21 dicembre
Quella mattina mi ero svegliata con la luna storta. Ero incazzata con Lucrezia per ciò che aveva fatto. Dovevo cercare di rimediare. Avevo già perso Luca una volta. Non poteva accadere di nuovo. Ma come fare? Non sapevo come contattarlo. Non sapevo nemmeno dove trovarlo. Mi misi le mani nei capelli mentre la prof di italiano ci faceva fare una pausa tra le due ore che avevamo della sua materia.
Quando alzai gli occhi Jen era di fianco a me.
"So che non avendo mai vissuto una cosa del genere non posso pienamente capirti, ma tu sei sempre andata avanti nonostante tutto, so che ce la farai anche questa volta anche se non so come. Marco e io ci saremo sempre quando avrai bisogno"
Io le sorrisi amaramente e la ringraziai. Sapevo che avrebbe mantenuto la promessa. Lei e Marco sono i miei migliori amici e, anche se non sempre mi hanno potuto aiutare, talvolta perché io non mi facevo aiutare, altre volte perché non sapevano come fare, sono sempre stati vicini. Ma io sentivo che quella storia non poteva finire lì. Dovevo ritrovare Luca. Anche se non sapevo come fare.Evidentemente Luca non si era dimenticato di me perché quel pomeriggio ricevetti un messaggio da un numero sconosciuto che diceva: "Ciao Jess, scusa se sono sparito, ma, come credo che tu abbia capito, sono già partito per Palermo. Come avrai visto questo non è il mio numero. L'ho recuperato. È vecchio quindi non possiamo vederci su Skype. Non scrivermi perché non ho ancora capito come si mette il silenzioso. Penso che tu ormai abbia capito come è andata. Non so perché i miei mi abbiano obbligato subito a venire qui. Soprattutto senza preavviso e chiudendomi in camera mia. Oggi sono riuscito a uscire e a rimediare questo telefono. Fa un rumore pazzesco quando scrivo, mi sa che l'hanno sentito. Sta arrivando qualcuno. Ti scriverò io, spero di riuscire a chiamarti. Ciao"
Inutile dire che rimasi sbalordita da ciò che avevo appena letto. Rilessi il messaggio. Sorrisi quando lessi il pezzo in cui diceva di aver 'preso' quel cellulare. Doveva averlo rubato a qualche vecchietto un po' rimbambito. Ero la prima a cui aveva scritto. Chissà se avrebbe mandato un messaggio a qualcun altro. Probabilmente no. Ero davvero l'unica persona a cui teneva ancora?
Chissà come aveva fatto ad uscire dalla sua camera. Chissà cosa avrebbero fatto adesso i suoi. Chissà se avrebbero scoperto che lui era uscito ed era riuscito a procurarsi un telefono. Ero preoccupata per lui. Sapevo che i suoi genitori adottivi non sarebbero stati molto gentili con lui. Ma sua sorella? Che fine aveva fatto? Avrebbe aiutato suo fratello adottivo? Riposi le mie speranze in lei.
Mentre stavo pensando così intensamente qualcuno sbattè la porta della mia camera da letto ed entrò urlando. Non riuscii subito a ricollegare la voce a quella di mio fratello. Ma, quando lo feci, capii che doveva aver litigato con mia madre perché stava giocando al computer da troppo tempo. Lo guardai salire le scale del letto a castello posizionato di fianco al mio e lo osservai incrociare le braccia dopo essersi steso. Poi sentii gridare mia mamma con il computer in mano: "E questo è sequestrato per una settimana!"
Risi. Allora mio fratello mi chiese retoricamente con la faccia arrabbiata: "Che cazzo ti ridi?"
"Stai tranquillo fra. Non sono io ad averti ritirato il computer"
Mi fece il medio e si mise a usare il telefono.
Poi tornai a guardare il mio di cellulare e mandai un messaggio a Jen. Avevo bisogno di parlare con lei e con Marco. Mi serviva il loro aiuto.Arrivarono il più presto possibile. E, non appena spalancai la porta, Jen mi saltò addosso. Io mi sorpresi per un attimo e poi ricambiai l'abbraccio sorridendo. Infine Marco si unì al nostro abbraccio di gruppo. Quando ci vide mia madre, ci interruppe salutando la mia migliore amica e il mio migliore amico. Poi chiese loro: "Come mai qui entrambi?"
"Ah boh Jess ci ha chiamati con urgenza" rispose Marco.
"Posso assistere anche io?"
"No mamma, sono affari di stato tra adolescenti"
"Daiii, per favoreeee"
"Nah"
Mise il broncio, così le diedi un bacio sulla guancia e sembrò riprendersi. Poi trascinai i due fidanzatini in bagno, dato che in camera mia c'era mio fratello e sicuramente se avesse sentito la storia avrebbe iniziato a prendermi in giro e infine l'avrebbe detto a mia madre.
Chiusi la porta e feci vedere loro il messaggio.
"Ci serve un hacker" disse Marco.
"Ma perché scusa?" gli chiesi io.
"Per verificare che sia realmente Luca a scriverti" risposero all'unisono i due piccioncini.
"Ma chi cazzo vuoi che mi scriva? Cioè non avrebbe senso"
"Ah boh" risposero ancora in coro mentre Jen si sistemava meglio sulle gambe di Marco.
"Secondo me è lui. Sul serio non avrebbe senso che mi scrivesse qualcun altro. I suoi genitori adottivi dovrebbero essere proprio fuori di testa per mandarmi un messaggio così"
"E chi ti dice che non lo sono?" Jen mosse per qualche secondo le sopracciglia su e giù. Cosa che fece ridere me e Marco.
"Più che altro spero che non gli abbiano fatto niente di male e che non lo abbiano beccato"
"Ti immagini se lo hanno torturato come facevano i russi con le spie?" disse Jen tutta eccitata.
Io la guardai malissimo e dissi: "Ma Jen stai bene?"
"Oh certo"
Le accarezzai la testa come si fa con i gatti e parlai ancora: "Spero di poterlo aiutare in qualche modo, anche se non so in quale"
"Hai già fatto tanto per lui, questa volta dovrà sforzarsi lui per arrivare a te. Non credo che ci sia qualcosa che tu possa fare" mi disse Marco.
"Non voglio perderlo un'altra volta"
"So quanto ci tieni a lui Jess, non sentirti in colpa per qualcosa in cui tu non c'entri"
"Certo che c'entro! È per colpa mia che i suoi genitori l'hanno portato lì e lo hanno chiuso in casa! Se non fosse stato per me non sarebbe successo niente di tutto questo!" stavo urlando tutte queste cose in faccia a Marco e, quando, poco dopo, me ne resi conto gli chiesi immediatamente scusa. Lui mi abbracciò e poco dopo lo seguì nell'abbraccio anche Jen.
Dopo questo momento tenero iniziammo a parlare di altro per non pensarci.22 dicembre
Beccai Alex in corridoio. Lui mi fermò dicendo che aveva bisogno di parlarmi. Mi prese per mano e mi portò in cortile. Sembrava che il cortile fosse una grandissima attrazione turistica per tutta la scuola dato che ogni santo giorno esso era completamente pieno e si faceva fatica a spostarsi anche di qualche metro.
Alex mi portò in un angolino in cui riuscivo a respirare un po' di più di quando avevo aperto la porta per entrare in cortile.
"Come va Jess?" mi chiese con espressione preoccupata.
"So cosa è successo a Luca e non so se la cosa mi ha fatto stare meglio o peggio perché adesso io sono in pensiero per lui"
Mi passai una mano tra i capelli e lui mi abbracciò chiedendomi a bassa voce: "Vuoi raccontarmelo?"
Io annuii e gli dissi tutto.
"Cazzo. Beh, io suoi sono proprio matti! Ma adesso devi un po' svagarti e non pensarci... ti va di uscire questo sabato a cazzeggio?"
"Ok, ma deve essere qualcosa di stravagante che non mi faccia pensare a nulla"
"Perfetto ho già in mente il posto dove possiamo andare, hihihi"
Io scoppiai a ridere e gli diedi uno schiaffetto sul braccio.
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Il bad boy diventa dolce❤
RomanceIl classico bad boy, di nome Luca, della situazione, sembra che voglia sedurre una ragazza normale e senza pretese come Jessica. Lei ha 16 anni e va al liceo scientifico, è alta, magra, occhi color Nutella e capelli castani. Odia Luca fin dal primo...