Capitolo 17

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Waking up to kiss you and nobody's there
The smell of your perfume still stuck in the air
It's hard.

Niall Horan



Un'ora o forse un'ora e mezza ho dormito, ma solo perché ad un certo punto ero costretta e le palpebre hanno iniziato a chiudersi da sole. Ma ero sveglia mentalmente, con l'ansia a colpirmi lo stomaco e le fitte a bruciarmi il petto. Mi sono fatta un sacco di immaginari film mentali per un'unica frase, ma questo non è servito a farmi ragionare ma ad aumentare la mia scarica di adrenalina sul corpo. Ho continuato a ripetermi che no, lui non farebbe mai una cosa del genere; non mi tradirebbe mai. Ma cosa ne voglio sapere io? Era ubriaco.

Ho lo stomaco chiuso nonostante mi sia fatta una tazza di tè ormai raffreddata sul tavolo. I miei occhi bruciano e posso scommettere che sono anche rossi. Sono nelle condizioni peggiori di sempre non sapendo come affrontare le mie ansie. Perché da una parte sapevo che non avrei chiuso occhio comunque per paura di doverlo affrontare sobrio il giorno dopo.

Quando i suoi passi avanzano il cuore aumenta automaticamente di battiti e tutto ciò che mi ero programmata di dire fino a sei ore fa, sembra non esistere nemmeno nella mia testa.

Quando scende l'ultimo scalino quasi non inciampa, ma si riprende facilmente e il suo sguardo incrocia immediatamente il mio. Inizialmente sembra confuso ma dopo pochi secondi diventa neutrale. Guarda in basso e fa un sospiro profondo prima di avanzare verso di me.

La mano che tiene la tazza trema, così la lascio immediatamente appoggiandola sul tavolo. Faccio un sospiro profondo anch'io e mi impongo di non mostrarmi vulnerabile.

Alzando lo sguardo lo trovo proprio di fronte a me, con le mani appoggiate sul tavolo, a fissarmi attentamente con lo sguardo di pochi secondi fa.

"Dov'eri?" Chiede guardandomi dal basso all'alto.

Mi mordo il labbro lateralmente. Non si ricorda più niente e questo mi porta solo a pensare che sia andato a letto con la ragazza che gli ha inviato un messaggio.

"Ero da Kyle. Tu invece dov'eri?" Chiedo con la voce spezzata.

"Perché questa domanda, scusami?" Si mette a sedere davanti a me guardandomi storto.

"Tu rispondi e basta."

"Ero al bar con Jason e gli altri." Risponde dopo avermi guardata male.

"E poi?" Continuo ad interrogarlo.

Lui mi fissa stranito poi si alza dal suo posto. "Si può sapere perché tutte queste domande, eh?"

Sospiro e lotto se scoppiare oppure no. "Ho visto il messaggio che ti ha inviato una certa ragazza al bar." Mi alzo anch'io acquisendo un'improvvisa sicurezza di me stessa.

"Eh?" Mi guarda confuso e incazzato allo stesso tempo.

"Ti sei divertito ieri sera alle mie spalle poi torni a casa sbronzo e adesso te la rifai con me?" Chiedo alzando la voce. Non me ne frega un cavolo del fatto che è domenica mattina.

Sospira anche lui passandosi una mano sul viso. "Chi cazzo ti ha dato il permesso di frugare nel mio cellulare?" Alza la voce.

"Vuoi davvero discutere di questo?" Alzo la mia voce a mia volta.

"Perché no? Discutiamone." Si impone come un dannato bambino.

"Non fare l'idiota. Chi è lei? Sempre se te lo ricordi." Chiedo girando la mia testa verso la parete per non avere un serio impulso di lanciargli qualcosa addosso.

"Certo che me lo ricordo. E non è nessuno."

Apro la bocca incredula.

"Nessuno da darle addirittura il numero, certo." Torno a guardarlo negli occhi.

It was worth it.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora