15. La fine?

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Mi raccomando, non fermatevi alle apparenze e state tranquilli. Ricordatevi che le mie storie finiscono sempre bene.

Fortunatamente alla fine il viaggio terminò.

Non appena giunse a casa, Louis smontò dal carro e, senza curarsi di nulla, andò nella propria stanza e si mise a letto.

Anturio si occupò invece di Harry e, in breve tempo, tutti gli schiavi della casa si prodigarono per assistere l'ammalato.

Il mattino dopo Louis si svegliò fresco e riposato.

Si lavò, si vestì e si diresse come al solito nel suo studio.

Poco dopo fu raggiunto da Anturio che entrò nella stanza con il viso stanco e gli occhi gonfi e rossi.

" Non dirmi che sei stanco di prima mattina, vecchio idiota!" esordì Louis.

L'anziano servo alzò su di lui due occhi pieni di lacrime e di disprezzo e rispose:

" Non credo ti interessi sapere il motivo della mia stanchezza, vero, padrone? Non credo nemmeno ti interessi sapere che Harry è morto questa mattina all'alba...."

A quelle parole Louis trattenne il fiato e fissò Anturio.

" Sai qual è la cosa più triste, padrone? La cosa più triste è che prima di morire mi ha chiesto dove fosse la sua borsa di pelle...quella borsa di pelle che conteneva quei miseri regali che gli avevi fatto da bambino...quei miseri regali che tu...bastardo figlio di un cane hai bruciato come se nulla fosse"

Louis fissò allibito lo schiavo che continuò a parlare.

" Lui ti voleva bene nonostante tutto. Ti voleva bene nonostante tu lo trattassi con una crudeltà inaudita. Ti voleva bene nonostante lo umiliassi e lo maltrattassi continuamente.
E tu...tu...sporco romano...ieri gli hai negato un sorso d'acqua....un misero sorso d'acqua?
Io ti posso dire che Harry era uno schiavo, ma oggi ci sono tante persone che piangono la sua morte.
Quando tu morirai, invece, nessuno verserà una lacrima per te...e ora fammi pure uccidere padrone...non mi importa minimamente."

Detto questo gettò per terra le tavolette di cera che aveva in mano, si volto e uscì dalla stanza.

Louis rimase lunghi minuti seduto alla scrivania fissando il vuoto davanti a sè, poi una lacrima solitaria gli scese da un occhio.

Si alzò lentamente, uscì dalla stanza e, come un sonnambulo, si diresse verso il quartiere degli schiavi.

Giunto vicino alla stanzetta di Harry rallentò il passo e, quasi con timore, si affacciò sulla porta.

Quello che una volta era il suo migliore amico aveva il volto reclinato sul cuscino ed era immobile, mentre Anturio era accanto a lui e gli accarezzava il viso.

Amici ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora