrica, aggiungendo poi che manca giusto qualche secondo a che il bambino nasca definitivamente.

Il dolore si propaga dentro di me secondo alti e bassi, a volte strillerei dal male, in altri momenti va invece un po' meglio.

All'improvviso poi, mentre sto stringendo i denti, un improvviso sollievo si fa strada dentro di me.

Mi sento una piuma leggerissima. Come se fossi rinata.

《È nato! È nato!》sento l'infermiera che chiama mio marito e i miei amici, i quali accorrono dentro in un nanosecondo, curiosi e allo stesso tempo sprizzanti di gioia come me per il gran momento.

Non faccio in tempo a focalizzare ogni figura presente all'interno di questa stanza, quando sento l'infermiera posarmi fra le braccia un minuscolo fagottino che piagnucola e muove le braccine e le gambine.

Rimango a fissarlo rapita, a guardare ogni singola parte di questo piccolo e fragile essere che d'ora in poi accompagnerà le mie giornate. Presa subito da un impeto di pianto, inizio poi a versare calde lacrime e a singhiozzare al limite della felicità, mentre Yohan, Gabriel e Joy mi affiancano soddisfatti.

《Yohan... vuoi tenerlo? È magnifico》biascico, incapace di articolare altre parole a causa dell'eccesiva emozione.

Quando mio marito annuisce gli passo il bimbo che lui si mette subito a cullare fra le braccia, sorridendogli e baciandogli il nasino.

《Piccolo.. sono papà》gli sussurra poi, cominciando a piangere a dismisura.

《Ragazzi, il parto è andato tutto bene. Ora vorrei solo chiedervi... come chiamiamo questo bel bimbo?》ci interrompe gentilmente l'infermiera, sorridendo allegra.

《Gabriel. Gabriel Kang》affermiamo nello stesso istante io e mio marito Yohan, sorridendoci complici fra le lacrime.

Mentre l'infermiera annuisce compiaciuta e corre a segnarsi il nome del nuovo nato, mi volto verso Gabriel, Gabriel il mio coetaneo, e noto che sta stranamente versando un immenso fiume di lacrime, immancabilmente consolato da Joy che lo sta abbracciando.

《Gabriel..》sussurro allora, richiamando la sua attenzione.

《V-voi.. d-davvero gli avete dato il mio n-nome...? Io.. oh... sono così felice..》balbetta piangendo, mentre si avvicina al fagottino tenuto da Yohan e chiede il permesso di reggerlo lui in braccio.

《Certo》gli dice Yohan, passandoglielo delicatamente.

Gabriel lo guarda, e l'altro Gabriel guarda lui, poi si sorridono impercettibilmente come se, grazie solamente a questo primo contatto visivo, siano riusciti a stabilire una forte intesa, una complicità.

Gabriel osserva le braccine e le esili gambine di mio figlio e poi, dopo avergli dato una dolcissima carezza sulla guancia, parla ad alta voce, di modo che tutti noi presenti lo possiamo sentire:

《Benvenuto al mondo, Gabriel Kang》


*4 anni dopo*

Gabriel's p.o.v.

《Gabriel! Non fare arrabbiare, vieni dallo zio! Su, forza!》rimprovero il figlio di Janet che sta rincorrendo un gatto in giardino.

《Gatto! Gatto!》urla lui tutto contento, battendo le mani e continuando a correre.

Questo bimbo è veramente la tenerezza in persona. Non credo di aver mai visto una creaturina così piccola dal sorriso più dolce del suo.

《Su, Gabriel, ascolta lo zio, dai! Altrimenti non ti invitiamo più a giocare nel nostro giardino!》si intromette mia moglie Joy, indirizzandomi un sorriso non appena fa capolino da dentro con la testa verso il giardino.

《Sempre così cocciuti, i bambini piccoli.. chissà se anche il nostro sarà così》aggiunge poi, posandosi una mano sulla pancia.

A questo gesto mi si apre un mondo del tutto nuovo, di cui non avevo mai fatto esperienza prima d'ora.

Abbraccio istintintivamente mia moglie, che scoppia a ridere e a piangere nel mio stesso momento, dopodiché le accarezzo dolcemente la testa.

Lei continua a lacrimare al limite della gioia, e, dopo essersi leggermente allontanata da me ed avermi guardato negli occhi, sussurra quelle parole che ho aspettato per tanto tempo:

《Gabriel, saremo genitori》

~The END~

Problemi d'amore a SeoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora