Capitolo 27

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3 dicembre
Oggi cambiarono i posti e io finii nella quarta fila di banchi di fianco al muro. Avevo di fianco a me Jason, un ragazzo molto alto, biondo, occhi azzurri, dalla carnagione chiara, era magretto e parlava poco. Era uno di quelli che appartenevano al gruppo di Dario, ma usciva solo di sera tardi. La sua pelle era bianca tanto quanto lui usciva di notte. Praticamente io non conoscevo niente di lui se non il nome e il cognome. D'altronde non mi interessava neanche fare amicizia con lui. Davanti, per la mia gioia, c'erano Dario e Dalila. E per essere più felice, in seconda fila erano seduti Lucrezia e Luca. Non riuscii a seguire bene la lezione di matematica appunto per colpa loro: continuavano a parlare a quel tono di voce tale che la professoressa non potesse sentirli, ma io che io potessi beneficiare del loro continuo brusio di sottofondo. Vidi di sfuggita che Luca spingeva Lucrezia, la quale si girò verso Dalila come per dirle: "Fa qualcosa!" e vidi la bocca di Dalila articolare delle parole che non sentii. A quel punto Lucrezia si girò e rimase ferma e probabilmente zitta, anche perché smisi di sentire il 'brusio'.

4 dicembre
Oggi andai all'allenamento di boxe con la mia moto. Mentre guidavo non riuscivo a non pensare a ciò che avevo visto e pseudo-ascoltato il giorno prima. Arrivai alla palestra senza nemmeno accorgermene. Mi cambiai e aprii la porta dello spogliatoio femminile. Trovai Alex lì davanti che sorrideva come al solito. Mi prese a braccetto e mi accompagnò al trapezio. Mentre iniziavamo l'allenamento facendo diversi tipi di esercizi di riscaldamento, Rick se ne andò. Era abbastanza normale, anche perché molte volte andava a prendere degli attrezzi oppure ci diceva, prima di lasciarci, di raggiungerlo da qualche parte della palestra dopo aver fatto una serie di esercizi. Ma quella volta fu diverso perché non tornò con nessun oggetto tra le mani e non ci aveva parlato prima di andarsene. Quando ricomparve aveva un sorrisone sulle labbra. Lo guardammo come per chiedergli che cosa avesse per sorridere in quel modo. Così lui parlò: "Come tu Alex ben sai, ogni anno l'associazione che fa da sponsor alla palestra organizza una festa diciamo 'prenatalizia' a cui possono partecipare tutti gli iscritti e quelli che lavorano qui. Quest'anno la festa si svolgerà il 15 dicembre e inizierà alle 21 e 30. Ogni anno la festa ha un tema differente, il quale quest'anno è il Medio Evo. Ogni ragazzo dovrà chiedere la mano alla donna che vorrà portare. Ovviamente anche voi siete invitati"
La felicità di Rick fece venire il sorriso anche a noi. Inoltre io ero sorpresa perché non avevo pensato alla possibilità che la palestra potesse organizzare qualcosa per Natale. Ovviamente Alex sapeva già della festa e così gli dissi: "E tu non mi hai detto niente? Eh, non volevi che io mi divertissi?"
"Te l'avrei detto quando ti avrei invitato" rispose lui come se fosse ovvio. Gli tirai una pacca sulla spalla che poi lui si toccò e sostenne come se gli avessi fatto male.
"Quindi vuoi venire con me?"
"Ok"
Poi guardai Rick che se ne stava andando un'altra volta. Qualche minuto dopo tornò con degli attrezzi e così continuammo la preparazione atletica.

Appena finito l'allenamento, mi cambiai e andai a casa. Mentre facevo la doccia decisi di chiamare Jen per raccontarle dell'invito che mi era stato fatto. Lei rimase elettrizzata da ciò che sarei andata a fare e iniziammo a fantasticare insieme su che vestito avrei potuto mettere. Infine ci chiedemmo se avessi dovuto vestirmi con qualcosa di coordinato a ciò che avrebbe indossato il mio accompagnatore. Mi chiesi se scrivergli oppure parlargli durante il prossimo allenamento. Ci pensai un attimo e ripiegai sulla seconda opzione. Non avevo nessuna voglia di parlargli, ero stanca e a breve sarebbe stato pronto da mangiare. E quando si mangia bisogna essere tranquilli e non stressati. Anche perché il cibo è sacro, no?

6 dicembre
All'intervallo beccai Alex in corridoio che mi prese per un braccio, mi girò verso di lui e praticamente mi ordinò, a bassa voce all'orecchio, di essere accompagnata da lui in moto all'allenamento. Io risi appena sentii il modo in cui aveva pronunciato quell'imperioso comando e annuii divertita. Poi continuai la mia 'strada' verso le macchinette che ovviamente erano piene come al solito.

Mentre tiravamo pugni contro il pungiball, io mi decisi a fare la fatidica domanda ad Alex: "Allora tu cosa ti metterai alla festa a tema?"
Lui sferrò un altro cazzotto al sacco, poi mi guardò e mi rispose: "Beh io mi vestirò da cavaliere è ovvio!" Sorrise e io dissi: "Allora io mi travestirò da principessa così tu dovrai servirmi per tutta la serata"
Lui rise amaramente e replicò: "Assolutamente no! Tu ti vestirai da contadinotta così nessuno ti guarderà e starai solo con me, inoltre sarai tu a portarmi i drink come una cameriera"
"Caro ti sei fatto una falsa idea su di me! Io non mi vestirò mai da cameriera/contadinotta, neanche se fosse il ragazzo più figo e più perfetto al mondo! Io sarò la ragazza più bella tra tutte quelle presenti alla festa e inoltre tutti mi guarderanno per tutta la durata del party. E non pensare nemmeno che io stia tutta la serata solo con te, no, no, no, io sono una donna libera e indipendente. Ergo: non se ne parla nemmeno" dissi con convinzione e con sguardo di sfida.
"Wow... testarda e molto modesta" mi fece l'occhiolino e mi sussurrò all'orecchio: "Dato l'orgoglio di entrambi che ne dici se andiamo a comprare tutto quanto insieme questo sabato dopo scuola?"
Io mi picchiettai il mento con l'indice della mano destra facendo finta di pensarci e poi risposi di sì. In quel momento arrivò Rick che ci comunicò di raggiungerlo fuori dove c'è la pista.

8 dicembre
Scesi le scale per andare dalla mia classe all'esterno dell'edificio scolastico. Appena uscita scorsi un ragazzo dai capelli castano scuro appoggiato ad un albero il cui tronco si confondeva con quel ciuffo ribelle. Lo riconobbi: era Alex. Doveva avermi notato anche lui perchè mi salutò e mi giunse incontro. Appena fummo faccia a faccia mi chiese, porgendomi il braccio: "Allora dove andiamo madamigella?"
Io ridacchiai e risposi: "Al castello dello shopping!"
E poi gli dissi a bassa voce, come se fossi una spacciatrice intenta a non farsi beccare: "Conosco un posto dove possiamo trovare la roba"
Lui scoppiò a ridere e mi diede un casco rosso fiammante, infine salì sulla sua moto. Io lo imitai, dopo essermi messa il casco. Sgasò e la gente che contornava la moto si spostò e si girò a guardarci. Alex partì a razzo e io esclamai: "Smettila di fare il figo e guida con prudenza!"
"Ho mai guidato senza prudenza quando c'eri te a bordo?"
"No"
"E allora?"
"C'è sempre una prima volta"
"Ah le donne... devono sempre avere ragione..." Si portò una mano alla fronte coperta dal casco.
"Non è che devono avere sempre ragione, le donne hanno sempre ragione. Comunque adesso ascoltami che ti dico dove dobbiamo andare"

Una trentina di minuti dopo e avendo seguito le mie indicazioni, ci ritrovammo davanti a un gigantesco centro commerciale. Lo guardai e sorrisi. Entrammo dentro e guidai Alex al primo negozio di costumi. Facemmo un giro al suo interno e capimmo subito che non era lo shop giusto poichè vendeva solo costumi di Halloween. Camminammo ancora un po' e ci trovammo davanti a una piccola boutique piena di costumi per bambini, come quelli dei puffi, di Winnie the Pooh, degli animali. Tra questi ultimi notai un koala. Così entrai e tirando Alex che, appena mi fermai, mi guardò stranito. A quel punto io esclamai: "È troppo bello questo costume!"
Alex rise e io gli diedi un buffetto sulla spalla e dissi: "Dai, ma è adorabile!!!"
Lui ridacchiando rispose: "Non credo che la gente del Medio Evo si vestisse così eh"
Io risi e dissi: "Lo so"
Poi lo portai via e lo feci entrare in un altro negozio più avanti. Al suo interno c'erano costumi di qualsiasi tipo, oltre al fatto che una volta entrati ci rendemmo conto che quello shop era davvero gigantesco. Ero un po' disorientata per questo, così Alex chiese a una commessa sulla cinquantina dove potessimo trovare i costumi in stile Medio Evo. Lei ci guardò da capo a piedi, continuando a masticare una cicca e attorcigliandosi una ciocca di capelli ricci castani scuri alla radice e con le punte bionde rovinate che erano raccolti in una coda. Dopo qualche interminabile secondo disse, biascicando a causa del chewing-gum: "Seguitemi"
Noi due rimanemmo in silenzio finchè non ci portò esattamente davanti al reparto al quale avevamo chiesto di portarci.

Ciao a tuttiii!!! Come sono state queste prime settimane di scuola dopo le vacanze? Per me è stato un mortorio... spero che questo capitolo vi tiri un po' su di morale. Se è così votatelo, e, qualsiasi cosa abbiate da dirmi, scrivetemela nei commentiiii😉

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