Lunedì 23 agosto
Le 9.18.
Questo era l'orario che la mia piccola e vecchia sveglia segnava tramite i numeri espressi con il colore verde sullo schermo nero.
Quella era stata la mia vera e prima festa da figlia Styles, anche se ancora non mi sentivo pienamente parte di quella famiglia, che non consideravo ancora mia.
I Signori Styles erano fantastici, certo ognuno aveva i suoi difetti, ma proprio per questo io li consideravo perfetti. Non avevo mai preteso la perfezione, soprattutto su coloro che mi avrebbero dovuto adottare, se non per me stessa.
Agli occhi degli altri dovevo mostrarmi sempre in modo gentile, rispettoso, cordiale e carino, non solo perché mi avevano insegnato l'educazione e il rispetto per le altre persone, ma perché odiavo l'idea che qualche persona potesse ritenermi inadatta per un certo lavoro, sbagliata per un certo verso o poco intelligente per svolgere una certa attività.
Dovevo mostrarmi perfetta, così gli altri non mi avrebbero abbandonato una seconda volta, come fecero i miei vecchi genitori, di cui non ricordavo nemmeno i loro visi.
In più, pensavo che mostrandomi perfetta agli occhi degli altri, sarei stata il modello di figlia che tutti avrebbero voluto. Ma purtroppo per ben 12 anni, nessuno mi ha preso con sé. Per questo continuai a pensare di non essere ancora arrivata a raggiungere l'ideale di figlia che tutti volevano e, mano a mano che crescevo, molti mi misero da parte, ormai divenuta troppo grande.
Ma proprio nel momento in cui le mie speranze si persero, ecco spuntare una luce dalla porta della mia camera: il Signor Styles.
Quando egli mi parlò per la prima volta, notai che i suoi occhi verdi avevano una leggera sfumatura di curiosità, mista ad uno sguardo compassionevole e... stupito.
A primo impatto, non ne capii il perché, ma ascoltando successivamente le sue parole, mi dimenticai del resto, e divenni io la ragazza stupita.Mi alzai svogliatamente dal letto e guardai dalla piccola finestra posta sulla parete di fronte al letto, il cielo donò ai miei occhi un azzurro accesso senza bianco, reso ancora più vivo dalla presenza del sole.
Mi avvicinai alla finestra, per poi ammirare il paesaggio circostante. Dove si poteva scorgere lo spazioso giardino verde che aleggiava intorno alla casa, donando una nota di lussuria in più.
Fuori dal grande cancello, invece, si potevano scorgere in lontananza alcune umili villette, di valore economico molto minore rispetto a quella in cui sostavo adesso.
Quando mi trovavo in orfanotrofio, mai avrei pensato di finire a far parte di un mondo così lontano da quello da cui provenivo. Il mondo della musica internazionale, e forse mondiale, del gruppo del Signor Styles, non corrispondeva alla mia lista dei desideri per avere una famiglia perfetta, ma anzi andava più che oltre.
A me bastava anche solo vivere in un umile casetta o in un piccolo appartamento, con due genitori che facevano lavori molto comuni, come l'impiegato, l'insegnante o il dottore.
Ma dovevo ammettere che il lavoro dei Signori Styles è alquanto affascinante, soprattuto quello di Harry, dove stavi ad estremo contatto con persone che non conoscevi, ma che conoscevano tutto di te.
Dove potevi essere circondato da più di migliaia di persone che cantavano le note di una canzone che avevi composto tu. Sicuramente non c'era emozione più bella.
Mentre il lavoro della Signora Styles, lo trovavo alquanto faticoso, o almeno pensavo lo fosse. D'altronde dovevi sempre stare molto attenta al tuo fisico, a rispettare i canoni di bellezza che la moda imponeva.
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Daughter || L.T.
FanfictionAbby Hamilton. Una ragazza di 16 anni, orfana, con un passato malinconico. Ha vissuto per 12 anni nell orfanotrofio della città di Londra, fino a quando il famoso cantante degli One Direction, Harry Styles, non decide di adottare quella tenera, inno...