Capitolo 8

188 12 5
                                    

...
Non so bene descriverlo perché l'alcool aveva iniziato a darmi alla testa, ma mi ricordo che era molto alto e muscoloso, doveva avere i capelli scuri scompigliati, una canotta bianca e dei jeans scuri.
Si sedette di fianco a me e mi disse con voce sensuale: "Hey bella, come ti chiami?"
La mia faccia doveva essere un misto fra un "Chi diavolo é questo e cosa vuole da me?" e un "Ma quanto é figo questo". Così gli risposi: "Hey bello. Mi chiamo Jessica, ma per gli amici Jess. E tu come ti chiami?"
Avevo cercato di essere il più sensuale possibile e pensavo di esserci riuscita perché lui mi prese con la mano una ciocca di capelli e se la arrotolò tra le dita. Poi mi rispose con un sorrisetto malizioso: "Jonathan, ma per le ragazze belle come te John. Jess, ma tu di che classe sei?"
"Della 3I e tu?"
Io intanto continuavo a bere un bicchiere dopo l'altro.
"Della 5H. Sai che sei davvero bella così?"
"Grazie" risposi io con fare spavaldo.
Poi mi prese la mano e mi disse: "Ti va di andare a parlare di sopra che qui c'è troppo casino?"
Stavo per rispondere quando vidi un pugno piombare all'improvviso sulla faccia di John. Rimasi sbalordita. Guardai la persona che aveva sferzato quel cazzotto. All'inizio non lo riconobbi a causa della penombra che non mi permetteva di vedere bene il suo viso e quando capii chi era mi meravigliai e non poco. Era il suo compleanno! Avrebbe dovuto essere a divertirsi in mezzo alla pista! Invece era lì, davanti a me. In quel momento e nel turbine di pensieri che mi affollava la testa non riuscii a dire niente, ma parlò Luca. Urlò rivolgendosi a John: "Sporco bastardo! Non provare a toccarla e a parlarle un'altra volta!"
Intanto il naso di John stava sanguinando così cercai di porgli un fazzoletto, ma Luca prese quel fazzoletto e lo buttò a terra con violenza. Io mi arrabbiai con lui e gli gridai: "Ma che stai facendo?"
Ma lui senza rispondermi mi disse indicando John: "Quello voleva solo scoparti! E adesso andiamo via!"
Così mi prese sulle spalle a mo' di sacco di patate e mi portò via da lì a quel modo mentre io mi dimenavo e gli urlavo di mettermi giù e intanto ridevo come un'idiota. Poi lo vidi aprire una porta e richiuderla a chiave. Mi mise giù e andò a frugare in uno degli armadi di quella stanza. Io ero lì immobile in piedi e ridevo. Poi Luca mi portò una felpa grigia che a me doveva stare molto larga. Poi si fermò un attimo davanti a me e si mise la mano sulla fronte dicendo: "Ah, quasi mi dimenticavo, devi struccarti. Aspettami qui che vado a prendere lo struccante in camera di mia mamma" Così chiuse la porta a chiave e mi lasciò lì dentro da sola. Quel momento fu uno dei pochi lucidi di quella serata prima di andare a dormire. Mi chiesi più volte il perché mi avesse portata in quella camera, avesse preso una sua felpa e fosse andato a prendere lo struccante e mi avesse anche chiuso dentro. L'unica risposta che riuscivo a darmi era che voleva scopare con me e l'idea mi faceva rabbrividire. Ma poi tornai nel mio stato di ubriachezza e continuai a ridere senza un motivo preciso. Pochi secondi dopo Luca aprì la porta con lo struccante in mano e mi porse due fazzoletti, poi mi disse: "Jess, questo é lo struccante" poi aprì un'antina dell'armadio che rivelava una stanza e continuò con: "E questo é il bagno entra pure, cambiati quel vestito e mettiti sopra questa felpa". Indicò il bagno e gli dissi ridendo: "Tu però non sbirciare, eh?"
"Tranquilla" mi disse facendomi l'occhiolino.
Chiusi la porta e iniziai a struccarmi, mi tolsi le scarpe, la gonna e la maglietta e poi mi misi la felpa. Quando uscii da quella porta e ritornai in quella che doveva essere la camera di Luca mi ritrovai davanti una visione meravigliosa: Luca era in boxer e si stava togliendo i pantaloni. Rimasi a bocca aperta. Sentii le sue parole come se fossero ovattate: "Jess, vedo che hai già finito. Perché mi guardi in quel modo? Sembri incantata"
"No, niente" gli risposi distrattamente.
"Sicura?"
"Ah. Ah"
"Ok..."
"Su, dai vieni" mi disse alzando uno dei lembi della coperta del letto dalla parte opposta alla sua.
"Ok..."
Così mi sdraiai sul letto e lui si posizionò di fianco a me e mi ricoprì con la coperta.
"Dai, su, vieni qui vicina a me" mi incoraggiò facendomi segno con il braccio, io mi avvicinai un po' timorosa e lui mi abbracciò forte. Era una sensazione strana. Il suo corpo era caldo e io sentivo il suo respiro sui miei capelli. Mi sentivo protetta, sicura tra le sue braccia. Tutta quell'atmosfera cullava la mia mente come una ninna nanna che fa effetto su un bambino. Il suo profumo, i suoi occhi chiusi, le sue labbra carnose, le sue braccia calde, i suoi capelli scompigliati mi tranquillizzavano.
In quella situazione mi addormentai pian piano.

Il bad boy diventa dolce❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora