5. Lui era mio amico...

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" Che cosa hai detto? " chiese Louis con  la voce già alterata.

" Mi sono chiesto perché sei così cambiato in questi anni....Louis..." osò dire Harry guardandolo negli occhi.

Il romano gli si scagliò addosso come una furia e lo sbattè contro il muro con incredibile forza.

" Come osi, stupido schiavo, parlarmi in quel modo e chiamarmi per nome? "urlò.

Harry rimase immobile perché sapeva che, se avesse reagito, Louis sarebbe diventato una bestia e sarebbe stato capace di fargli davvero molto male.

" Scusa, padrone " sussurrò a fatica " scusami"

Louis si staccò lentamente dallo schiavo e urlò : " Anturio!"

Uno schiavo anziano entrò timidamente nella stanza e si inchinò al padrone.

" Ordina ad Ortensio di dare ad Harry cinquanta colpi di frusta sulla schiena e poi mettilo nella cella di correzione per due giorni a pane acqua....muoviti! "

Anturio afferrò per un braccio Harry e lo condusse fuori dalla stanza.

" Lui era mio amico...." sussurrò in lacrime all'uomo.

" Lo so Harry, lo so, ma noi siamo schiavi e lui è il padrone"

Anturio scortò Harry nel cortile esterno alla casa e chiamò Ortensio.

Il grosso schiavo di colore arrivò con la frusta in mano ma, non appena vide Harry, il suo viso divenne triste.

Il ragazzo riccio, infatti, era amato da tutta la servitù per la sua gentilezza e per la sua disponibilità e nessuno voleva vederlo soffrire.

" Harry, mi dispiace " disse Ortensio mettendosi le mani fra i radi capelli ricci.

" Fai quello che devi, non preoccuparti. Se il padrone si accorge che mi hai picchiato troppo poco se la prenderà con te e io non voglio....sopporterò...inizia pure! " disse Harry rassegnato.

Ortensio gli tolse la tunica e, con le lacrime agli occhi, iniziò a colpirlo sulla schiena.

Dolorose lacrime cominciarono a scendere dagli occhi di Harry, dolorose non solo per il male fisico che stava sentendo, ma, soprattutto, per il suo povero cuore, devastato da una tristezza talmente grande da non poter essere nemmeno misurata.

Quando Ortensio ebbe finito di infliggergli la sua punizione, Harry si lasciò cadere pesantemente sulle ginocchia, mentre la pelle gli bruciava e rivoli di sangue gli scorrevano lungo la schiena.

Louis non si presentò a verificare il lavoro svolto dallo schiavo di colore, così Anturio aiutò Harry ad alzarsi e lo condusse nella cella di sicurezza dove avrebbe dovuto trascorrere i successivi due giorni.

Quando si ritrovò seduto sull' umido pavimento del microscopico cubicolo dove venivano rinchiusi gli schiavi in punizione, chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulle ginocchia, non avendo più la forza nemmeno per piangere.

Amici ( Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora