"A-avanti.." balbettai interdetta, non aspettandomi di ricevere una visita da parte del Signor Styles.
La sera precedente, dopo aver chiarito con Louis ed essermi trattenuta più del previsto con lui, eravamo tornati nella sala da pranzo, trovandovi solo i Signori Styles intenti a sparecchiare.
Liam e Niall se ne erano andati poco prima, dileguandosi con una semplice scusa di stanchezza, ma immaginai che si sentissero semplicemente di troppo in quella situazione di tensione alle stelle.
Il Signor Styles, appena ci aveva visto arrivare, aveva sgranato leggermente gli occhi, quasi fosse stupito del nostro rientro, e sembrò sul punto di dire qualcosa, ma aveva chiuso la bocca di scatto e, guardandoci con occhi pieni di rammarico e dispiacere, aveva preferito non affermare niente e tornare in cucina.
Ricordai di aver guardato Louis in quel momento e di averlo trovato con gli occhi fissi sulla porta dalla quale Harry era appena uscito. Anche lui era dispiaciuto, d'altronde era il suo migliore amico, ma pensai che non ci sarebbe voluto molto tempo prima che i due si perdonassero.
Il rumore sordo della maniglia mentre si abbassava, mi riportò con la mente sulla Terra.
Per non far trasparire il tremore delle sensazioni sgradevoli che amari ricordi avevano provocato, mi finsi intenta a sistemare i miei capelli bagnati in una crocchia disordinata, specchiandomi nella piccola cornice viola appesa alla parete, dalla quale riuscivo a scorgere solo il mio viso e le mie spalle a causa della sua dimensione ridotta.
Quando la porta si aprì, percepii un leggero cigolio, seguito subito dopo dal ticchettio delle scarpe eleganti del Signor Styles, il quale mi chiese timidamente: "Ti disturbo per caso?"
"Lei non mi disturba mai, Signor Styles" risposi io in automatico, sorprendendomi persino della naturalezza con cui le parole scivolarono dalla mia bocca. Parole che avevo sempre pensato, fin dal primo momento che ebbi la fortuna di incontrarlo, ma che credevo non potessi mai avere il coraggio di dire.
Immaginai sarebbe stato stupido anche solo pensare di poter dire mi reca fastidio la sua presenza, Signor Styles, quando ero io l'unica intrusa in casa sua che avrebbe potuto infastidirlo davvero.
Lo vidi ridacchiare, per poi guardarsi intorno e soffermarsi per qualche minuto sui vari mobili che avevo precedentemente arricchito con i miei effetti personali.
"Spero non sia stato un problema..." mi affrettai a dire, sperando in una risposta negativa.
Si avvicinò cautamente alla scrivania e si perse nell'osservare i vari disegni appesi alla tavoletta di sughero, notando anche l'ombra di un sorriso divertito guizzargli sul volto mentre si soffermava su qualche disegno in particolare.
Successivamente lo vidi far scivolare gli occhi sull'intera stanza, guardandosi attentamente intorno, fino a farli poggiare su di me. Fu a quel punto che mi dedicò un fantastico sorriso genuino, che mi scaldò il cuore di tenerezza.
"Un problema? Come potrebbe esserlo? Sono così felice che tu ti stia a poco a poco ambientando, anche perché in questi ultimi giorni sono successe cose per le quali ho pensato volessi andartene..." esclamò, abbassando gli occhi per cercare di evitare il mio sguardo.
Rimasi impietrita di fronte a quella inaspettata rivelazione.
Il Signor Styles aveva davvero pensato che me ne volessi andare?
Quella supposizione mi fece comprendere quanto ai suoi occhi non fossero sfuggiti i miei sguardi tristi o delusi di quei giorni un po' burrascosi.
Mi resi persino conto che forse il Signor Styles fosse arrivato a pensare ciò, perché lui non mi aveva mai realmente vista sorridere durante quelle giornate in compagnia dei ragazzi.
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Daughter || L.T.
FanfictionAbby Hamilton. Una ragazza di 16 anni, orfana, con un passato malinconico. Ha vissuto per 12 anni nell orfanotrofio della città di Londra, fino a quando il famoso cantante degli One Direction, Harry Styles, non decide di adottare quella tenera, inno...