Capitolo 29

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Nobody said it was easy

Coldplay




Sto quasi per svenire.

Per un secondo non avevo nemmeno calcolato che avessi fatto tutto  da sola e che le prime conseguenze si stiano facendo avanti. Dire che ho paura è dire poco. Io sono completamente terrorizzata e ho paura che quegli attacchi di panico che pensavo avessi superato, si facessero vivi nuovamente nel mio corpo.

Kyle si mette d'istinto davanti al mio corpo come per difendermi da loro. I due tipi si guardano in faccia per qualche secondo e poi mi guarda.

"Abbiamo un ordine preciso Ally, devi venire con noi." Mi dice, cercando di essere dolce.

Kyle si volta verso di me e mi guarda con preoccupazione.

"Devo andare." Gli dico, cercando di suonare più sicura per me che per lui.

"Ally, non..." Lo interrompo subito.

"E' la giusta decisione Kyle." Gli dico vedendo le sue narici dilatarsi. Mi giro verso le due persone.

"Posso prendere la mia roba, prima?" Chiedo.

"Sì, va bene. Ti aspettiamo." Risponde sempre la donna.

Mi giro e faccio un respiro profondo prima di avviarmi al piano di sopra. Davanti ai miei vestiti vedo la mia vita scorrere nei miei occhi. Non ho mai avuto una vera famiglia, non ho mai avuto delle vere ambizioni e non ho mai affrontato un problema così grosso per poi imbattermi nelle amare conseguenze.

Doveva succedere prima o poi e probabilmente dopo sarebbe stato anche peggio.

Dire che sono pronta? Non è vero, non mi sento affatto preparata per ciò che verrà. Ho un sacco di ansia addosso e la testa quasi mi gira. Non so nemmeno a cosa andrò incontro, ma devo pure pensare che non manca così tanto ai miei diciotto anni.

Metto tutto molto velocemente nel mio borsone e scendo di nuovo al piano di sotto, trovando sia Kyle che le due persone sedute sul divano.

Appena l'uomo mi vede si alza e così fanno tutti gli altri. Kyle continua a guardarmi supplicandomi con lo sguardo, ma non c'è niente che io possa fare.

"Devo prima fare una chiamata." Avviso tutti quanti.

"Mi dai il tuo cellulare? Devo chiamare Dylan." Mi rivolgo a Kyle e i suoi occhi si dilatano.

Tentenna per qualche secondo. "Non preoccuparti, lo avviserò io. Tu chiamami quando arrivi."

Arrivare dove non lo so nemmeno io.

"Sì, però per favore chiamalo, non scordartelo." Lo prego. E' importantissimo per me.

"No, no, non preoccuparti." Mi assicura mettendomi le mani sulle spalle. Gli circondo la vita e lo abbraccio forte come se non dovessi mai più vederlo il giorno dopo. Ricambia l'abbraccio e mi lascia un lungo bacio sulla fronte.

Mi stacco e lo guardo negli occhi, mi sorride per incoraggiarmi anche se so perfettamente che quel sorriso è falso, ma come sempre provo a far finta di niente.

Andrà bene.

Annuisco agli sconosciuti e mi fanno strada per passare. Esco dalla porta ma non prima di aver guardato il mio migliore amico negli occhi.

KYLE'S POV

Tutta colpa di quel deficiente.

Avvisalo per favore, ha detto.

Che stia tranquilla, lo avviserò per bene. Sono proprio diretto a casa sua e non vedo l'ora di parlargli come si deve.

Quando mi ha chiesto se provassi qualcosa per lei, mi sono sentito preso alla sprovvista. Io sono completamente innamorato di lei già quando girava a casa mia a Seattle, solo che lo dissimulavo benissimo. Mi bastava vederla, abbracciarla; sapevo che se lo avessi confessato la nostra amicizia sarebbe stata compromessa per sempre. Non volevo perderla e non voglio perderla nemmeno ora.

It was worth it.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora