Capitolo 10

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Mi svegliai felice e riposata. Era tutto troppo bello per essere vero o semplicemente per durare. Infatti dopo essere scesa dalla metro tutta tranquilla, quella mattina incontrai la persona che mi stava più simpatica sulla Terra. Chi? La mia amica carissima, quella che era sempre stata vicina a me, la migliore tra tutte le mie compagne. Sì, la mia amica col cazzo, era sempre stata vicina a me solo per evitare che io stessi con Luca ed era sicuramente la migliore zoccola tra tutte le mie compagne. Sì, avete capito bene. La prescelta che mi avrebbe rovinato la giornata era... (rullo di tamburi) Lucrezia. Feci finta di non vederla, anche perché la sua vista mi faceva venire da vomitare. Quella volta le vidi indosso una canotta rossa decisamente scollata e che era molto leggera, in più portava dei pantaloncini di jeans chiari che le arrivavano appena sotto il sedere e degli stivaletti neri semi aperti. Era vestita proprio da zoccola. Purtroppo lei mi aveva vista e mi salutò con strana benevolenza e con un sorriso malizioso che mi faceva pensare male delle sue reali intenzioni. La guardai attentamente e ipotizzai la ragione del suo strano sguardo. Cosa voleva dirmi? Il mio presentimento diceva che nulla di buono la portava al mio cospetto. Mi diressi verso di lei mentre lei mi si avvicinava. Mi guardava con aria di superiorità, cosa che non mi piaceva affatto, aveva un sorrisino sulle labbra che mi faceva venire il nervoso. Eravamo vicine a una casa e lei mi iniziò a parlare con voce melliflua e falsamente amichevole: "Ciao Jessica, che piacere vederti"
Mi pose la mano, ma io non gliela strinsi. Intanto la guardavo accigliata, c'era qualcosa di strano nel suo comportamento che mi faceva tenere in allerta, non si sa mai.
"Vai subito al punto Lucrezia" le risposi io brusca, guardando al di sopra di lei. Non credevo assolutamente a nessuna delle sue parole gentili.
"Oh tranquilla volevo solo dirti di stare lontana dal mio ragazzo" rispose accendendosi una sigaretta con fare da diva. Se la appoggiò alla bocca, prese lentamente l'accendino rosa shocking e si accese quella sigaretta.
"Dal tuo ragazzo? E chi sarebbe questo sfigato?" dissi io sarcastica. Le avrei riso in faccia se non mi fossi trattenuta.
"Se mai fortunato e comunque é Luca" proclamò con una punta di malizia guardandomi con aria di sfida e ancora una volta con superiorità.
"Certo come no e sentiamo da quanto stareste insieme?" decisi di non arrabbiarmi e ridacchiai.
"Da sempre" rispose con voce altezzosa alzando le sopracciglia come se fosse meravigliata che io non lo sapessi.
"Peccato che lui non mi abbia mai detto qualcosa che si avvicinasse alla parola fidanzamento con nella stessa frase il tuo nome" le dissi punzecchiandola, questa volta avevo io un sorrisetto di sfida.
"Non mi interessa cosa ti abbia detto. Tu non sei certo sua confidente e comunque sappi che io ho fatto sesso con lui e quindi lui é mio" rispose lei con una nota pungente nella voce guardandomi pensando di avere affondato il coltello nella piaga.
"Ah beh, allora. Peccato che tu la dai a tutti e non credo che questo ti legittimi ad avere tutti i ragazzi del mondo" le dissi ridendo ancora più divertita.
"É proprio questo che contraddistingue me e te. Nessuno ti vuole" disse lei spavalda con aria di vittoria.
"No, é diverso, io non la do a tutti, non sono una zoccola come te. Devi tenere conto che i prezzi bassi attraggono molti clienti"
Lei probabilmente non aveva capito a che cosa mi stavo riferendo data la sua mente limitata e mi guardò di traverso, io risi e lei mi sbatté contro il muro. Aveva cambiato faccia, non aveva più il sorriso sul viso, aveva un'espressione tra il corrucciato, l'incredulo e l'irritato. Allora mi arrabbiai. Mi dovevo fare valere. La spinsi via con tutta la forza che avevo e le urlai: "Prima cosa: non devi assolutamente provare ancora a comportarti così con me.
Seconda cosa: io non sono al tuo servizio.
Terza cosa: io faccio quello che voglio e quando voglio.
Non credo assolutamente che tu stia con Luca, sei solo gelosa che lui stia più con me che con te. Ah, un'altra cosa: non provare a toccarmi lurida zoccola!"
Lei rimase di stucco, era immobile, il viso stupefatto e ancora corrucciato. Io me ne andai il più velocemente possibile seccata dal suo comportamento.
Che rottura! Almeno le avevo fatto vedere di che cosa ero capace. Arrivai decisamente arrabbiata a scuola e appena Jen mi vide, si fiondò verso di me e mi chiese che cosa fosse successo. Le raccontai tutto e lei mi disse: "Ma come si é permessa?! Le faccio vedere io!" aveva l'espressione arrabbiata, tanto arrabbiata, ma non urlò, si stava contenendo o almeno cercava.
"No, Jen. Ho già messo a posto io, mi fa solo pena" la fermai mettendole una mano sulla spalla mentre lei si era già girata per andare a parlare con Lucrezia.
"Ok, però se ti fa qualcos'altro chiamami subito" disse girandosi verso di me con voce questa volta più dolce e calma.
"Certo, stai tranquilla. Comunque io me la so cavare lo sai" dissi io sorridendole.
"Già" disse lei ridacchiando. "A volte anche troppo... Ti ricordi quando un ragazzo mi aveva insultato e tu l'hai rincorso facendo uno scatto velocissimo. Quando l'hai preso poi ti sei messa a picchiarlo e se io non ti avessi fermata lui sarebbe andato all'ospedale?" mi guardò con uno sguardo d'intesa.
"Certo che me lo ricordo! Quando siamo tornate a casa stavamo ridendo come delle pazze!" dissi ridendo.
"Alla fine quello non si é fatto più vedere"
"Già e se l'avesse fatto io gli avrei dato un pugno"
"Ahhaha, già me lo immagino"
In quel momento suonò la campanella e tornammo ai nostri posti.
Il resto delle ore andò a meraviglia, Lucrezia non mi diede fastidio e io riuscii a seguire relativamente (a parte quando mi misi a parlare con Luca durante la lezione di storia che era veramente noiosa) le lezioni.
A fine lezioni uscimmo da scuola io, Luca e Jen. Poco dopo che Jen se ne fu andata qualcuno si diresse verso di noi. Ancora lei. Era ancora lei. Non le vidi subito il viso perché era in ombra, ma capii subito che era lei dal suo portamento, dal modo in cui camminava. Mi urlò venendo velocemente verso di me: "Ti avevo detto di stare lontana dal mio ragazzo!"
Appena scorsi il suo viso, vidi che aveva le sopracciglia inarcate e l'espressione del viso arrabbiata.
Lucrezia si fiondò su di me incavolata nera e iniziò a insultarmi, le avrei tirato un pugno se Luca non fosse intervenuto a separarci. Lui aveva il viso rosso, le sopracciglia inarcate, le vene bene in evidenza sul collo e i muscoli delle braccia contratti. Era visibilmente arrabbiato. Le prese il braccio, la sbattè contro un muro di una casa vicina e le urlò contro: "CHE CAZZO HAI DETTO? COSA DIAVOLO HAI OSATO DIRE A JESS? TU SEI UNA TROIA! IO NON SONO IL TUO RAGAZZO E NON LO SARÒ MAI! Se non fossi una femmina ti picchierei a sangue..." disse questa ultima frase sotto voce in modo che solo noi due, oltre a lui, potessimo sentirla. Non stava nemmeno guardando più Lucrezia.
Dopo questa sfuriata Luca tornò da me lasciando una Lucrezia atterrita e immobile con gli occhi spalancati. Io lo ringraziai e gli dissi fermandolo: "Adesso però stai calmo. Fai un bel respiro..."
"COME DIAVOLO FACCIO A CALMARMI CHE QUELLA TI HA INSULTATA!?" aveva ancora i bicipiti e i tricipiti contratti.
"Primo: tu non mi parli in questo modo.
Secondo: hai già fatto abbastanza, lei avrà sicuramente recepito il messaggio nonostante la sua mente limitata.
Terzo: non ha senso essere arrabbiato con me, io sto solo cercando di aiutarti"
"Scusa Jess, non volevo. Sono stato troppo aggressivo"
Sul suo viso si era dipinta una faccia dispiaciuta e si passò la mano tra i capelli, così lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia. Dopo questo mi fece un sorriso e gli dissi anch'io sorridendo: "Così mi piaci".
Tornammo a casa insieme mano nella mano.
Appena finito di mangiare chiamai Jen, le raccontai un po' quello che era successo e lei mi rispose irritata: "Ti avevo detto di chiamarmi se ti dava fastidio!"
"Scusa, ma c'era già Luca!" le dissi dispiaciuta.
"Aahahah sì lo so, ti stavo prendendo in giro, stai tranquilla!" esclamò ridendo.
"Ah, comunque Luca era veramente arrabbiato, dovevi vederlo"
"Immagino, deve essere stata una scena bellissima"
"Già, la faccia di Lucrezia! Miei dei! Era indescrivibile. Sembrava aver appena assistito al suo incubo peggiore, era quasi paralizzata!" ribattei io ridendo.
Continuammo a parlare di robe varie per circa un'ora. Poi mise giù perché doveva andare in giro con sua madre per comprare il regalo di compleanno a suo padre che avrebbe compiuto 50 anni quel venerdì. Ne avevamo discusso durante la nostra telefonata e lei mi aveva detto che voleva comprare a suo padre una giacca blu notte e un libro che a lui piaceva molto.

Hey genteeeeeeee!!!!!!!!!!! Pensate che sia finita così? Eh no cari, ci sarà a breve, molto a breve, una dichiarazione... Uh uh uh, ma io non vi anticipo nulla. Mi raccomando scrivetemi tanti commenti e se vi é piaciuto questo capitolo votatelo!

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