capitolo 1

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I'd love to hold you close, tonight and always
I'd love to wake up next to you

Zayn Malik

Solo occhi scuri e capelli chiari, solo violenza, solo il buio. Solo il tempo che non scorre mai ma scorre senza la mia consapevolezza; solo la paura, la paura di cui sono sempre stata impossessata. Solo la pena, solo l'odio, solo il rancore. Solo il respiro bloccato, solo la voglia di smettere di vivere, solo le illusioni, solo la mente contaminata; solo la solitudine. Solo il cuore lacerato da coltelli più profondi di quelli che venivano precedentemente usati. Solo tanti flashback, solo le bugie, solo orrendi ricordi concretizzati dalla sua presenza. Solo la morte senza morire davvero, solo la voglia di chiedere basta, di finirla una volta per tutte, di smettere di riparare un cuore irreparabile.

Niente, solo l'oscurità. Le mie gambe indietreggiano istintivamente correndo senza guardarmi indietro. Sento alcune urla, alcuni richiami dietro di me senza ascoltarli veramente. Le ferite riaperte sono probabilmente peggio di quelle create per la prima volta. Si crede di vivere bene, di rivivere come rinata con il timore che una piccola fitta possa travolgerti completamente. Il petto è stracolmo di insicurezze, di paure, di stupidi ricordi tali da non permettermi neanche di far passare l'aria.

"Ally" Il mio nome viene ripetuto più volte finché non mi ritrovo su un tetto. Se la strada fosse più estesa avrei potuto correre all'infinito senza mai stancarmi.

"Ally?" La sua voce è più chiara. È soltanto lui, la persona che prova a salvarmi senza mai riuscirci completamente.

Mi giro non individuando il suo viso, la sua pelle pallida, i suoi soliti capelli scompigliati. Eppure è lì davanti a me, ma le lacrime non mi permettono di osservarlo in tutta la sua perfezione.

"Ho paura" confesso singhiozzando. "Ho tanta paura di ricascarci ancora" Ammetto.

Sapevo che se fossi rimasta lì, sarei sicuramente affogata nei miei demoni davanti a tutti, davanti a lui. Ho trovato il coraggio, e sono scappata ma sono spaventata. Tantissimo.

"Ti prego avvicinati a me" Chiede con la voce inclinata. A mala pena udibile per se stesso.

"Vieni qui" Ripete porgendomi la sua mano come ha sempre fatto.

Se si tratta di un gioco vorrei non avere più nessuna possibilità, vorrei che terminasse con un eterno game over.

Un'altra volta mi sto bloccando sui miei passi per colpa delle mie insicurezze. Un'altra volta mi sto richiudendo sul mio guscio tappandomi le orecchie per non ascoltare niente.

"Ascolta me, fidati di me." Dice e cerco di afferrare la sua mano senza muovermi dal mio posto. Non so come ma perdo praticamente l'equilibrio e quasi cado all'indietro finché le sue braccia mi sostengono e mi stringono a sé. Mi sento tremare fortissimo, tanto da aggrapparmi sulle sue braccia. Le sue mani mi accarezzano i capelli mentre io mi perdo nel suo dolcissimo profumo.
Lui non lo sa. Lui non sa di essere una costante. L'unica nella mia vita, che mi fa credere che nonostante tutto ho qualche speranza.

"Non lasciarmi mai" supplico mentre le lacrime continuano a scendere all'infinito.

"Non lo farò" promette solennemente.

Dylan mi porta via dal tetto senza che me ne rendessi conto e senza lasciare la mia mano uscendo dal retro.
Non voglio pensare ai loro stupidi capelli biondi; praticamente identici.
Prima non sapevo cosa provavo nei confronti di Ashley, adesso so soltanto che la odio profondamente esattamente come quel mostro.

In macchina mi stringo su me stessa per il freddo. Dylan se ne accorge e accende l'aria condizionata. Non so come comportarmi, non so se dire qualcosa. Forse il silenzio è la miglior scelta, lo è sempre stata.

"Puoi aspettarmi qua per due minuti?" Chiede e io entro nel panico.

"Dove vai?" La mia voce suona stridula.

Si gratta la testa "Va tutto bene, stai tranquilla. Voglio solo salutare i miei amici" Spiega accarezzando con il pollice il mio zigomo. Mi rilasso sotto il suo tocco.
"Ti amo" si avvicina e mi lascia un leggero bacio sull'angolo della bocca.

"Anch'io" Annuisco facendo finta di credere che sia veramente andato a salutare i suoi amici.

Esce e con lo sguardo lo seguo finché non scompare completamente dalla mia vista. Lascio andare la mia testa sul poggiatesta sospirando, e non sapendo cosa fare accendo la radio. Cambio più volte stazioni finché non mi fermo quando sento la melodia di take your time.
Piango, piango ininterrottamente ascoltando le parole che si fondono insieme alla triste melodia, rendendo il tutto così triste melanconico.
Lui vuole soltanto parlarle, vuole solo un po' del suo tempo. Non chiede né il suo amore, né pretende di rubarle la sua libertà o vuole farle il lavaggio del cervello.
Non so perché sto piangendo così istericamente. Forse per le troppe emozioni accumulate insieme, forse perché non sono l'unica a provare tutto questo; o forse perché mi sento l'unica a provarle. I frammenti delle immagini dei loro corpi che fanno la loro entrata continuano a perseguitare la mia mente. Non riesco a capacitarmi di averlo visto. Dopo lunghi sei mesi. Dopo che pensavo di averci smesso di pensare, se non averlo completamente dimenticato.

Sento diverse voci vicino a me facendomi immediatamente voltare verso il cancello. Ashley esce seguita subito da Dylan. Lo sapevo; lo sapevo benissimo.

Sto per scendere dalla macchina quando dietro di loro esce anche lui. Sprofondo nel sedile nascondendomi con le mani.
Non so che fare. Il mio primo istinto mi racchiude sempre dentro me stessa, ma per una volta, vorrei seguire la mia mente. Vorrei dimostrare a me stessa di essere molto più forte di così. Di riuscirci.
Vorrei chiarimenti, vorrei crescere, vorrei smetterla di scappare.

Mi ci vuole una grandissima forza di volontà per asciugarmi le lacrime, aprire la portiera, e scendere dall'auto.
Dylan sta urlando in faccia ad entrambi, ma sopratutto da Ashley. Non riesco a sentire bene ciò che si stanno dicendo. Vedo solo Dylan gesticolare con le mani con fare nervoso, mentre Ashley sembra voler sprofondare. Mio padre, invece, è impassibile come sempre. Incurante di tutta la situazione.

"Dimmi che cosa avete per il cervello?" Le sue urla smettono nel momento che mi fermo davanti a loro.

Ashley fa scattare immediatamente il suo sguardo su di me facendomi leggere solo disperazione. Non la capisco.

Mio padre apre la bocca più volte ma la richiude osservandomi dall'alto al basso.
La sua barba è molto più folta di come me la ricordavo, i suoi capelli biondi sono cresciuti. Le occhiaie sono ben incorniciate sotto i suoi occhi, la pelle molto più pallida, e gli occhi scuri peggio della pece. Sono due pozzi nei quali non riesci a decifrare nessuna emozione, se non la freddezza.

"Ally" dice. Non riesco a capire se si tratta di un affermazione.

"Ciao papà" le parole mi muoiono in gola.

Non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione.

"Ally, andiamo via" afferma Dylan con la paura negli occhi. So a che cosa sta pensando.

Lo guardo "Puoi lasciarci soli?" Chiedo facendo stupire l'intero quadretto. Me compresa.

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CIAO BELLEZZE!!!!!

Finalmente sono resuscitata dall'inferno della scuola!

Questo significa che tornerò ad aggiornare costantemente. Yeaaaah

Sto iniziando ad aggiornare anche l'altra mia storia che potete trovare nel mio profilo. Si chiama "ambition". Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate ❤✌

A domani 😊😊😊

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