capitolo 6

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Never mind, I'll find someone like you

Adele

"Ciao, non ho mai avuto un diario. Questa è la mia prima volta e questa è la prima volta che faccio questa cosa. Non l'ho mai fatto, forse perché non ci ho mai pensato prima o semplicemente perché non mi fidavo abbastanza di me stessa per poter prendere una penna e macchiare d'inchiostro la crudeltà della mia vita. Mi chiamo Ally Rose Stewart, ho quasi 18 anni e la mia vita è un sinonimo di disastro. Sono nata in mezzo ad una menzogna e per anni ho creduto che tutto fosse colpa mia. Tanto per iniziare, parliamo di mia madre: lei è bellissima, era bellissima. Anche mio padre, lo giuro. Mi volevano bene e nonostante la mia piccola età, ricordo perfettamente molti momenti passati assieme come una vera famiglia. Tutto è cambiato quando quel giorno mia madre morì, era colpa mia. Anche mio padre lo diceva; ero del tutto responsabile. Continuavo a ripetermi che mi meritavo tutto ciò. Mi meritavo l'abuso che ogni giorno ricevevo. Mi picchiava forte, a sangue. A scuola tutti mi chiedevano cosa fossero quei lividi sulle braccia o i graffi lasciati sulle spalle. Io rispondevo ogni giorno alla stessa identica maniera: ho battuto contro la porta, il mio gatto è aggressivo. Non c'era niente di aggressivo nel gatto, neanche avevo animali in casa. L'unico aggressivo era lui. Giustificavo sempre le sue azioni e lo perdonavo in continuazione quando mi rivolgeva un piccolo sorriso. Era ubriaco ma anche carino, a volte. 'Ally, sono tuo padre sai che faccio tutto questo, perché ti voglio bene?" Diceva. Io annuivo, ero patetica e abbastanza stupida, ma ero anche disperata. Ho sempre sognato un padre che mi abbracciasse, che mi confortasse quando ne avevo bisogno. Ero sempre io che confortavo lui quando si trovava al limite dei debiti, al limite della disperazione. Gli davo tutto, compresa me stessa. Mi ha prosciugata fino a farmi mettere in ginocchio. I voti a scuola erano sempre una merda, non trovavo il tempo per studiare e quando lo facevo mi ritrovavo sempre a ridere e scherzare con Kyle, il mio migliore amico. Era l'unico che riusciva a consolarmi senza chiedere il perché, senza aggiungere una parola. Ero al limite della disperazione ma nonostante tutto ho trovato il coraggio di scappare" Continuo a scrivere sulla piccola piccola agenda completamente bianca che ho scovato per caso in questa casa. Ha detto Melanie che mi fa bene sfogarmi pienamente scrivendo.

La serratura scatta facendomi immediatamente nascondere il diario sotto la coscia. Dylan entra e toglie la giacca mettendola appositamente sull'attaccapanni che io ho insistito a far mettere. Si tira i suoi capelli dalla fronte, poi alza lo sguardo Incrociando i miei occhi. Mi mordo il labbro. Non posso evitare di farmi mille domande mentali su dove possa essere stato e sopratutto cosa abbia fatto tutto questo tempo. Sospira, si toglie le scarpe e sale al piano superiore evitando di guardarmi un'altra volta.
Mi rabbuio e il mio cuore crolla. Non so cosa fare onestamente, speravo che avesse smaltito la rabbia fuori, invece mi sta completamente evitando esattamente come prima.
Odio pensarlo ma la mia mente mi porta a pensare che lui sia stato da quella troia di Denise. Non sarebbe la prima volta, comunque. Ho paura e non so se posso reggere un altro crollo emotivo, ma ho bisogno di sapere e di chiarire tutto in una sola volta. Non importa se piangerò e sombrerò patetica. È molto peggio se lui mi lasciasse. Sospiro, odio pensarlo.

Mi alzo e mi affretto sui miei passi portando con me il diario. Entro nella stanza inutilizzata e nascondo il diario nel secondo cassetto del comodino accanto a letto. C'è una varietà di libri dentro, quindi lo metto in mezzo a questi.
Esco e mi avvicino alla nostra stanza. Mi mordo più volte il labbro inferiore e mi costringo a volere entrare. Con un gesto titubante abbasso la maniglia e apro la porta. Non c'è nessuno, la porta del bagno è semiaperta e il rumore della doccia si sente da qui. Sospiro e senza aspettarlo entro.
La tendina della doccia mostra l'ombra del suo corpo. Non so con quale coraggio ma mi spoglio completamente, guardandomi allo specchio prima e tiro la tendina facendo cingolare gli anelli che la sorreggono. Non si è nemmeno accorto di me, ha gli occhi chiusi e si sta frizionando i capelli. Entro dentro e con tutto controllo lo abbraccio da dietro facendolo accigliare. L'acqua calda sta bagnando entrambi adesso e lui si gira immediatamente aprendo gli occhi dopo essersi sciacquato velocemente i capelli. Mi osserva da testa a piedi chiudendo poi gli occhi.

It was worth it.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora