Capitolo 32

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Luca sapeva dove trovare Lucrezia quella domenica perché lei gli aveva detto che sarebbe andata a una festa. Doveva parlarle. Era incazzato con lei per ciò che aveva provato a fare. Adesso capiva tutto. Tutte quelle attenzioni che Lucrezia gli aveva dato subito dopo che lui e Jess si erano lasciati. Tutto aveva acquisito un senso.
Quando Luca arrivò alla festa Lucrezia era già lì. Non aveva ancora perso le speranze e pensava di riuscire a riprendersi il suo 'ragazzo'. Infatti quando lo vide le si formò un sorriso gigantesco sul volto e corse da lui ad abbracciarlo. Non aveva capito che lui non era lì per questo. Appena Lucrezia tentò di allacciare le sue braccia al collo di lui, Luca la spinse via e disse: "Non voglio urlarti contro perché tu non ne sei degna, ma non posso fare a meno di dirti che sei una gran troia..."
"Perché non lo sapevi? Ahhahah. Qualsiasi cosa tu voglia io te la posso fare" pronunciò queste parole e ammiccò a Luca.
"Io voglio solo che tu sparisca dalla mia vita. Per colpa del tuo trucchetto io e Jess ci siamo lasciati e non ho voglia che tu interferisca più con i fatti miei. Non voglio che tu parli più a me o a Jess. Te lo dirò solo una volta"
"Uhhh questa è una minaccia?"
"Sì. Se non fosse stato per colpa tua non ci sarebbero stati tutti questi casini. Sei veramente insopportabile. Non potrei mai stare con una come Te, sei davvero una persona orribile"
All'inizio Lucrezia rise, ma pian piano si rese conto di ciò che Luca aveva appena detto. Si passò una mano tra i capelli e accennò a una risata nervosa. Poi disse: "Questo vuol dire che non mi parlerai mai più, non mi guarderai mai più, non uscirai mai più con me, non mi vorrai mai più?"
"Vorrei anche non vederti mai più, ma fintanto che andiamo a scuola insieme e siamo anche vicini di banco, io non ci posso fare niente. Vai a spassartela con i tuoi ragazzi che sicuramente apprezzeranno le tue voglie. Lasciami stare"
"Ma... io... è stata tutta un'idea di Dario!"
"Non ci credo, lui non ci avrebbe ricavato niente da questa storia"
"Gli ho promesso che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa con me"
"Allora è stata tua l'idea!"
Lucrezia iniziò a piangere. Non sapeva più che dire. Così Luca se ne andò. E, di conseguenza, anche lei. Dario l'aveva vista andare via e aveva cercato di raggiungerla. Ma lei aveva preso la moto di Dario e se ne era andata. Dario si toccò la tasca della giacca per vedere se mancavano le chiavi, e infatti non le trovò. Doveva essersele dimenticate inserite nel quadro dopo aver guidato mentre era già mezzo ubriaco.

Entrai in classe seguita da Jen. In quel momento Luca, che era già in classe, mi notò e mi salutò. Io ricambiai il saluto e poi andai a sedermi al mio posto perché di lì a poco sarebbe iniziata la lezione. Infatti in meno di due minuti entrò la prof di matematica e chiese: "Qualcuno vuole farsi interrogare?"
Panico. Non avevo studiato un cazzo. E nessuno stava alzando la mano, come al solito. Cazzo ma possibile che pure il 17 dicembre, quando mancava circa una settimana alla fine della scuola, lei volesse interrogare? Meno male che almeno nella sua materia non ero sotto, anche se non ero ancora stata chiamata in questo quadrimestre.
Mentre pensavo tutto ciò la prof guardò dalla mia parte e chiamò qualcuno. Ma io non riuscii a capire che cosa aveva detto. Mi guardai attorno: era come se tutto fosse rallentato. Cercai di chiedere in giro chi avesse chiamato la prof, ma le parole non mi uscivano di bocca. Dopo interminabili secondi vidi che il mio compagno di banco stava iniziando ad alzarsi dalla sedia. Continuai a fissarlo finché non fu completamente in piedi. Allora capii che era lui a dover essere interrogato. Tirai un sospiro di sollievo e il tempo continuò a scorrere normalmente, l'effetto rallentatore finì in quel momento. Guardai quel ragazzo finchè i miei occhi non si posarono su Luca che, a sua volta, mi stava osservando. Nell'attimo in cui il mio compagno di banco arrivò alla cattedra, Luca si alzò dalla sedia e mi raggiunse. Lo squadrai da capo a piedi e gli chiesi: "Come mai sei qui?"
"Jess, ci ho pensato un po' e... beh... io voglio che noi torniamo ad essere amici. Non riesco a non pensare al fatto che dobbiamo recuperare il tempo perso in questi mesi. Penso che sia per me che per te questo periodo sia stato intenso e difficile e quindi non sarà facile rimettere insieme i pezzi, ma io voglio provarci. Tu cosa ne dici?"
Luca mi prese le mani tra le sue mentre mi guardava dritto negli occhi e diceva quelle parole. Me lo aveva detto Jen che sarebbe andata così, ma io non avevo voluto ascoltare. Mi ero messa in testa che ciò che volevo io per me stessa sarebbe andato bene in automatico anche per lui. E invece no. Nulla stava andando come volevo io. Così abbassai la testa e, senza nemmeno guardarlo, gli risposi: "Non so quanto sarà possibile dato che tu dovrai andartene"
"Beh sai ci potremmo sentire come tutti gli amici a distanza: con Skype, messaggi, chiamate, eccetera"
"Luca non so quanto riuscirei a sopportarlo. Oltre al fatto che non sono brava a mantenere relazioni a distanza. Io una persona ce la devo avere sempre vicina, soprattutto se sei tu quella persona. E poi dove andresti ad abitare?"
"Dove sta la mia squadra, mi trasferirei lì"
"Dove? Lontano? Vicino?"
"A Palermo"
"Cosaaa???? Non potremo vederci quasi mai! Io non ce la farei mai!"
Avevo alzato un po' troppo la voce e perciò la prof mi riprese. La guardai e tornai a posare i miei occhi su Luca. Cazzo era sempre irresistibile. Il mio sguardo era appena caduto sui suoi occhi verdi che in quel momento brillavano: si era forse emozionato per quello che gli avevo appena detto? Sicuramente era triste per la mia 'non diponibilità' nei suoi confronti, anche perché tutto quel pasticcio era stata colpa mia. Non potei fare a meno di chiedergli scusa per come mi stavo comportando da persona infantile. Lui mi strinse ancora le mani, riscaldandomele dato che erano sempre fredde. Mi disse poi che non c'era bisogno di scusarsi perché era stata tutta colpa di Lucrezia che sicuramente aveva voluto vendicarsi del fatto che io le avevo 'rubato' il ragazzo, come mi aveva detto più volte lei stessa. Ecco, una cosa che apprezzavo di lei era che le cose te le veniva a dire in faccia, anche se poi ti sparlava dietro per giorni. Io sapevo che si sarebbe vendicata, ma non sapevo quando e in che modo l'avrebbe fatto e devo dire che il piano l'aveva architettato abbastanza bene. Infatti, se non fosse stato per quel dettaglio, quel piercing mancante, e per ciò che mi aveva raccontato Alex, io probabilmente non avrei mai scoperto dell'inganno che mi aveva teso quella strega. Quel piercing lei non lo aveva mai tolto da quando se l'era fatto e ogni giorno andava in giro vantandosene, tant'è che una volta l'avevo sentita dire che non se lo era tolto neanche per scopare con uno e che lui aveva apprezzato il solletichio provocato da quel pezzo di metallo indovinate un po' dove? Beh, non c'è neanche da chiederlo, mi sembra abbastanza ovvio. A parte il fatto che ero inorridita al sentire Lucrezia vantarsi di aver eccitato un ragazzo 'solamente' facendogli il solletico con l'anello che portava al naso. C'era da vomitare. Ed era stato proprio per questo che ero stata così sicura, quando avevo riguardato la foto, che la fotografia non era dell'ottobre che era appena passato.
Va beh, ma torniamo al discorso di prima. Io dissi infine a Luca che ci avrei pensato e che probabilmente ci avrei anche provato, ma che non garantivo la riuscita dell'esperimento, chiamiamolo così. Lui mi rispose che non c'era problema e che potevo prendermi tutto il tempo che volevo.

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