Capitolo 20

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"Sei pronta?" mi chiese Alex bussando alla porta dello spogliatoio femminile.
"Tra un attimo ci sono, lasciami fare uno chignon" gli risposi con una forcina in bocca.
"Non ha tanto senso farti uno chignon perché tanto poi si disferà" ribattè lui ridacchiando.
"Ma mi danno fastidio i capelli se vanno a sbattere sul mio collo" gli urlai da oltre la porta mentre stavo fissando l'ultima forcina alla mia chioma ribelle. Aprii la porta e non ebbi il tempo di uscire dallo spogliatoio che Alex disse: "Finalmente!"
"Guarda che una donna ha i suoi tempi... e poi non siamo in ritardo".
"Uffa, sei proprio polemica!" replicò sbuffando.
"Non sono polemica, sono una persona che fa le cose con calma" ribattei con fermezza mentre camminavamo verso la palestra. In quel momento mi prese la mano e mi disse di seguirlo.
Lui indossava una canotta grigia, dei pantaloncini neri e delle Jordan bianche e nere, mentre teneva in una mano dei guantoni della Leone neri e rosso fuoco con la scritta bianca. Io invece avevo messo una canotta blu notte, degli shorts attillati neri e delle Nike dello stesso colore dei pantaloncini. Camminammo per circa cinque minuti per un corridoio le cui pareti erano ricoperte di murales che raffiguravano degli scontri tra pugili. Infine approdammo in una palestra gigante piena di spalliere, corde e sacchi da boxe appesi al soffitto.
Si sentivano il rumore dei pugni che venivano dati ai sacchi e le voci degli allenatori quando parlavano ai loro allievi. Io e Alex ci dirigemmo verso un sacco sotto il quale era seduto un ragazzo sulla ventina con gli occhi chiusi e che sembrava stesse meditando. Appena fummo a circa due metri da lui, Alex lo salutò dicendo: "Hey Rick, che facciamo oggi?" Il ragazzo che Alex aveva chiamato Rick aprì gli occhi e sorrise a entrambi, poi si alzò lentamente, mi strinse la mano e si presentò. Io contraccambiai la stretta e mi presentai. Rick aveva una t-shirt blu e dei pantaloncini dello stesso colore con sopra scritto il nome della palestra in cui eravamo. Quando incrociò le braccia mise involontariamente in evidenza le curve che formavano i suoi muscoli possenti. In quella posizione sembrava veramente un allenatore serio. In quel momento guardò Alex dritto negli occhi e gli disse: "Alex tu controlla se Jessica compie nel modo giusto gli esercizi che adesso le do da fare". in seguito si rivolse a me e, guardandomi con occhi dolci, parlò: "Adesso prendi una corda da là in fondo..." indicò l'angolo sinistro della palestra "... e fai il numero maggiore che riesci a eseguire di salti. Dopo una quindicina di minuti in cui hai ripetuto questo esercizio Alex ti darà da fare diversi esercizi di stretching in modo da riscaldare soprattutto i muscoli delle tue braccia che sono fondamentali nella boxe. A mezz'ora da adesso voglio vedervi pronti e riscaldati entrambi, quindi anche tu Alex dovrai fare degli esercizi di riscaldamento vari, nel campo da atletica". Appena finì di parlare diede una vigorosa pacca sulla spalla di Alex e ci lasciò. Io chiesi ad Alex cosa stesse andando a fare Rick e lui di tutta risposta mi disse: "Ah boh". Alex si girò verso di me poichè prima stava guardando Rick andare via e sentenziò, sfregandosi le mani e con un sorrisino malefico sulle labbra: "Ora si comincia!" Io lo guardai e dissi: "È una sfida questa?" Alex annuì. "Allora la accetto" affermai con sicurezza rivolgendogli uno sguardo altezzoso.
Corsi per andare a prendere la corda e per ritornare dove ero precedentemente e poi mi misi a saltare la corda prima lentamente, appena ebbi preso confidenza ed essendomi abituata al ritmo, aumentai la velocità. Alex iniziò a farmi i dispetti per farmi perdere la concentrazione, ma non ci riusciva e io ridevo. Ad un certo punto mi sferrò un calcio poco lontano dal naso, allora in quel momento smisi e gli dissi: "Ma che cazzo fai? Lo sai che potevi colpirmi?!" Lui ridacchiò. Stava per aprire la bocca e parlare quando gli tirai uno schiaffo e affermai: "Sei proprio un idiota! Adesso vado a fare gli esercizi da un'altra parte!" Mi girai e iniziai a camminare per andare lontano da lui, ma lui mi prese il braccio e mi disse: "Scusa, non volevo farti male, sono abituato a dare calci e so come darli per non colpire le persone. È stato un dispetto stupido"
"Rimane il fatto che sei un vero idiota" dissi incrociando le braccia e girandomi verso di lui.
"Lo so" rispose lui accennando un sorriso, come a chiedermi il permesso di sorridere. Gli diedi una pacca sulla spalla e lui disse: "Ahi!"
"Guarda che era una pacca deboluccia eh!" Sorridemmo entrambi e continuai a saltare alla corda. Intanto lui decise di fare un po' riscaldamento e si mise ai piedi di una spalliera vicina a dove ero io e fece un po' di addominali.
Dopo un po' guardai l'orologio affisso a una delle pareti più corte della palestra e mi accorsi che erano già passati trentacinque minuti da quando avevamo iniziato ad allenarci. Allora mi fiondai in fondo alla palestra per rimettere a posto la corda, poi tirai la maglietta di Alex e lui mi guardò malissimo. Gli urlai un "Muoviti" e mi misi a correre, ma realizzai che non sapevo dove fosse il campo da atletica. Mi fermai e chiesi ad Alex di portarmici velocemente. Appena arrivati, vedemmo Rick che ci stava aspettando con le braccia conserte e una mazza da baseball a cui si era lievemente appoggiato.
"Siete in ritardo" annunciò con voce grave.
"Dai Rick! È la sua prima volta!"
"E allora?! Dieci suicidii in quindici minuti! E muovete quel culo!"
Io partii a razzo e nonostante questo per poco non sforai i quindici minuti.
Finita la corsa avevo così tanto fiatone che sembravo avere l'asma. Alex aveva finito prima di me, ma stava ancora riprendendo fiato facendo respiri profondi. Rick mi esortò a fare come lui.
Appena riuscimmo a riprendere fiato e a respirare normalmente, Rick ci diede una sfilza di esercizi di stretching da fare in successione. Lui ci stava lì a guardare e ogni tanto mi correggeva.
Passati circa trenta minuti, Rick ci disse di seguirlo e ci riportò nella palestra e ci fece posizionare davanti a due sacchi da boxe appesi alla parte più bassa del soffitto. Notai solo allora che l'altezza di esso variava: da un lato della stanza dove essere alto circa cinque metri e dall'altra circa tre. Rick mi fece tirare un pugno al sacco e mi disse di guardare come lo tirava Alex e di cercare di emularlo. Provai un po' di volte e Rick ordinò ad Alex di correggermi. Lui mi si avvicinò e appoggiò la sua mano sul mio polso. Mi sussurrò all'orecchio: "Fa' così"
Mosse la mia mano che andò ad impattare contro il sacco. Una volta lo fece piano e poi sempre più forte. Ad un certo punto gridai: "Ahia!" Rick fece fermare Alex e disse: "Capisci, è per questo che usiamo i guantoni e fasciamo le mani"
Rick se ne andò e poco dopo tornò con dei guantoni rosa e delle specie di bende. Io lo guardai con gli occhi spalancati: io odio il rosa! Fissai Rick stralunata, ma lui non se ne accorse. Quando arrivò davanti a noi io dissi, incrociando le braccia: "Io quelli non li metto!"
"Perchè?" chiese Alex ridendo.
"Cazzo ridi? Io odio il rosa!"
"Oh mio Dio! Il rosa!" disse Alex ridendo ancora più forte e facendo la voce da oca. Io gli feci il medio e dissi seria: "Davvero odio il rosa e se ce qualche problema io vado"
Rick, che aveva riso insieme ad Alex, alzò le mani come per arrendersi e lo stesso fece Alex e corse a prendere degli altri guantoni. Ritornò con un paio neri e blu elettrico dicendo e porgendomeli a mo' di presa per il culo: "Questi ti vanno bene principessina?"
Io alzai ancora il medio e li presi sorridendo. Quelli sì che erano guantoni fighi. Alex prese delle bende dalle mani di Rick ed entrambi se le misero. io restai lì a guardare non sapendo come metterle e cosa fare. Alex mi guardò, mi sorrise e poi mi fasciò attorno alle mani le bende. Poi Rick tirò fuori chissà da dove dei guantoni neri come la pece e li indossò con scioltezza. Lo stesso movimento venne ripetuto nel medesimo momento da Alex. Io li osservai per un secondo: sembrava che quello fosse un gesto naturale per loro. Così presi i miei guantoni neri e blu elettrico e li infilai nelle mie mani. Alex aveva preso quelli delle misura giusta.
"Adesso prova a ripetere quello che ti ho mostrato prima " proclamò Rick, mentre Alex stava già sferrando qualche pugno al sacco. Rick mi affiancò finchè non riuscii a dare pugni nel modo giusto. Dopo tutto questo il nostro allenatore ci sfidò a tirare sulle sue mani poste davanti a noi un pugno contemporaneamente al nostro compagno. Dopo una dozzina circa di tentativi, e un bel po' di risate, ci riuscimmo. Appena finito di ridere Rick ci portò da un'altra parte del complesso ed entrammo in una stanza molto grande al cui interno vi erano almeno cinque ring. Ci allenammo un po' io e Alex mentre Rick ci dava delle dritte su come colpire. Alex mi prendeva in giro dicendo cose del tipo: "Fammi vedere principessina cosa sai fare! Dai su!" oppure "Dai! Questo era un pugno molle! Dov'è finita tutta la tua forza". Insomma mi istigava e io gli rispondevo a tono. Dopo un po' Rick disse: "Dato che fai tanto il gradasso Alex, battiamoci io e te". Alex accettò la sfida. Mentre combattevano io tifavo Rick e, ad un certo punto, Alex si girò per farmi la linguaccia e si beccò un bel pugno in faccia. Appena tornò a guardare Rick, quest'ultimo gli disse: "Mai distrarsi, amico" Così finì il loro incontro. Per finire l'allenamento Rick ci fece fare degli esercizi di stretching per defaticare i muscoli.

Salve a tuttiiii! E buone vacanze❤ Eccomi qui con un altro capitolo. È stato un po' ostico da realizzare anche per il fatto che io non ho mai fatto boxe, quindi ciò che ho scritto è più che altro quello che ho trovato su internet. Se qualcosa è sbagliato, fatemelo sapere in un commento e lo cambierò. Votate questo capitolo se vi è piaciuto o semplicemente per carità verso la sottoscritta (scherzo ovviamente). Ciao a tutti e tutte e al prossimo capitolo!😚

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