Dentro di me continuavo a ripetermi di aver sentito male, di aver frainteso le sue parole con altre, di non aver prestato abbastanza attenzione e di aver quindi capito in modo errato.
Ma sapevo comunque che tutti i miei desideri non si sarebbero potuti avverare, perché quella frase rimbombava nitidamente nella mente e non accennava a sparire per nessuna ragione al mondo.
Non riuscivo nemmeno a comprendere il perché avesse mentito alla sua ragazza riguardo la mia presenza... o forse, forse stava mentendo a me.
Mi aveva mentito per quanto riguardava la sua "amicizia", se così si poteva chiamare il nostro legame, che avevamo instaurato in quel pomeriggio. O comunque che provasse simpatia nei miei confronti.
Ma forse avevo torto io, non lui.
Forse ero io che pretendevo troppo da tutti.
Anche perché non lo conoscevo nemmeno e già mi aspettavo mi difendesse da brutte parole come se facessi parte delle sue amicizie più strette.
Forse ho sbagliato io ad aspettarmi di essere tratta come un membro della loro famiglia... ma in realtà io ero soltanto un'intrusa, una estranea.
Di colpo, il mio obbiettivo di voler lasciar perdere tutti i dubbi che frastornavano confusionariamente la mia mente, venne spazzato via.
Ritornarono come un boomerang tutte le domande a cui non sapevo dare una risposta certa o di cui non volevo nemmeno conoscere.
Distrussero come un tornado tutti i pensieri positivi che mi ero fatta su Louis e sulla mia presenza, che pensavo fosse gradita.
Demolirono come un carro armato tutto ciò che in quei due giorni avevo costruito, tutte le solide basi su cui avevo basato le mie certezze, come la gentilezza del Signor Styles, il gesto dell'organizzare per me una festa, le parole confortanti di Niall, il dono del Signor Malik e della Signora Hadid, il pomeriggio passato con i ragazzi...
Ma oramai tutto aveva perso senso, persino il motivo di quella cena di ringraziamento, anche perché che cosa avrei dovuto ringraziare, se tutto ciò per cui pensavo valesse la pena esprimere la mia gratitudine aveva perso significato?
Chi avrei dovuto ringraziare, se intorno a me oramai vedevo soltanto sconosciuti?
Di fianco a me, sentii Niall tossire, immaginai per ricevere l'attenzione di Louis.
Quest'ultimo si girò richiamato dall'amico e, quando i suoi occhi si posarono su di me, vidi quel vivido azzurro ciano trasformarsi in uno spento blu carta da zucchero.
Intanto la squillante voce di Briana continuava a emergere dall'apparecchio elettronico, ma tutto d'un tratto Louis aveva perso qualunque tipo di interesse verso di essa.
Lo vidi poggiare velocemente la bottiglia di vino vicino al piano cottura e spegnere freddamente la chiamata con Briana, per poi rivolgere di nuovo la sua attenzione su di me.
"Abby io... posso spiegare, non è come sembra" cercò di giustificarsi lui, non trovando nemmeno le parole.
"No tranquillo Signor Tomlinson, non c'è niente che debba spiegarmi, d'altronde se la mia presenza non è a lei gradita, la colpa è solo mia per aver detto o fatto qualcosa di errato nei suoi confronti" dissi io, utilizzando un tono così freddo, che sarei riuscita a congelare persino il Sole.
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Daughter || L.T.
Fiksi PenggemarAbby Hamilton. Una ragazza di 16 anni, orfana, con un passato malinconico. Ha vissuto per 12 anni nell orfanotrofio della città di Londra, fino a quando il famoso cantante degli One Direction, Harry Styles, non decide di adottare quella tenera, inno...