Chapter 1

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Mercoledì, 18 agosto

"Dai vieni a prendermi Abby!" Mi gridò la voce della piccola Carly, mentre iniziava a correre. Per avere solo 6 anni, era veloce quella piccoletta.

Mi detti, così, all'inseguimento di quella peste.

"Attenta che ti prendo eh!" Gridai ridacchiando.

Continuavamo a fare lo slalom tra i diversi ragazzi che occupavano il cortile dell'Orfanotrofio di S. Claire e per poco non investii il piccolo Sam, che in quel momento stava giocando al gioco della campana, che le suore avevano appositamente disegnato in una piccola parte di cortile proprio per quel piccolo biondo.

Ma in quel momento, non potevo distrarmi dal mio obbiettivo: raggiungere quella furfantella.

"Ah-ah ti ho presa!!" Ridacchiai felice, mentre presi in braccio la piccola Carly che rideva.

"Ma non vale! Mi è passato davanti quello stupido di Oliver!" Si lamentò lei.

"Carly, quante volte devo dirti di non usare brutti termini? Soprattutto se sono diretti verso un'altra persona?" sgridai io.

Non volevo che già a quella età imparassero parole sgradevoli, anzi io cercavo sempre di dare il buon esempio non imprecando mai.

Quest'insegnamento me l'avevano tramandato le suore di quell'orfanotrofio, erano sempre state severe nei miei confronti sotto questo punto di vista.

Io, però, non creavo molti problemi.
Dovetti ammettere di essere sempre stata molto tranquilla come ragazza, ma alle volte mi permettevo anche io il lusso di  commettere qualche marachella.

"Scusami Abby" si scusò lei con voce affranta.

"Scuse accettate, ma non voglio più che ti escano brutti termini dalla bocca, okay?"

"Sisi, vedrai che non le dirò maaai più!" Mi rispose giurando con una mano sul cuore.

Io ridacchiai e pensai a cosa in quel momento potessimo fare.

"Mhh...ti va di disegnare un po' qui fuori?" Le chiesi gentile.

Sapevo quanto le piacesse disegnare, d'altronde mi prendevo cura di lei praticamente da sempre,come fossi sua sorella maggiore.

Ricordavo bene quella notte di 22 maggio quando una donna la portò qui, chiedendo alla madre superiora di prendersi cura di lei. Sr. Stephanie (la madre superiora che gestisce l'orfanotrofio) accettò senza esitazione e la prese in custodia, non specificando mai il motivo dell'abbandono.

"SIII!!" Batté le mani contenta.

Così entrammo dal grosso portone di legno e, svoltando per il lungo corridoio, passammo affianco diverse aule, fino ad arrivare a quella definita 'La sala giochi'.
Lei si fiondò sullo sullo scaffale dove risiedeva l'occorrente necessario per dipingere o disegnare, che non si trovava ad una altezza molto elevata.

Subito, la vidi tornare con alcuni fogli bianchi e con la scatola di pennarelli della Giotto.

Ritornammo in giardino, e ci sedemmo sul grosso tavolo di legno posto sotto a dei grossi pini.

"Che cosa disegniamo stavolta?" Chiesi poi curiosa.

"Mhh..." pensò la bambina, mettendo una mano sul mento.

"Disegniamo il contorno delle nostre mani!" Esclamò tutto ad un tratto felice.
Io aggrottai la fronte leggermente confusa.

"Come mai vuoi disegnare proprio questo?" Le chiesi dolcemente.

Daughter || L.T.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora