Capitolo 31

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L'abbraccio durò a lungo. Ogni secondo che passavo in più stretta tra le sue braccia mi rassicurava. Era come se mi sentissi più leggera.
Quando ci staccammo Luca parlò: "Jess adesso capisco la tua reazione. È solo che se mi avessi ascoltato e mi avessi spiegato cosa avevi scoperto, io ti avrei potuto aiutare a capire. Sai, sono stato tanto arrabbiato con te perché non capivo cosa fosse successo e perché tu mi avessi lasciato in modo così brusco. Ma, come tu mi hai dato una chance quando ci siamo messi insieme, io ti voglio dare una chance adesso e voglio perdonarti..."
Quando sentii quell'ultima parola sorrisi e lo abbracciai forte. Lui ne rimase sorpreso e ricambiò. Poi continuò a parlare: "Avrò però bisogno di un po' di tempo per metabolizzare il tutto e per mettere a posto le cose..."
Mi guardò serio. Io annuii e lo ringraziai per l'opportunità che mi stava dando.
"Ma come mai sei vestita così?" mi chiese Luca, cambiando totalmente argomento, sorridendomi e guardandomi da capo a piedi.
"Ero a una festa prenatalizia in cui ci si doveva vestire in stile Medio Evo"
"Ma non sei venuta in moto vero?"
"No, no, un mio amico mi ha accompagnata e già lì è stato difficile entrare e uscire dalla macchina"
Lui mi guardò male a quel punto e mi domandò: "Sei venuta qui con un ragazzo?"
"Sì"
Si passò una mano tra i capelli.
"Che c'è? Luca, se è quello che stai pensando, no. Non mi sono trovata un rimpiazzo. Non potrei mai. Lui è solo un amico, e sono stata io a dirgli che non me la sentivo di intraprendere una relazione. Mi ha portato lui perché è mio amico e perché io non ho la macchina. Se no sarei andata da sola"
"Ma è quello con cui ti ho visto in giro per la scuola?"
"Sì"
"Jess io lo conosco, va dietro a tutte... non voglio dire con questo che tu sia una qualunque, anzi, proprio per questo te lo dico... non voglio che ti ferisca..."
Mentre parlava mi mise le mani sulle spalle.
"Guarda Luca, non ti preoccupare per me, so gestirmi e so che importanza dare alle persone... poi ti ricordo che anche tu eri così..."
"Lo so, ed è per questo che te lo dico... mi sono reso conto che ho ferito tante persone comportandomi in quel modo... sai, io ci tengo a te..."
Mi guardò dritto negli occhi per un attimo, poi li abbassò di colpo. Avevo percepito qualcosa nei suoi occhi che lui non voleva che io scoprissi evidentemente oppure di cui si vergognava. Rimasi un attimo in silenzio. Infine decisi di parlare: "Luca che cosa c'è? Che cosa c'è che non vuoi dirmi? Ho capito che non mi hai detto tutto"
Lui continuava a tenere bassa la testa. Allora alzai il suo viso con le dita in modo che lo potessi guardare negli occhi.
"Cosa mi nascondi?"
"Lascia stare Jess... ormai è così e non si può cambiare nulla"
A sentire quelle parole iniziò a montarmi una rabbia dentro. Che diavolo poteva essere successo in quei pochi mesi in cui non ci eravamo visti? E poi perché non me lo voleva dire? E se si vergognava a dirmelo, che cazzata doveva aver fatto? Possibile che si fosse cacciato nei guai?
Evidentemente Luca capì che mi stavo irritando e iniziò a parlare: "Jess, dopo che mi hai ripetuto per l'ennesima volta che era finita io sono andato fuori di testa. Mi sono incazzato tanto e ce l'avevo con te. Tu eri l'unica ragione per la quale io sarei rimasto qui..."
"In che senso?" Spalancai gli occhi, non sapevo di che cosa stesse parlando. A poco a poco un'idea mi si fece spazio tra la confusione che avevano generato in me le parole che Luca mi stava dicendo. Lui aveva accennato a qualcosa che i suoi genitori volevano che facesse dopo il liceo. Prima che il mio cervello potesse collegare tutte le informazioni, lui continuò a parlare: "Ho detto ai miei genitori adottivi che avrei accettato la proposta della società calcistica che voleva avermi in squadra"
Mi disse queste cose così velocemente e di botto che sembrava che si fosse liberato da un peso. Intanto io fui come investita da questa notizia. Era tutta colpa mia. Io non volevo separarmi da Luca. E saperlo in quel modo e in quel momento era stato ancora più doloroso.
Mi sentii come quando si è sott'acqua. Intrappolata senza poter fare nulla, senza poter tornare su. Potevo solo stare a guardare e, lentamente, cadere verso il basso, inesorabilmente. E io che volevo ricominciare. Che senso avrebbe avuto adesso che tutto sarebbe finito di nuovo? Non nello stesso modo violento. Forse questo 'tempo di latenza' mi avrebbe aiutato ad accogliere questa notizia e ad assimilarla. Quell'anno erano successe un sacco di cose. Troppe. Non riuscivo più a star dietro a ciò che stava accadendo nella mia vita. Era come se stessi correndo per riuscire a prendere un treno, ma esso, ogni volta che stavo per arrivare alla fermata, partiva. Gli avvenimenti degli ultimi mesi mi avevano travolto come una valanga. Non ero più capace di affrontare nulla perché ogni cosa mi spiazzava. Dovevo riprendere in mano la mia vita. Tornare quella Jessica che aveva il controllo di ciò che le accadeva, senza farsi sorprendere impreparata. Strinsi i pugni e dissi: "Rimani fino alla maturità?"
"No, vado via prima che inizi il prossimo anno scolastico. La maturità la farò mentre mi alleno, seguirò le lezioni che la società mi offrirà"
"Ok"
Così mi girai per andarmene, ma lui mi prese il braccio, mi rigirò e mi abbracciò. Io sorrisi e ricambiai.
Quando poi Alex mi aiutò a rientrare in macchina, riflettei su quell'abbraccio. Anche da quello ero stata sorpresa, non me lo aspettavo. Cazzo, non potevo iniziare già così male. D'altro canto era una cosa che mi sarei dovuta aspettare. E invece ne ero rimasta stupita. Quella costatazione mi rese ancora più determinata nel non farmi mai sorprendere dalla vita.
Appena Alex richiuse anche la sua portiera, mi chiese come fosse andata con il mio ex. Gli risposi senza troppa enfasi con un 'abbastanza bene'. Lui allora capì che forse era meglio non domandare altro. Volsi il mio sguardo su di lui come per ringraziarlo silenziosanente mentre lui guardava la strada, intento a guidare.

Il giorno dopo appena vidi Jen, la abbracciai e le venne spontaneo chiedermi: "Come mai tutto st'affetto?"
Io risi e le dissi che ne avevo bisogno. Marco, che camminava di fianco a lei, si unì al nostro abbraccio. Poi mi domandarono all'unisono: "Cosa è successo?"
Allora raccontai loro tutto, tutto quanto.
Quando ebbi finito, Jen se uscì con un: "Uooo. Dio buono, quanta roba!"
Marco mi guardò intensamente e mi abbracciò ancora. Lo ringraziai a bassa voce. Poi la mia migliore amica mi chiese: "E adesso cosa farai?"
"Andrò avanti per la mia strada. È meglio non essere troppo in confidenza con Luca, mi aiuterà a non soffrire troppo quando se ne andrà"
"Sei sicura che sia quello che vuole anche lui?" mi domandò Marco. Quella domanda mi spiazzò. Ancora una volta non avevo pensato alle conseguenze delle mie azioni.
Poi risposi: "No. Ma dovrà accettarlo"
Immediatamente Jen obbiettò: "E se lui si rifiutasse?"
"Non pensare sempre al peggio! Dai!"
"No, perché mi sembra che tu non ci stia proprio pensando. Hai preso una decisione senza pensare al dopo, a come avrebbe reagito Luca. Non ti sto rimproverando, ti sto solo dicendo che devi ragionare in che modo agire nell'eventualità di rifiuto. Ricordati che siete in due a essere direttamente coinvolti in questa decisione"
"Già. Hai ragione"
"Come sempre cara" disse toccandomi il naso con la punta dell'indice e sorridendo. A quel punto scoppiammo tutti e tre a ridere.

Sono tornataaaa... con un nuovo capitolo! Cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commentiiii!

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