Persa nei miei pensieri e avendo perso anche l'appetito, non mi restava nient'altro da fare se non giochicchiare con le verdure rimaste nel piatto, dividendole prima per forme, poi per colore e infine rimescolandole in modo casuale, ricominciando così da capo, inventandomi una nuova suddivisione.
Le parole della Signora Styles non mi avevano abbandonato la mente, l'avevano tenuta occupata per tutta la cena, alla quale però non partecipai molto, soprattutto nella parte che precedeva il dessert, dove avevo risposto con quale frase fatta giusto per non essere scortese e facendo finta di seguire i vari discorsi che Niall e Liam intraprendevano, cercando di spostare l'attenzione su altro.
Alle volte mi capitava di posare l'occhio su Louis, seduto di fronte a Niall che invece occupava il posto alla mia sinistra, ma lo trovavo sempre in una situazione analoga alla mia: con la mente che vagava tra pensieri sconosciuti e chiuso in un mutismo inusuale, interrotto solo da qualche risposta di cortesia o risata forzata.
L'unico dettaglio che riuscì a scorgere furono i suoi fugaci sguardi. Si trattava semplicemente di qualche occhiata che durava non più di un paio di secondi, ma che comunque riuscirono a suscitare una reazione così automatica, ma che al tempo stesso per me era così insolita... era come se la temperatura nella stanza si alzasse di colpo, accaldandomi, arrossandomi il viso e facendomi sudare leggermente le mani.
Cercavo di trovare una risposta a questa mia reazione per me incontrollabile, perché mai provata prima, ma ogni ipotesi nella mia testa suonava in qualche modo insufficiente, come se mi mancasse qualcosa per poter dargli una ragione completa di tutte le sue sfumature.
D'altra parte però, non riuscivo proprio a capire che cosa realmente provassi: se fossi ancora arrabbiata con lui per le parole che aveva rivolto a me e al Signor Styles oppure se dopo la conversazione con la Signora Styles si fosse mossa dentro di me una sorta di senso di colpa nei suoi confronti...
Ma alla fine, capii che definire esattamente il mio stato d'animo avrebbe significato ammettere anche di provare sensazioni che, forse, avrei fatto meglio a celare ancora per un po', persino a me stessa.
Però avvertivo un leggero amaro in bocca, un qualcosa che non riuscivo a dimenticare, che proprio la mia mente non riusciva ad escludere ed ignorare... la mia delusione.
Sentirsi delusi, significa veder crollare davanti ai propri occhi ciò che si ha costruito.
Sentirsi delusi, significa rendersi conto di aver costruito qualcosa con del grezzo fango, invece che con della solida argilla, e che quindi tutto sarebbe destinato a crollare.E pertanto ci si rende conto di aver sbagliato fin dall'inizio, di aver basato i propri pensieri su traballanti pilastri che alla fine hanno ceduto e hanno mostrato la vera identità dei fatti... ci si sente delusi, illusi.
Louis mi aveva deluso, Louis mi aveva mostrato la realtà, mandando così in frantumi le mie certezze, che si sono rivelate solamente illusioni.
A destarmi dai miei pensieri fu la voce di Liam:
"Allora Abby... ieri sera hai avuto occasione di conoscere altre persone oltre a noi?" Chiese con il suo solito tono pacato.
Mi ero persa il filo conduttore del discorso e non sapevo come erano arrivati a parlare della sera scorsa, ma decisi di rispondere, accantonando per un momento le mie insicurezze causate da un paio di occhi turchesi, e di sciogliermi un po' con loro, con la mia nuova famiglia.
"Certamente! Ho potuto stringere amicizia con la Signora Hadid e il Signor Malik, sono stati davvero gentili con me e mi hanno persino regalato questo splendido braccialetto" affermai porgendo in avanti il braccio e mostrando a tutti il bellissimo dono ricevuto, ricevendo qualche wow o che meraviglia da parte loro, "mi è dispiaciuto non poter conversare un po' di più con loro, ma purtroppo avevano un aereo da prendere e sicuramente non glielo avrei fatto perdere io" continuai, concludendo con un sorriso imbarazzato, non abituata ad avere tutti quegli occhi puntati addosso che ascoltavano attentamente le mie parole.
"Ah, ecco perché dopo un po' non sono riuscito più a trovarli!" Esclamò Niall al mio fianco, annuendo frenetico come se avesse trovato la soluzione ad un complicato problema di trigonometria avanzata.
"Già... sapete come è Zayn, troppo impegnato negli affari suoi per poter anche solo rimandare uno stupido volo" disse il Signor Styles con gli occhi fermi sul bicchiere di vino rosso mezzo vuoto.
Ricordavo perfettamente l'espressione di Harry la sera prima, quando si era incontrato con l'ex membro della band, e ricordavo bene la tensione che aleggiava attorno a loro, sembrava quasi che improvvisamente un'ombra scura calasse e portasse via le risate e i sorrisi di pochi attimi prima.
Probabilmente il Signor Styles non era riuscito a perdonare completamente il Signor Malik per la sua decisione di lasciare la band, o forse tra i due qualche questione rimaneva ancora sospesa.
"Nessun problema Signor Styles, loro hanno promesso che..." iniziai io, cercando di rassicurarlo e magari di far cadere lí il discorso, ma non riuscii a concludere la frase.
"Sai quante cose quello sbruffone aveva promesso a noi? Che non ci saremmo mai divisi, che saremmo rimasti amici, che ci sarebbe stato sempre per me, per noi, per la band e per le fan? Lui pensa solo a se stesso Abby, probabilmente adesso non si ricorda nemmeno di te! Mi dispiace sia riuscito ad illudere anche te!"Mi interruppe bruscamente il Signor Styles, guardandomi con uno sguardo a dir poco agghiacciante, che sicuramente non si addiceva alla sua solita pacatezza e che mi fece sentire estremamente giudicata e anche un po' stupida.
Non riuscii nemmeno a sostenere il suo sguardo, mi sentii in colpa per aver di nuovo sbagliato qualcosa.
Avrei dovuto rendermi conto del fatto che quell'argomento provocasse ricordi amari e sensazioni scomode al Signor Styles, data la sera prima, ma la mia mente non aveva elaborato del tutto la situazione e non mi ero accorta di niente, provocando così una serie di reazioni incontrollate persino per lui.
Mi vergognai delle mie azioni sconsiderate e abbassai la testa guardandomi le ginocchia, pentendomi di aver fatto calare di nuovo un silenzio carico di tensione.
Nessuno fiatò, ma mi accorsi della candida mano di Niall che sotto il tavolo cercava di venire incontro alla mia e io gliela lasciai trovare. Dopodiché la strinse forte, suscitando subito un caloroso conforto che mi sciolse dalla mia rigidità.
Poi però una voce si levò, lasciando tutti a bocca aperta.
"Chiedile. Immediatamente. Scusa. " scandì quest'ultima.
E io non potei fare a meno di sollevare la testa e affogare in un limpido mare d'agosto.
*Nota Autrice*
Eccomi ragazze con un nuovissimo capitolo! (Finalmente :/ )
Come sempre, sapete che sono un'amante della suspense e che quindi finisco il capitolo sempre con un grande colpo di scena, seguito da un'odiata nota d'autrice nella quale mi scuso per il ritardo e vi chiedo come avete trovato il capitolo e infine ricevo parecchi insulti per questo :)
Per il resto, vi invito a lasciare un commentino per magari informarmi di eventuali errori o dubbi o perplessità o minacce di morte che sono sempre ben accette, oppure a cliccare sulla stellina per farmi sapere che avete apprezzato!
In fine
Vi auguro una buona settimana,
Vi mando un grande abbraccio
E vi do la buona notte ❣️Sosa💭
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Daughter || L.T.
FanfictionAbby Hamilton. Una ragazza di 16 anni, orfana, con un passato malinconico. Ha vissuto per 12 anni nell orfanotrofio della città di Londra, fino a quando il famoso cantante degli One Direction, Harry Styles, non decide di adottare quella tenera, inno...